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Il mercato dell’arte contemporanea non si ferma più: la Top 500 degli artisti

Il Rapporto 2018 di Artprice (la bibbia del collezionismo internazionale), interamente dedicato all’arte contemporanea, rivela come il settore negli ultimi anni abbia messo a segno “una incredibile crescita” dando il “ritmo” alla totalità del mercato dell’arte.

Il mercato dell’arte contemporanea non si ferma più: la Top 500 degli artisti

Il Rapporto 2018 di Artprice (la bibbia del collezionismo internazionale), interamente dedicato all’arte contemporanea, rivela come il settore negli ultimi anni abbia messo a segno “una incredibile crescita” dando il “ritmo” alla totalità del mercato dell’arte. Nel periodo luglio 2017- giugno 2018, Jean Michel Basquiat si conferma il re degli incanti con un fatturato messo a segno nelle aste internazionali di oltre 256 milioni di dollari. Sul podio anche Peter Doig (100.958.125 $) e Rudolf Stingel che vive e lavora tra Merano e New York (52.389.382 $). Solo una decina di italiani nella Top 500 degli artisti più scambiati. Risulta tuttavia difficile annoverare tra i contemporanei, come fa il Rapporto, De Dominicis e Salvo e non Castellani, Bonalumi, Pistoletto, Alviani, Spalletti, Kounellis e tutta la scuderia dell’Arte Povera, solo per citarne alcuni.

Venus of the Rags 1967,1974 Michelangelo Pistoletto born 1933 Purchased with assistance from Tate International Council 2006

Secondo il Rapporto, dal duemila ad oggi,  i ricavi derivanti dalle vendite in asta sono saliti del 1.700%, passando da 103 Mio$ a 1,9 Mrd$ e il prezzo medio di un’opera contemporanea venduta è passato da 8.400 $  a 28.000 $, dopo aver toccato un picco di 38.800 $ nell’esercizio 2013/14.

Jannis Kounellis
Senza titolo 2000
Ferro e sacco di juta 100×70 cm.
Collezione privata Milano

Negli ultimi 12 mesi, e per la prima volta dalla crisi finanziaria del 2008, i quattro principali indicatori della salute del Mercato dell’Arte Contemporanea sono tutti positivi evidenziando  una crescita uniforme in termini di prezzi, di lotti venduti e di volume totale delle vendite.

il fatturato mondiale, in crescita del 19%, tocca 1,9 Mrd$;
il numero di lotti venduti aumenta del 17% con 66.850 aggiudicazioni;
il tasso mondiale di invenduti rimane stabile al 39%;
l’indice dei prezzi dell’Arte Contemporanea aumenta del 18,5%.

La ristrutturazione è durata tre anni e il Mercato dell’Arte Contemporanea sembra essere ripartito su basi molto più solide. Se i prezzi sono nuovamente al rialzo, anche l’offerta è in pieno aumento e consente una migliore selezione delle opere. Il tasso di invenduti perfettamente stabile, al 39%, garantisce l’equilibrio del mercato.

Peter Doig
Swamped, 1990.
Oil on canvas, 197 x 241 cm.
Yageo Foundation Collection, Taiwan.

 

Peter Doig
Road House, 1991
Oil on canvas
Collezione privata

Ma la potenza di fuoco del Mercato del settore – spiega il Rapporto – si basa principalmente su una pattuglia ben identificata di artisti, in mano al gotha delle gallerie e del collezionismo internazionale. Basti pensare che i 500 artisti più venduti in asta (gli italiani sono solo una decina) generano l’89% del fatturato mondiale, a fronte degli oltre 20 mila contemporanei andati all’incanto con l’aggiudicazione di almeno un’opera tra luglio 2017 e giugno 2018. E che il trio di testa, composto appunto da Jean Michel Basquiat, Peter Doig e Rudolf Stingel concentra da solo il 22% dei ricavi.

