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iManifattura, nuovo ebook di Giulio Sapelli sulla manifattura digitale: vantaggi e pericoli

Un nuovo ebook, curato da Giulio Sapelli e edito da goWare, fa il punto sulla manifattura digitale, sui suoi vantaggi e sui suoi pericoli: “iManifattura. La manifattura nella rivoluzione delle macchine”. L’ebook è disponibile in tutte le principali librerie digitali

La morte della manifattura nei paesi sviluppati è un disastro economico, sociale, oltreché politico. Come si può evitare di scrivere il suo necrologio? Semplice, con la manifattura digitale. La manifattura digitale è il software che si materializza in oggetti, prototipi e stampi grazie alla sua capacità di manovrare macchine utensili intelligenti sempre più piccole e a buon mercato. Il cloud è l’infrastruttura su cui viaggiano i processi e i giovani tecnologici sono i nuovi artigiani.

Così è nato il movimento dei makers, che affonda le proprie radici nella controcultura californiana che ha dato vita anche al personal computer. E adesso anche gli imprenditori delle pmi europee la stanno scoprendo. E i cinesi ne sono innamorati.

Nel nuovo libro iManifattura. La manifattura nella rivoluzione delle macchine edito da goWare e curato da Giulio Sapelli, che studia i produttori da oltre trent’anni, si cerca di fare il punto sulla manifattura digitale, sui suoi vantaggi e sui suoi pericoli. Con contributi di Pasquale Alferj e Alessandra Favazzo, Antonio Perfetti, Francesco Seghezzi, Chris Anderson, Evgenij Morozov, il libro ci mostra le sfide della nuova civiltà delle macchine che sembra profilarsi all’orizzonte. Le conseguenze sul futuro del lavoro umano sono enormi, così come sugli insediamenti umani.

«Un benefico folletto si aggira da tempo per l’industria manifatturiera mondiale. – scrive Giulio Sapelli nella premessa del libro – Si tratta della meccanica per aggiunta o per addizione, al posto di quella per estrusione, ossia di una nuova filiera della produzione manifatturiera che da circa venti anni impegna un sempre più vasto gruppo di operatori dei cluster di tecnologie non nel ridurre i costi ma nell’ampliare le pratiche di lavoro determinate da tale cambiamento che investe diverse filiere tecnologiche e produttive.»

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