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Il petrolio corre, il Big Tech recupera, Milano tra le Borse peggiori

Il Brent stabilmente sopra gli 81 dollari a barile – In recupero tutte le Borse americane mentre l’Europa va a due velocità e Piazza Affari è tra le peggiori, anche se Tenaris, Ferrari e Recordati sono in netto rialzo

Il petrolio corre, il Big Tech recupera, Milano tra le Borse peggiori

Piazza Affari inaugura la settimana in calo frazionale, -0,46% (25.930 punti) appesantita dal crollo di Mediobanca (-3,19%) e di Enel (-2,47%), in un contesto europeo contrastato e con Wall Street poco mossa per la festività del “Columbus day e Indigenous Peoples Day”, con il Nasdaq che però alla vigilia delle trimestrali tenta il recupero (+0,3%). Chiuso il mercato dei bond.

A disorientare i listini contribuisce il rally del petrolio, che da un lato premia i titoli ad esso collegati, dall’altro penalizza le aziende costrette a pagare sempre di più l’energia, mentre a partire da mercoledì si vedrà come stanno andando i conti trimestrali delle grandi imprese statunitensi, cominciando dalle banche.

Sul mercato valutario è stabile l’euro-dollaro in area 1,1575. I future dell’oro nero sono attualmente in progresso di una percentuale intorno al 2%: il Brent si muove vicino agli 84 dollari al barile, mentre il Wti tratta intorno a 81 dollari. In Cina, complici le alluvioni che hanno provocato la chiusura delle miniere, i future sul carbone sono a nuovi massimi.

L’aumento dei prezzi delle materie prime continua perciò a pesare sull’inflazione e ad alimentare i dubbi sulla transitorietà di questo andamento e sui conseguenti comportamenti delle banche centrali. Anche oggi in Europa il governatore della banca centrale olandese e membro del consiglio direttivo Bce Klaas Knot ha invitato gli investitori a non sottovalutare i rischi di inflazione che potrebbero indurre Francoforte a inasprire la politica monetaria, mentre il capo economista di Eurotower Philip Lane ha osservato che “calibrare il volume degli acquisti di asset svolge un ruolo importante nell’assicurare che l’orientamento monetario sia sufficientemente accomodante per conseguire il tempestivo raggiungimento del nostro obiettivo di inflazione del 2% nel medio termine”.

In questo contesto salgono i rendimenti dei titoli di Stato dell’area: il Btp decennale tocca +0,91%, mentre il Bund sale a -0,17%, con lo spread in lieve rialzo a 108 punti base.

Il tutto mentre l’Istat segnala che, nel mese di agosto, la produzione industriale italiana è diminuita a livello congiunturale (-0,2%), anche se è cresciuta dell’1,1% su base trimestrale. Intesa Sanpaolo vede la produzione industriale italiana in rallentamento anche nel quarto trimestre, con il testimone della crescita che passa ai servizi.

Le strozzature nelle forniture d’altra parte tirano il morso alla ripresa e non solo in Italia. Per esempio il rivenditore di moda online britannico ASOS perde in Borsa oggi quasi il 13% poiché i maggiori costi logistici e l’interruzione della catena di approvvigionamento peseranno sui profitti 2022, che potrebbero scendere di oltre il 40%, secondo quanto ha affermato il dimissionario amministratore delegato Nick Beighton.

Il crollo del titolo non ha piegato Londra, che archivia una seduta in rialzo dello 0,68%. In lieve progresso anche Amsterdam +0,23% e Parigi +0,16%. Con Milano chiudono in calo invece Francoforte -0,09% e Madrid -0,66%. 

Sul Ftse Mib di Piazza Affari sono in evidenza i titoli petroliferi come Tenaris +2,38% e Saipem +0,75%. Eni guadagna l’1,25% e riconquista quota 12,006 euro per azione, tornando ai livelli pre pandemia. Sul titolo del cane a sei zampe Equita ha alzato le stime 2021 e 2022 alla luce del rialzo dei prezzi di Brent e gas, portando il target price a 13,5 euro (+4%) e confermando il giudizio ‘buy’.

Bene l’auto con Ferrari +1,36% e Stellantis +0,91%, che il 28 ottobre renderà noti i numeri del terzo trimestre.

La seduta è negativa per banche e utility.

Nel primo comparto le più colpite dalle vendite sono Mediobanca e Banco Bpm -2,3%. Fuori dal listino principale però va in orbita Banca Carige +9,33%.

Tra gli altri titoli finanziari Generali si apprezza dello 0,53%, dopo che l’agenzia Fitch ha rivisto al rialzo l’outlook sul Leone di Trieste, portandolo da “stabile” a “positivo”. Gli esperti hanno confermato sia l’Insurer Financial Strength (IFS) della compagnia, cioè il giudizio sulla solidità finanziaria, che corrisponde ad “A-”, sia l’Issuer Default Rating (IDR), il giudizio sul merito di credito, che resta “BBB+”.

Tra le utility spicca il tonfo di Enel, che probabilmente risente della rimozione del titolo dall’iShares S&P Global Clean Energy di Blackrock, l’Etf che mira a replicare la performance dell’indice S&P Global Clean Energy che riunisce le principali azioni quotate su scala globale di società che operano nel settore dell’energia pulita.

Uscendo dal perimetro delle Big cap, Seco (+4,55%) archivia una seduta in rialzo a seguito  dell’annuncio stamani un accordo vincolante per acquisire il 100% della tedesca Garz & Fricke Holding.

Tod’s perde lo 0,74%, non risentendo troppo del cambio al vertice reso noto venerdì a mercati chiusi, con l’annuncio dell’addio dell’ad Umberto Macchi di Cellere e le deleghe assunte da Diego e Andrea Della Valle. È stata cancellata la figura di un terzo amministratore delegato e introdotta quella del direttore generale, che sarà Simona Cattaneo, con un curriculum nel settore del lusso.

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