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Il Monte dei Paschi prepara l’aumento di capitale ed esclude la nazionalizzazione

Nessun ingresso del Tesoro nel capitale della banca senese che mercoledì 5 novembre riunirà il Cda per decidere un nuovo aumento di capitale e la cessione di nuovi asset per fronteggiare la carenza di patrimonio messa in evidenza dagli stress test – Con questa netta presa di posizione Profumo e Viola sperano di fermare la frana del titolo in Borsa

Il Monte dei Paschi prepara l’aumento di capitale ed esclude la nazionalizzazione

Banca Monte dei Paschi di Siena informa che per coprire il deficit patrimoniale individuato dagli stress test Bce (2,1 miliardi) è previsto un aumento di capitale, mentre non è allo studio l’esercizio della facoltà di conversione anticipata dei Monti Bond in azioni ordinarie, né qualsiasi altra ipotesi che veda il Tesoro intervenire nella forma di nuovi aiuti di Stato, come dichiarato più volte dallo stesso ministero. Lo scrive la Banca in una nota, precisando che è “in corso il confronto con le Autorità competenti”.

Il piano prevede inoltre ulteriori misure non diluitive e non onerose per la Banca, tra cui la cessione di asset finanziari, volte a rafforzarne ulteriormente il profilo patrimoniale, la cui solidità è peraltro già stata attestata dall’ampio superamento dell’AQR.

“Il progetto, infatti – prosegue la nota – nel dare tempestiva soluzione al risultato di CA, nel suo complesso consolida il percorso di ristrutturazione approvato dalla CE e già avviato dalla Banca, ad ulteriore sostegno dell’azione commerciale, che procede con regolarità e in linea con i progetti di rilancio e sviluppo programmati”.

È previsto che il Cda si riunisca mercoledì 5 novembre per discutere e deliberare in merito al “Capital Plan” e pubblicarne il contenuto in anticipo rispetto al termine ultimo del 10 novembre previsto dalle Autorità.

AGGIORNAMENTO ORE 9.30

La notizia del progetto di aumento di capitale ha innescato subito le vendite sul titolo in Borsa di Mps, che dopo il -40% della scorsa settimana oggi apre in rialzo dello 0,8%, per poi girare nuovamente in rosso ed essere sospeso in asta di volatilità con un ribasso del 2,7%, a 0,5915 euro. Quasi 10 milioni i pezzi trattati in asta di apertura, contro i 117 milioni della media giornaliera dell’ultimo mese.

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