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Il lockdown frena le Borse ma il Nasdaq corre e la Fed gela il Bitcoin

La Ferrari sgomma in Borsa ma in generale sui mercati europei pesa il lockdown mentre negli Usa è in netto rilancio il Nasdaq – Powell raffredda gli entusiasmi sulle criptovalute – Crolla la lira turca dopo la rimozione politica del Governatore della banca centrale

Il lockdown frena le Borse ma il Nasdaq corre e la Fed gela il Bitcoin

L’onda lunga del terremoto turco, dopo il licenziamento del governatore della Banca centrale da parte di Erdogan, affonda Madrid -1,7%, ma lambisce moderatamente gli altri listini europei, che chiudono contrastati.

Piazza Affari si apprezza dello 0,26% a 24.262 punti base, trascinata da Ferrari +4,88% e Stm +3,89%. 

Il clima è analogo a Francoforte 0,29%, nonostante la concreta possibilità che in Germania il lockdown venga prolungato e l’economia ne soffra. La Bundesbank avverte che “è probabile che l’economia nel primo trimestre del 2021 registri una forte contrazione… specialmente nel settore dei servizi ad alta intensità di contatti”, a causa delle misure di contenimento anti Covid. Il governo tedesco inoltre sospenderà nuovamente le regole di rigore fiscale nel 2022 e dovrà contrarre più debiti del previsto nel 2021. Continuano a viaggiare forte però le azioni delle case automobilistiche, in particolare Volkswagen +5,9%. 

Nel resto d’Europa bene Londra +0,27%, in ribasso Parigi -0,49%. Il tonfo peggiore però è quello dell’Ibex 35%, travolto dalle vendite di Bbva (-6,88%), banca che realizza circa il 14% dei suoi profitti in Turchia. In mattinata Istanbul ha perso quasi il 10% e la lira turca è precipitata fino a -17% contro il dollaro a causa del benservito a Naci Agbal, in carica da meno di 5 mesi, dopo che aveva alzato i tassi in modo più aggressivo del previsto.

Al momento la moneta turca è in ripresa e cede circa il 7%. 

Sul mercato valutario l’euro si apprezza contro il biglietto verde intorno a 1,193. Intanto Jerome Powell boccia le cripotovalute e, parlando al summit sull’innovazione della Banca dei Regolamenti Internazionali, le definisce “più uno strumento speculativo che un mezzo di pagamento”. La Fed non ha fretta di adottare un dollaro digitale, che avrà bisogno del sostegno politico e di un ampio sostegno pubblico. Le criptovalute private, aggiunge, non sono un sostituto del denaro della Banca centrale e non sono un “buon bene rifugio”. Il Bitcoin non se la prende più di tanto e cede l‘1% contro il dollaro scambiando a quota 56.687. 

Il presidente della banca centrale Usa questa settimana sarà ancora protagonista con testimonianze davanti a due commissioni del Congresso, domani e mercoledì.

Nel mentre, dopo un avvio in ordine sparso, si muovono in rialzo i principali indici di Wall Street, trainati dal settore Tech. Tesla guadagna il 6,4%, visto che Ark Invest di Cathie Wood ha fissato un target price a tre anni a 3.000 dollari e la sua performance funge da traino per lo S&P500 e il Nasdaq. Tra i titoli in evidenza e AstraZeneca, che sale del 3,3% (stessa performance a Londra) dopo che il suo vaccino contro il coronavirus si è dimostrato sicuro ed efficace al 79% nella prevenzione delle malattie sintomatiche negli studi clinici statunitensi che hanno coinvolto più di 32.000 persone, secondo quanto riportato dalla casa farmaceutica, che, sostiene, non ha registrato alcun aumento del rischio di gravi coaguli di sangue e che presto chiederà l’autorizzazione di emergenza per l’uso del suo vaccino negli Stati Uniti.

Il rendimento dei T-Bond è in calo e i prezzi sono in rialzo a causa del crollo della lira turca che alimenta timori su una nuova crisi valutaria. Il tasso del decennale è intorno a 1,68% in discesa del 3% dalla precedente chiusura.

Sono poco mosse le materie prime. Il future Brent, maggio 2021, cede lo 0,5%, 64,20 dollari al barile.

Tornando in Piazza Affari la corsa di Ferrari ha fatto da apripista agli acquisti anche su Exor +2,06%. In rosso invece Stellantis, -1,12% e Cnh -1,06% dopo i guadagni della scorsa ottava. Nell’automotive soffre Pirelli -2,3%.

Le banche archiviano una seduta debole: Bper -2,51%, paga ancora pegno  al calo di passione per Banco Bpm (+0,12%), da parte dell’ad di Unipol (-0,5%), Carlo Cimbri. Si ricorda che la compagnia assicurativa è il principale azionista della banca modenese. Mediobanca (-0,57%) ritiene che l’M&A sia “il tema principale in Italia per quasi tutte le banche di medie dimensioni, inclusa Bper . Vediamo una potenziale fusione fra Bper e Bpm creare benefici a tutte le parti coinvolte da un punto di vista industriale e finanziario”.

Unicredit perde l‘1,18%, ma recupera nel finale dai minimi, toccati a seguito dell’allarme turco.

Nella parte bassa del listino anche Diasorin -2,03% e Leonardo -1,88%.

Saipem cede l‘1,48%, nonostante l’annuncio di un contratto da un miliardo di dollari in Qatar.

In rialzo Stm, nel giorno dello stacco della cedola di 0,42 dollari per azione. Bene Amplifon +2,07%. Si apprezza il risparmio gestito con Poste +1,6%; Finecobank +1,46%; Banca Generali +0,79%; Azimut +0,68%.

Fuori dal paniere principale soffre la Juve(-0,76%) dopo la sconfitta casalinga con il Benevento e la corsa per lo scudetto sempre più difficile.

Stabile il secondario: lo spread fra decennale italiano e tedesco chiude invariato a 96% ((-0,06%) punti base, con un rendimento del Btp dello 0,65%. Sono 21,05 miliardi gli acquisti Pepp della Bce nel corso dell’ultima settimana.

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