Condividi

Il capitale? Viene posseduto dal lavoro. Considerazioni dall’Australia

“Una delle più grandi battaglie nella storia economica e sociale post-industriale – il conflitto fra lavoro e capitale sulla distribuzione dei profitti – è praticamente terminata, almeno qui in Australia”. Questa affermazione fa da introduzione a un’intervista con Gordon Hagart, a capo dell’associazione dei fondi previdenziali individuali

Il capitale? Viene posseduto dal lavoro. Considerazioni dall’Australia

“Una delle più grandi battaglie nella storia economica e sociale post-industriale – il conflitto fra lavoro e capitale sulla distribuzione dei profitti – è praticamente terminata, almeno qui in Australia”. Questa audace affermazione fa da introduzione a un’intervista con Gordon Hagart, un geofisico passato alla finanza, che oggi è a capo dello ‘Australian Council of Superannuation Investors’ – una associazione dei fondi previdenziali individuali (‘fai da te’). La ragione è semplice, e, sia detto per inciso, è una ragione che riguarda anche la tesi di fondo del bestseller di Thomas Piketty – ‘Il Capitale nel XXI° secolo’.

La ragione sta nel fatto che i fondi previdenziali – individuali o collettivi – in Australia oggi gestiscono 1,6 trilioni di $A, circa il 100% del Pil. E una gran parte di questi soldi sono investiti in Borsa, il che vuol dire che collettivamente il lavoro (sotto forma di quei ‘salari differiti’ che sono le pensioni) possiede gran parte del capitale. La ‘rivoluzione previdenziale’, insomma, ha allineato gli interessi dei lavoratori con quelli delle imprese.

Piketty, ragionando in termini di distribuzione fattoriale (fra capitale e lavoro) sostiene che le diseguaglianze aumenteranno perché il rendimento del capitale è superiore al tasso di crescita dell’economia. Ma questo si tradurrebbe in maggiori diseguaglianza solo se i detentori del capitale fossero diversi dai detentori del fattore lavoro. Se questo non è il caso, non c’è da preoccuparsi.


Allegati: the age

Commenta