Jean-Michel Basquiat,
Senza titolo
olio, acrilico e spray su tela, 180 x 173 cm
venduto all’asta da Sotheby’s a New York per 110,5 milioni di dollari.

 

Rudolf Stingel
UNTITLED, 2014
Olio e smalto su tela 241.3 x 176 cm
Courtesy Massimo De Carlo

Il Contemporaneo sul mercato globale dell’arte

L’Arte Contemporanea rappresenta il 14% del numero di vendite all’asta totale di Belle Arti e  il 12% del fatturato. Attualmente supera il periodo dei Maestri antichi e quello del XIX secolo, sia in termini di ricavi derivanti dalle vendite che per numero di scambi. Tuttavia non può ancora competere con l’Arte del Dopoguerra e l’Arte Moderna che concentrano, complessivamente, il 68% del valore globale del Mercato dell’Arte.

Nel complesso, la struttura dei prezzi dell’Arte Contemporanea ricalca sempre più quella del resto del Mercato. Il 90% delle opere contemporanee non supera i 22.400 $ (commissioni d’acquisto incluse) mentre le opere superiori ai 100.000 $ rappresentano solo il 3% delle transazioni.

New York capitale del Mercato di fascia alta incalzata da Londra

Nel complesso, la struttura dei prezzi dell’Arte Contemporanea ricalca sempre più quella del resto del Mercato. Il 90% delle opere contemporanee non supera i 22.400 $ (commissioni d’acquisto incluse) mentre le opere superiori ai 100.000 $ rappresentano solo il 3% delle transazioni, ma ben oltre la metà del fatturato globale.Basti pensare che  Londra, New York, Pechino e Hong Kong concentrano l’82% del fatturato mondiale, ma solo il 17% dei lotti venduti. Questa concentrazione è un po’ più importante che per il Mercato globale dell’Arte (il 78% dei ricavi totali derivanti dalle vendite viene registrato in queste quattro città per il 14% di lotti venduti). Il Mercato dell’Arte Contemporanea resta pertanto confinato in queste grandi capitali, almeno in termini di valore. Tanto per fare un esempio, New York conta solo 3.300 opere vendute, vale a dire il 28% dei lotti americani, ma rappresenta il 95% delle entrate del Paese. Parigi (5.000 lotti venduti) e Londra (4.200) registrano ognuna più transazioni di New York, ma la grande mela  resta indiscutibilmente la principale capitale del Mercato di fascia alta. Il 40% delle entrate della Top 100, tra cui le prime tre, è stato registrato a Manhattan. Londra, tuttavia, non è da meno, con 34 opere vendute a più di 2,5 Mio$. La capitale inglese detiene il primo posto del Mercato per vari artisti europei faro (Peter Doig, Rudolf Stingel, Antony Gormley, ecc.) e compete anche con New York per le firme più in voga dell’Arte Contemporanea americana. Un numero importante di opere di Jean-MichelBasquiat, Mark Bradford o persino di George Condo, per esempio, viene scambiato nelle case d’aste londinesi.

Varie città, tra cui Parigi, ambiscono a prendere parte alla nuova organizzazione mondiale del Mercato dell’Arte Contemporanea di fascia alta, a fianco di Londra e New York. Tuttavia, sembra che Hong Kong offra la migliore opportunità grazie alla sua posizione geografica, e a una legislazione molto più vantaggiosa. La Francia, troppo vicina all’Inghilterra, non offre un vero accesso a un nuovo mercato e ad altri collezionisti. Hong Kong, al contrario, è una straordinaria apertura verso un continente immenso. Rappresenta un ponte tra l’Occidente e l’Asia e si affaccia non solo sulla Cina ma anche sull’India e tutta l’Asia sud orientale. New York, Londra e Hong Kong consentono, da sole, di entrare in contatto con i più grandi collezionisti del pianeta e, di conseguenza, di riunire i mercati americani, europei e asiatici. Molte gallerie, anche italiane, lo hanno già capito e stanno aprendo loro sedi in queste città.

