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I giovani riscoprono la tradizione: boom di… pecore e pastori

Dopo decenni di calo, nel 2016 torno ad aumentare i capi di ovini – Secondo Coldiretti sono più di 200mila i giovani che hanno scelto di mettersi alla guida di un gregge – La rinascita della pastorizia potrebbe avere un forte impatto sull’occupazione.

I giovani riscoprono la tradizione: boom di… pecore e pastori

L’Italia riscopre un settore che molti credevano fosse passata di moda da anni: la pastorizia. A testimoniarlo è un dossier redatto dalla Coldiretti, secondo il quale, dopo decenni di calo, nel 2016 sono tornati ad aumentare i capi di ovini, arrivati a quota 7,2 milioni. In soli cinque anni il numero è aumentato di circa 200mila capi.

“Le pecore dopo essere state a lungo dimenticate stanno vivendo un grande momento di riscossa con uno storico aumento delle greggi e l’arrivo di giovani pastori, proprio perché in Italia – sottolinea la Coldiretti – si è scelta una strada completamente diversa con l’innovazione nel rispetto della tradizione”.

A cosa si deve questa straordinaria ripresa? Lo spiega la stessa associazione dell’agricoltura: “A sostenere la rinascita è stato il boom della domanda all’estero di formaggi fino alla grande innovazione che ha rivoluzionato la pastorizia con contributi che spaziano dalla cosmetica alla moda, dall’edilizia alla scuola, ma anche la manutenzione ambientale, la pet therapy fino a nuovi prodotti, dal gelato al latte di pecora al pecorino senza colesterolo”.

Una tendenza che, oltre a riscoprire uno dei settori chiave della tradizione nostrana, ha anche delle forti implicazioni dal punto di vista occupazionale, soprattutto sui giovani, il cui tasso di disoccupazione nel mese di marzo si è assestato al 36,7%. In base alle informazioni contenute nel dossier redatto dalla Coldiretti, sono circa 200mila i giovani che “hanno scelto di mettersi alla guida di un gregge in una scelta di vita dove a preoccupare più della crisi in questo momento sono i ritardi e le inefficienze della burocrazia e gli attacchi degli animali selvatici, dai cinghiali ai lupi, che si sono moltiplicati nelle campagne”.

Alcuni di questi ragazzi hanno deciso di seguire la strada dei genitori, altri invece hanno deciso di entrare nel settore “spinti dalla voglia di trovare una occupazione alternativa a contatto con la natura. Con i giovani pastori – rileva la Coldiretti – tornano anche le antiche razze e sono ben 38 quelle salvate dall’estinzione dagli allevatori italiani sulla base dei dati dei Piani di Sviluppo Rurale della passata programmazione”.

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