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Immobiliare: quando conviene investire nel mattone

Acquistare una casa non è più un investimento sicuro come in passato – Oltre all’Imu, pesano anche altri due fattori: le prospettive negative sul breve periodo per il mercato immobiliare e la concorrenza dei titoli di Stato, che spesso si rivelano più convenienti.

Immobiliare: quando conviene investire nel mattone

Investire sul mattone non conviene più come una volta. E non solo a causa dell’Imu. Secondo una serie di calcoli pubblicati oggi sul Corriere della Sera, almeno altri due fattori consigliano prudenza: le prospettive negative sul breve periodo per il mercato immobiliare e la concorrenza dei titoli di Stato, che garantiscono rendimenti buoni e permettono di incassare più facilmente. Anche perché esistono diverse strade percorribili per chi vuole investire in questo settore.

Nell’ipotesi di voler acquistare in contanti un’abitazione da 280mila euro – continua il CorSera – dovremo mettere in conto ulteriori spese per 5 mila euro (imposte agevolate più notaio). In questo caso, dopo otto anni, l’acquirente otterrà un vantaggio limitandosi a non perdere sul valore iniziale dell’acquisto e rivendendo l’immobile ad almeno 284 mila euro. 

Se invece la stessa casa viene acquistata con un mutuo a tasso variabile pari alla metà del prezzo, dopo 8 anni il proprietario sarà ancora indebitato per quasi 97 mila euro e per rivendere la casa rimanendo in attivo dovrà imporre un prezzo di almeno 317 mila euro (con una rivalutazione complessiva del 15%). 

Il terzo caso ipotizzabile è quello dell’investimento, ovvero dell’acquisto in contanti a cui segue una cessione in affitto. Le spese iniziali sono di almeno 15 mila euro e sui canoni incassati pesano l’Imu e la “cedolare secca”, che assorbe il 21% dei proventi. Se si riuscisse a trovare un inquilino regolare nei pagamenti e poi disponibile a lasciare l’abitazione senza problemi dopo 8 anni, basterebbe una rivalutazione annua dell’immobile del 2% per andare in pari. 

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