La Cina avanza con Giappone Sudafrica e Corea. l’Europa si riprende e anche l’Itala  si scuote.

Gli Stati Uniti restano la prima piazza del Mercato mondiale dell’Arte Contemporanea, anche se l’egemonia di New York, quest’anno, mostra segni di cedimento. Il mercato americano si è maggiormente concentrato sull’Arte Moderna (soprattutto con la vendita della collezione Rockefeller nel maggio 2018) ed è stato fortemento marcato dal record storico registrato dal Salvator Mundi di Leonardo de Vinci nel novembre 2017. Di conseguenza, il fatturato dell’Arte Contemporanea negli Stati Uniti evidenzia un calo del -16% rispetto all’ultimo esercizio. Effettivamente, gli Stati Uniti, che incidevano per il 44% sul fatturato mondiale nell’esercizio 2016/17 con 705 Mio$, concentrano quest’anno solo il 32% delle vendite, con 612 Mio$.

Il Regno Unito (545 Mio$) e la Cina continentale (298 Mio$) realizzano, per invece, un’eccellente performance, in rialzo rispettivamente del 55% e del 15%. Londra consolida sul Mercato di fascia alta: 86 opere contemporanee sono state vendute a più di 1 Mio$ nella capitale inglese, contro le 53 dell’anno scorso.

Al suo livello, anche la Francia realizza una performance notevole con 71 Mio$ accumulati in 12 mesi per l’Arte Contemporanea, ovvero una progressione del 81%. Questo risultato si basa essenzialmente sulla sola vendita della collezione di Jean-François e Marie-Aline Prat, il 20 e 21 ottobre 2017 da Christie’s. La sessione ha totalizzato 46,6 Mio$ con 172 opere contemporanee vendute in due giorni, e un picco di 17,7 Mio$ per Jim Crow (1986) di Jean-MichelBasquiat.

Sempre in Europa, la Germania (+40%), l’Italia (+31%) e il Belgio (+27%) consolidano rispettivamente il loro quinto, settimo e decimo posto sul Mercato dell’Arte Contemporanea mondiale. Un’ottima vendita a 401.000 $ per Anthony Gormley da Blindarte a Napoli il 29 novembre 2017, con Gut V (2002), un picco a 685.000 $ da LouizaAuktion a Bruxelles per Wild carved Bear di Richard Orlinski, il 24 marzo 2018; e, ancora più significativo, un risultato di 1 Mio$ per Anselm Kiefer da Grisebach il 1° giugno 2018 a Berlino, per Für Velimir Chlebnikow(2004/05), portano quest’anno il mercato contemporaneo in Europa, al di fuori della Francia.

Infine, diversi Paesi partecipano alla crescita ai quattro angoli del mondo:

    Giappone: +22%
    Australia: +15%
    Corea del Sud: +15%
    Sudafrica: +25%

Investire…. con giudizio

Sul lungo termine, l’Arte Contemporanea – sottolinea il Rapporto di Artprice – è, assieme all’Arte del Dopoguerra, l’unico periodo di creazione veramente performante nel suo insieme. Durante i cinque anni che hanno preceduto la crisi finanziaria del 2008, l’intero Mercato dell’Arte ha conosciuto un’importante crescita. Scesi del 25% durante la crisi finanziaria, i prezzi hanno mostrato qualche difficoltà a mantenersi nel corso degli ultimi anni. A partire dal 2015, l’indice per le opere di questo periodo ha cominciato a discostarsi in modo evidente, per la prima volta dall’inizio del XXI secolo, dall’indice dei prezzi dell’Arte del Dopoguerra che pareva stesse seguendo. Nel corso degli ultimi nove mesi tuttavia, l’Arte Contemporanea ha dato il via a un nuovo periodo prospero, a dimostrazione che la nuova creazione è diventata la vera forza motrice del Mercato dell’Arte. La sua volatilità rende questo periodo particolarmente favorevole per gli investimenti. Gli ultimi 12 mesi hanno dimostrato che per la creazione contemporanea era giunto il momento di superare le qualità finanziarie dell’Arte del Dopoguerra. I dieci maggiori aumenti di valore registrati nel corso di questo esercizio mettono in evidenza le performance sul lungo termine dell’Arte Contemporanea. Sono gli artisti le cui opere hanno cominciato a essere vendute all’asta negli anni ‘90 e all’inizio del 2000 e che vengono riproposte oggi, per cui i prezzi delle opere sono aumentati in maniera impressionante

