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Il petrolio spinge le Borse al rimbalzo ma lo spread resta alto

Il petrolio rimbalza e trascina al rialzo tutti i listini azionari – Piazza Affari tra le Borse migliori: brillano Stm, Fineco, Diasorin e Buzzi – Vendite su Leonardo, Amplifon e Ferragamo – Spread oltre quota 250

Il petrolio spinge le Borse al rimbalzo ma lo spread resta alto

Il recupero del petrolio e i programmi di progressive riaperture da parte di vari paesi offrono alle Borse l’occasione di un rimbalzo generalizzato. I listini europei chiudono in verde e Wall Street si muove positiva, dopo l’opening bell intonata, mentre in Asia solo Tokyo si è fermata in calo (-0,74%)

Piazza Affari si apprezza dell‘1,91% a 16.765 punti, con il risparmio gestito in evidenza e le banche contrastate. Rimbalzano i titoli oil guidati da Eni +4,87% e Saipem +5,75%. Scende lo spread, dopo una fiammata iniziale: 251 punti base (-5,34%). Si ridimensiona anche il rendimento del decennale italiano, che resta però sopra il 2% (2,08%). Nonostante le molte tensioni i titoli di Stato italiani vanno a ruba nel resto del mondo: il Tesoro ha comunicato che gli investitori stranieri si sono aggiudicati il grosso del sindacato dual tranche da 16 miliardi di euro lanciato ieri e che ha visto una domanda superiore ai 110 miliardi: il 76% del nuovo 5 anni e l’81% della riapertura del trentennale.  

Si aspetta ora la risposta delle zona euro alla crisi da Covid, nella riunione del Consiglio europeo di domani e il giudizio di S&P di venerdì sera. Nel resto d’Europa Francoforte chiude con un guadagno dell‘1,66%; Parigi +1,25%; Madrid +1,33%; Londra +2,31%.

Viaggiano ben intonati a New York i titoli delle grandi compagnie petrolifere, Exxon e Chevron. Il contratto giugno 2020 del greggio texano sale del 25,3% a 14,49 dollari al barile, dopo aver toccato punte maggiori a seguito di un tweet di Donald Trump, pronto a usare forza militare contro l’Iran se le motovedette di Teheran dovessero infastidire le petroliere. A frenare leggermente gli acquisti è intervenuto il dato sulle scorte settimanali Usa, salite la scorsa settimana oltre le attese le attese degli analisti. Il dato è cresciuto di 15,022 milioni di barili a 518,640 milioni di unità, contro attese per un rialzo di 13,8 milioni di barili.

Secondo i dati diffusi dal dipartimento dell’Energia, gli stock di benzina sono aumentati di 1,017 milioni di barili a 263,234 milioni di barili, contro previsioni per un rialzo di 4,4 milioni di unità. Le scorte di distillati, che includono il combustibile da riscaldamento, hanno registrato un aumento di 7,876 milioni di barili a 136,880 milioni, mentre era atteso un dato in rialzo di 3,9 milioni di barili. L’utilizzo della capacità degli impianti è sceso a 67,60% da 69,10%; le attese erano per un ribasso a 67,10%.

Il Brent sale del 6,57% a 20,61 dollari al barile. L’oro è in progresso di oltre 2,6 punti percentuali e si muove a 1731,80 dollari l’oncia. L’euro attende le risposte alla crisi da Covid 19 muovendosi in leggero ribasso contro il dollari, cambio intorno a 1,0829.

In Piazza Affari la blue chip migliore della seduta è Stm, +8,35%, che brinda ai risultati trimestrali nonostante la proposta di ridurre il dividendo 2020 (relativo all’esercizio 2019) da 0,24 dollari a 0,168 dollari per azione a causa delle crescenti turbolenze sociali ed economiche globali causate dall’epidemia da Covid 19. Il titolo risente in positivo anche dei risultati della concorrente Usa Texas Instruments.

Rimbalza Finecobank +7,3%, anche grazie alla promozione di Equita che ritiene il titolo da comprare e ha portato il prezzo obiettivo da 10 euro a 11 euro. Anche Kepler Cheuvreux ha alzato il prezzo obiettivo a 10,5 euro da 9,7 euro precedente.

Tocca nuovi massimi storici Diasorin, +8,13%, in attesa di sviluppi sulla scelta dei test sierologici e della decisione del governo sull’aggiudicazione dell’appalto, mentre la Lombardia partirà domani. Le vendite zavorrano Leonardo -3,87%; Amplifon -4,09%; Ferragamo -3,86%; Monclee -1,5%.

Fra le banche bene Ubi +3,21%; mentre Bper perde lo 0,14%, dopo il via libera dei soci all’aumento di capitale fino a un miliardo finalizzato a finanziare l’acquisto di un pacchetto di 400/500 filiali che Intesa (+1,38%) venderà se l’Offerta su Ubi dovesse andare a buon fine.

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