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Il Reddito di cittadinanza fa litigare Nord e Sud, le ultime novità

Di Maio promette che “il 47% delle famiglie destinatarie del reddito di cittadinanza sarà al centro-nord”, ma, dati alla mano, i conti non tornano e la misura-simbolo dei Cinque Stelle, approvata dal Consiglio dei ministri nella manovra di bilancio, continua a far discutere – Ecco le novità

Il Reddito di cittadinanza fa litigare Nord e Sud, le ultime novità

Il reddito di cittadinanza non sarà uno strumento assistenzialista destinato solo al Sud d’Italia. Questo il mantra che il Governo Lega-M5s continua a ripetere dopo l’ok alla manovra di bilancio che il Consiglio dei ministri ha approvato con la misura-simbolo voluta dai Cinque Stelle. Ma ovviamente la vera impronta dell’operazione resta tutta da vedere.

 REDDITO DI CITTADINANZA TRA SUD E NORD

“Stiamo pensando a come modulare le offerte di lavoro sulla base della distribuzione geografica”, ha dichiarato il premier, Giuseppe Conte, alla scuola di formazione politica della Lega, in corso a Milano. Cosa significhino a livello pratico queste parole non è dato sapere, dato che sull’impianto del reddito di cittadinanza c’è ancora molto da lavorare. Chiaro è invece quale sia il messaggio che il presidente del Consiglio e il vicepremier, Luigi Di Maio, intendono lanciare con le parole pronunciate nelle ultime 48 ore. La premura del Movimento 5 Stelle volta ad evitare che i cittadini del Nord percepiscano il reddito di cittadinanza come un “sussidio per il Sud” pagato a spese di tutti.

“Il reddito di cittadinanza, se realizzato male può essere frainteso e percepito come sussidio assistenziale – ha spiegato Conte – stiamo facendo di tutto perché anche questo strumento, che potrebbe apparire non di alta redditività, ma di alto valore sociale, venga realizzato in una prospettiva di sviluppo sociale, affinché si crei un meccanismo di riqualificazione delle persone che hanno perso il lavoro e di qualificazione per quelle che non lo hanno. Intesa in questi termini sarà una riforma essenziale per la crescita. Su questo saremo giudicati”.

REDDITO DI CITTADINANZA: LA SOGLIA DI POVERTÀ

Non a caso sulla questione è intervenuto anche Di Maio, precisando che “il 47% delle famiglie destinatarie” del reddito di cittadinanza “sarà nel Centro-Nord”. Si punta dunque su un’equa distribuzione geografica, anche se sfuggono le basi su cui improntarla.

Secondo l’Istat infatti, in Italia ci sono circa 5 milioni di persone in povertà assoluta, metà delle quali residenti al Sud. Sono invece più di 6,5 milioni gli individui che vivono sotto la soglia di povertà relativa indicata dall’Ue.

Nel 2017, scrive l’istituto “l’incidenza della povertà relativa risulta in crescita rispetto al 2016 sia in termini di famiglie (da 10,6% del 2016 a 12,3%) sia di persone (da 14,0% a 15,6%); tale peggioramento è trainato in larga parte dal Mezzogiorno (da 19,7% a 24,7% in termini di famiglie, da 23,5% a 28,2% in termini di individui).

Tenendo conto di questi dati, non si capisce ancora come le stime fornite da Di Maio possano essere trasformate in realtà. Ad aumentare i dubbi ci sono anche le esperienze passate: il Reddito di inclusione (REI) per contrastare la povertà varato dal precedente Governo nel 70% dei casi va a beneficio delle regioni del Sud, mentre solo il 30% viene distribuito nel Centro-Nord.

Un altro aspetto fondamentale da tenere in considerazione è poi il rapporto tra numero di richieste e offerte di lavoro. Secondo gli esperti la stragrande maggioranza delle domande d’accesso al reddito di cittadinanza arriverà proprio dal Sud dove – lo ricordiamo – il M5s ha costruito gran parte del suo successo elettorale proprio grazie alla promessa sul reddito. Queste richieste però si scontreranno con un numero di offerte di lavoro molto più esiguo rispetto a quello che potrà garantire il Nord Italia. Come risolvere? Anche in questo caso si dovranno attendere i dettagli.

REDDITO DI CITTADINANZA: LE REGOLE GENERALI

Al momento ciò che sembra essere certo è che il reddito di cittadinanza – a partire da marzo o aprile – andrà a beneficio delle famiglie con un Isee inferiore a 9.360 euro l’anno. La sua erogazione avverrà tramite la tessera sanitaria e i soldi potranno essere spesi solo per i beni di prima necessità.

A disposizione ci saranno 10 miliardi di euro in tutto (ignote ancora le coperture) per una platea di riferimento di 6,5 milioni di persone. Così, ha spiegato Di Maio, “aiutiamo quasi un milione di bambini perché 6 miliardi andranno a famiglie con minori”. “Sarà per il momento una misura solo per i cittadini italiani – ha continuato il leader del M5s – che siano pensionati o giovani disoccupati”. Una dichiarazione quest’ultima, che potrebbe però portare a un giudizio di illegittimità da parte della Corte Costituzionale.

Tornando ai criteri, occorre tenere in considerazione che non ci sarà la possibilità di “mettere da parte qualcosa”. La porzione di reddito che non verrà spesa se la riprenderà lo Stato.

Ovviamente, solo le persone con reddito zero riceveranno l’importo totale promesso dal Governo, pari a 780 euro per persona (fino a 1.400 per le famiglie). Tutti gli altri potranno contare su un’integrazione, il che significa che l’ammontare del beneficio si ridurrà progressivamente man mano che il reddito dichiarato si avvicina all’importo massimo previsto.

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