Occhio alla volatilità

La volatilità dei prezzi dell’Arte Contemporanea non è priva di rischi per i collezionisti. L’entusiasmo del Mercato tra il 2013 e il 2015 per alcuni giovani artisti americani presenta oggi pesanti ripercussioni per gli acquirenti che si erano lasciati sedurre.

Da un anno all’altro, i risultati degli artisti più quotati possono rivelarsi molto fluttuanti. I fatturati annuali sono talvolta rivisti alla metà, o anche a un terzo, per coloro con un’attualità al ribasso, i cui record non si sono ripetuti in mancanza di opere importanti, più raramente per ragioni legate a un effettivo disinteresse degli acquirenti.

Jeff Koons, e  Damien HIRST rientrano  nelle firme di primo piano che hanno infiammato le aste verso la metà degli anni 2000. Le loro opere sono diventate rapidamente molto costose, ma il loro mercato oggi subisce un rallentamento. L’indice di prezzo di Damien Hirst è decisamente sceso dopo una fase di euforia ormai passata, in calo dell’84% rispetto al picco toccato nel 2008. Nonostante quest’anno Christie’s abbia venduto una pecora conservata in un bagno di formaldeide per 4,4 Mio$ e Sotheby’s abbia aggiudicato un “Butterflies painting” per 1,3 Mio$(Away from the Flock, 17 maggio 2018 e Loving You, 7 marzo 2018), Damien Hirst registra solo due aste milionarie in 12 mesi, contro le 65 del 2008.

Anche la stellail cinese AI Weiwei è sceso di 30 posizioni, con un fatturato quasi dimezzato (-48%). Niente di allarmante, tuttavia, poiché le opere importanti, ad eccezione di una, hanno tutte trovato un acquirente. La forte contrazione del suo risultato si deve alla penuria di vere grandi opere in circolazione. Quest’anno, la presenza fondamentale di Ai Weiwei sulla scena artistica internazionale si è manifestata attraverso vie diverse dalle aste, vie più militanti che commerciali, come l’uscita del suo documentario “Human Flow”, frutto di un anno di lavoro sui 65 milioni di rifugiati nel mondo. Nel secondo semestre 2018, l’artista torna a far parlare di sé con una serie di tre mostre in California. Una presso il mercante d’arte Jeffrey Deitch a Hollywood (Zodiac, 29 settembre-5 gennaio 2019), un’altra presso UTA Artist Space di Beverly Hills (dal 4 ottobre 2018) e una terza alla fondazione Marciano (Life Cycle, 28 settembre-3 marzo 2019).

La Top 10 dei risultati in ribasso rivela una forte presenza di artisti cinesi. Oltre a Ai Weiwei (il più internazionale di tutti), otto cinesi rientrano tra i 20 più inefficaci dell’anno. La metà di questi non è rappresentata, o lo è minimamente, sul mercato internazionale (SHI Guoliang, LIN Yongsong, LIU Dan, LUO Zhongli). Il loro mercato si fonda esclusivamente sulla domanda interna cinese e i loro prezzi non sono confermati in Occidente.

