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Ikea, dopo le polpette dubbi sui dolci al cioccolato: “Rilevata contaminazione fecale in Cina”

Dopo lo scandalo delle carne di cavallo, che ha costretto il gigante svedese a ritirare dal commercio le polpette, oggi l’annuncio che in 23 Paesi non verranno più vendute le tortine “chokladkrokant”, al gusto di mandorle e cioccolato – Le autorità sanitarie cinesi hanno riscontrato batteri che testimoniano contaminazione fecale: non sono però pericolosi.

Ikea, dopo le polpette dubbi sui dolci al cioccolato: “Rilevata contaminazione fecale in Cina”

Altro che carne di cavallo. Ikea, già finita nella bufera per le polpette servite nei ristoranti all’interno dei suoi punti vendita in Europa, ha annunciato oggi che ritira dal commercio in 23 Paesi le torte al cioccolato chiamate “chokladkrokant” (croccanti al cioccolato).

In questo caso dunque la carne non c’entra: il motivo per cui queste tortine al gusto di mandorle e cioccolato, con crema di burro e caramello (prodotte dal fornitore svedese Almondy) non possono più essere vendute è che le autorità sanitarie cinesi vi hanno riscontrato nientemeno che dei batteri che testimoniano la presenza di contaminazione fecale.

Non è dato sapere se di cavallo, ma in ogni caso, verrebbe da dire purtroppo, non si tratterebbe della sua carne. Le 1.800 confezioni analizzate e sequestrate dalle autorità doganali cinesi erano stati intercettate nel porto di Shanghai lo scorso novembre, e il quotidiano anglofono Shanghai Daily ha scritto in tempi non sospetti che i test avevano rilevato la presenza di “un livello eccessivo di batteri coliformi”, detti anche coliformi fecali, che vivono nell’intestino dell’uomo e degli altri animali a sangue caldo.

Tali batteri non sono tuttavia ritenuti pericolosi per il consumatore, come ha tenuto a specificare una portavoce di Ikea, Ylva Magnusson: “Vogliamo approfondire gli esami, ma da quello che sappiamo finora i livelli di concentrazione dei coliformi sono davvero bassi e innocui”.

Altra grana comunque per il gigante svedese, appena una settimana dopo lo scandalo della carne di cavallo non segnalata sull’etichetta delle polpette. L’alimentare, che pure rappresenta quasi il 5% del fatturato Ikea e ha registrato nell’esercizio 2011-2012 vendite per 1,3 miliardi di euro, non sembra tuttavia il pezzo forte. Ma continuare a fare solo mobili?

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