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Il patron di Abercrombie: “Niente taglie sopra la 42, vogliamo solo clienti di un certo livello”

Queste le parole del patron di Abercrombie&Fitch, Mike Jeffries: “Non vogliamo che il pubblico pensi che chiunque, anche le persone grasse e povere, possa permettersi di indossare i nostri abiti” – L’accusa: “Non vuole che i suoi clienti top vedano altre persone meno sexy indossare gli stessi indumenti da loro portati”.

Il patron di Abercrombie: “Niente taglie sopra la 42, vogliamo solo clienti di un certo livello”

Niente taglie sopra la 42. O, se preferite, la 38 europea o la Large americana. Solo ragazze magre, belle, cool, e soprattutto ricche: solo gente di “un certo livello”, come si suol dire, può vestire Abercrombie&Fitch, il famoso marchio statunitense di pret-a-porter giovanile.

L’insopportabile diktat, in netta controtendenza con le iniziative etiche di altre catene, come H&M, che prevedono collezioni plus-size e contengono i prezzi, non arriva né dall’ultima moda né dai capricci della borghesia classista che non vuole mischiarsi con la plebe, ma dallo stesso Mike Jeffries, patron della catena d’abbigliamento famosa per i suoi negozi-discoteca, che ha imposto che non si vendessero capi femminili superiori alla 42. “Se siamo esclusivi? Assolutamente sì – ha detto il numero uno di Abercrombie al magazine Salon -. Non vogliamo che il pubblico pensi che chiunque, anche le persone povere, possa permettersi di indossare i nostri abiti. Solo le persone di un certo status possono comprare da noi”.

Status economico, come è noto dai prezzi applicati, ma anche fisico. Proprio come i modelli e le modelle che accolgono i clienti nelle boutique ballando in pose sexy a ritmo di musica da discoteca, anche la fisicate dei compratori, anzi soprattutto delle compratrici, devono essere impeccabili. “Jeffries non vuole che i suoi clienti top vedano altre persone meno sexy indossare gli stessi indumenti da loro portati”, ha persino detto a Business Week Robin Lewis, co-autore di “The new rules of retail” e capo della newsletter di Robin Report.

Non sia mai, insomma, che qualche ventenne dalla silhouette perfetta possa riconoscere lo stesso jeans di tendenza indossato da una sua coetanea magari un po’ più in carne e meno fashion di lei. Jeffries intanto respinge le accuse di disciminazione e la butta sulla strategia: “Le aziende in difficoltà cercano di mirare a tutti i clienti, senza distinzioni, giovani, vecchi, grassi, magri: questo rende le loro linee insipide, senza personalità. Non ecciteranno mai i gusti di nessuno”. Ma se l’alternativa è non potersi neanche vestire…

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