Il podio

Il miglior colpo di martello dell’anno è stato battuto, com’era prevedibile, per un’opera di Jean-Michel BASQUIAT, venduta a più di 45 Mio$ (Flexible, Phillips New York, 17 maggio 2018). Un anno prima, un’altra opera dell’artista superava per la prima volta la soglia dei 100 Mio$, rivoluzionando il Mercato dell’Arte Contemporanea. Quest’opera senza titolo del 1982, acquistata per 20.900 $ nel 1984, veniva rivenduta per 5.300 volte questo importo 33 anni più tardi (vale a dire per 110,5 Mio$ ). Di fronte ai prezzi esorbitanti dei dipinti di Basquiat, anche la quotazione dei disegni evidenzia una crescita fenomenale: +2.000% in 20 anni. Alla morte dell’artista, nel 1988, le sue opere migliori non superavano i 100.000 $, nonostante la sua quotazione fosse già esplosiva. Con un budget di 100.000 $ oggi sono accessibili solo piccoli disegni, in genere quelli realizzati a pennarello, privi di quel colore così espressivo che offre un valore aggiunto al suo lavoro.

Jean-Michel Basquiat
Untitled 1981
acrylic, oilstick and metallic spray enamel on canvas 172.7 x 261.6 cm.
Collezione privata

Con un indice in rialzo del 1.880% dal 2000 e 256 Mio$ di opere vendute quest’anno, Basquiat resta il leader indiscusso del mercato. Peter DOIG si classifica in seconda posizione (100,9 Mio$), con sei delle 100 migliori aste dell’anno. L’aumento dei prezzi delle opere di Doig è comparabile a quello di Basquiat. Il britannico registra un indice in rialzo del 2.200% in 18 anni, considerato che 100 $ investiti nel 2000 in una delle sue opere, oggi valgono in media 2.300 $. Quest’ascesa spettacolare può essere illustrata con la vendita ripetuta di un’opera molto nota tra gli amatori, The Architect’s Home In the Ravine, passata cinque volte all’asta.

Top  ten degli artisti contemporanei:

Gli italiani presenti nella top 500 dell’arte contemporanea

Sono nove in tutto, di seguito elencati:

3° posto:  Rudolf STINGEL (fatturato 52.389.232 $)
121° posto: Maurizio CATTELAN (1.578.767 $)
178° posto: Gino DE DOMINICIS (983.728 $)
187° posto: Sandro CHIA (918.007 $)
203° posto: Mimmo PALADINO (839.103 $)
234° posto: Giuseppe PENONE (635.826 $)
245° posto: SALVO (611.299 $)
317° posto: Marcello LO GIUDICE (455.424 $)
480° posto: Nicola DE MARIA (258.554 $)

Maurizio Cattelan
Bidibidobidiboo 1996
photo Zeno Zotti
collezione Sandretto Re Rebaudengo

Tuttavia, come accennavo all’inizio, risulta difficile collocare tra i contemporanei, come fa il Rapporto, Gino De Dominicis e Salvo e non Enrico Castellani, Agostino Bonalumi, Getulio Alviani, Luigi Ontani, Ettore Spalletti, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis e tutta la scuderia dell’Arte Povera, solo per citarne alcuni.

Francesco Vezzoli,
«Greed, the Perfume that doesn’t Exist» (2009)
Collezione privata

Per non parlare delle nuove generazioni come Francesco Vezzoli, Vanessa Beecroft, Paola Pivi, Nunzio e via di questo passo. Tanto per fare qualche esempio, Enrico Castellani – sempre secondo il database di Artprice nel 2017 ha fatturato in asta oltre 8 milioni di dollari; Michelangelo Pistoletto 12.161.694 $ e Francesco Vezzoli, classe 1971 (più contemporaneo di così !) 215.558 dollari.

Enrico Castellani
Superficie Blu 2010
acrilico su tela 120×150 cm
courtesy achivio castellani
foto di Lorenzo Wirz Castellani

Link per consultazione del testo integrale del Rapporto Artprice 2018:

 

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