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Il crollo dell’Argentina pesa anche su Wall Street, a Milano cadono Rcs, Salini e petroliferi

Borsa e valuta argentina a picco dopo la debacle di Macri – Piazza Affari cede lo 0,3% e risente dell’incertezza politica – Bene Campari, Poste, Italgas e Ferrari – Boom di Confinvest – Crollano petroliferi ed editoriali.

Il crollo dell’Argentina pesa anche su Wall Street, a Milano cadono Rcs, Salini e petroliferi

Le tante ragioni d’incertezza globale, dalla situazione di Hong Kong a quella argentina, frenano i listini europei, che inaugurano la settimana di Ferragosto con passo malfermo, mentre Wall Street apre decisamente negativa. Francoforte -0,13%, Parigi -0,33%; Madrid -0,92%; Londra -0,33%.

Piazza Affari cede lo 0,3% e scende a 20.268 punti, aggravando il bilancio delle perdite, dopo il tonfo di venerdì a seguito della crisi politica. Sul futuro del paese gravano grandi incognite e fare previsioni sembra un azzardo, perché le posizioni dei partiti mutano alla velocità della rotazione di una stella Pulsar. Nonostante ciò la carta italiana archivia una seduta moderatamente positiva e lo spread con il decennale tedesco scende a 235 punti base (-2%) da oltre 239 dell’ultima seduta; il rendimento è 1,75%.

Le banche archiviano una seduta particolarmente volatile e il finale è ancora rosso vivo per Bper -2,12%; Intesa -2,07%; Unicredit -1,45%; Banco Bpm -1,43%. In controtendenza Mps +1,24%. Male invece il risparmio gestito con Finecobank -2,26% e Azimut 1,87%. Nel firmamento del listino principale brilla Campari, +2,94% e si apprezzano Ferrari +1,28%; Poste +1,18%; Italgas +1,14%. 

I titoli che soffrono di più sono petroliferi: Tenaris -3,24%; Saipem -2,44%. Il primo, in particolare, paga l’esposizione della società al mercato argentino. Oggi Buenos Aires è provata dalla sconfitta del liberale Maurizio Maduro alle primarie, contro il peronista di centrosinistra Alberto Fernandez. La borsa ha aperto con un calo del 9%, mentre il peso argentino sta perdendo oltre il 20% (dopo un tonfo superiore al 30%) contro il dollaro.

Questo fronte, insieme a quello di Hong Kong, dove i manifestanti hanno occupato l’aeroporto, aggiunti a quello sempre caldo dei dazi fra Usa e Cina, continuano ad alimentare l’orso su gran parte delle borse mondiali. Non aiutano nemmeno le previsioni degli analisti. Dopo che Goldman Sachs ha detto di non aspettarsi un accordo tra Washington e Pechino prima delle presidenziali Usa del 2020, abbassando le stime per il pil Usa del quarto trimestre, oggi Bank of America sostiene che i rischi di recessione negli Stati Uniti stanno aumentando tanto da vedere una probabilità su tre che un tale scenario diventi realtà nel 2020.

Restando in ambito valutario: l’euro si apprezza sul dollaro e si muove in zona 1,1216. Piatto il cambio della moneta unica con la sterlina, in area 0,9297. Il petrolio è poco mosso, mentre l’oro continua a volare alto: al momento 1517,15 dollari l’oncia. 

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