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Hera, il Comune di Bologna vende lo 0,53%

Attualmente Bologna è il principale azionista della multiutility con una quota del 10,7% e tale resterà anche dopo l’operazione – Le azioni saranno vendute sul mercato borsistico con procedura telematica – Si tratterà di individuare un “valore di mercato teorico”, riconducibile alla quotazione del titolo in un recente periodo.

Il Comune di Bologna si propone di fare cassa vendendo una piccola quota, lo 0,53%, delle proprie azioni di Hera. Lo ha deliberato nei giorni scorsi il consiglio comunale, sottolineando che le risorse verranno impiegate per contribuire a realizzare gli obiettivi del bilancio di previsione 2014-2016.

Attualmente Bologna è il principale azionista della multiutility con una quota del 10,7% e tale resterà anche dopo la vendita della piccola percentuale stabilita (sono 7.493.446 azioni), non vincolata, fra l’altro, dal patto di sindacato fra soci pubblici che controlla Hera.

Il positivo andamento del gruppo porta già, nelle casse del Comune, un bel gruzzolo di dividendi: 13,720 milioni nel 2014 (0,09 euro per azione). La vendita inciderà su questa cifra per 720 milioni (i dividendi scenderanno a 13 milioni), ma libererà immediatamente risorse piuttosto consistenti, grazie al positivo andamento del titolo, in virtù dei risultati del gruppo (+2,8% l’utile dei primi tre mesi del 2014 rispetto al primo trimestre 2013).

Le azioni saranno vendute  sul mercato borsistico con procedura telematica – si legge nella delibera – per garantire la massima trasparenza dell’operazione. Si tratterà di individuare un “valore di mercato teorico”, riconducibile alla quotazione del titolo in un recente periodo, “ovvero considerando la media aritmetica dei prezzi di chiusura di Borsa, da definirsi con riferimento al periodo di un ese precedente il momento dell’offerta sul mercato delle azioni medesime”.

Per le operazioni Bologna si avvarrà di Unicredit (Tesoriere che gestisce i depositi intestati al Comune).

Oggi in apertura a Piazza Affari il titolo di Hera guadagna lo 0,1%, a 2,022 euro. 

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