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Guerra in Medio Oriente: scontro all’Onu tra Guterres e Israele che chiede le dimissioni. Scontri a Jenin

Israele accusa Guterres di giustificare il terrorismo di Hamas e annuncia che negherà il visto ai funzionari Onu. Sale il conto delle vittime: 700 a Gaza martedì

Guerra in Medio Oriente: scontro all’Onu tra Guterres e Israele che chiede le dimissioni. Scontri a Jenin

Guerra di Gaza, giorno 19: il giorno più feroce dall’inizio delle ostilità. Nelle ultime 24 ore a Gaza si sono contati 704 palestinesi, di cui 305 minori, uccisi dagli attacchi israeliani sulla Striscia, secondo il ministero della sanità locale.
Ma nella notte si è consumato un altro feroce scontro, quello a Palazzo di Vetro durante il Consiglio di sicurezza tra il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres e Israele.
Dopo che Guterres ha detto che “gli attacchi di Hamas non vengono dal nulla. Il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione””, un infuriato Eli Cohen, il ministro degli Esteri israeliano, ha chiesto le sue dimissioni di Guterres dicendo che se quella è la sua idea significa che in qualche modo giustifica il terrorismo.
In conseguenza di ciò stamane l’ambasciatore israeliano all’Onu Gilad Erdan ha comunicato che il suo Paese negherà il visto di ingresso a funzionari delle Nazioni Unite “Viste le sue (di Guterres, ndr) parole – ha spiegato Erdan alla Radio Militare – negheremo il rilascio dei visti ai rappresentanti dell’Onu. Del resto abbiamo già rifiutato il visto al sottosegretario per gli affari umanitari Martin Griffiths. È arrivato il tempo di dare loro una lezione”.
Guterres a sua volta ha pubblicato stamane su X un messaggio in cui ribadisce due concetti espressi ieri all’Onu: “Le lamentele del popolo palestinese non possono giustificare gli orribili attacchi di Hamas”, ha scritto Guterres, che poi ha aggiunto: “Quegli orrendi attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese”. Guterres ha quindi deplorato le “chiare violazioni del diritto umanitario internazionale” che si stanno consumando nella Striscia di Gaza.

Cessate il fuoco o pausa umanitaria ?

Intanto l’esercito israeliano continua a prepararsi per l’invasione di terra. Lo slittamento dell’operazione di terra pare legato anche alla necessità di favorire l’uscita degli ostaggi stranieri da Gaza, così come di consentire l’ingresso degli aiuti umanitari.
Guterres ha chiesto un “cessate il fuoco umanitario”, mentre i leader Ue puntano alla “pausa umanitaria” e ne parleranno al Consiglio europeo di giovedì e venerdì.
A spiegare la differenza tra le due espressioni è stato ieri lo stesso capo della diplomazia Ue Josep Borrell: “La pausa significa l’interruzione di qualcosa che poi riprende, mentre un cessate il fuoco è un accordo più ampio fra le parti”. La pausa umanitaria “è un obiettivo meno ambizioso” — ha proseguito Borrell — non la può decretare la Ue, noi al massimo la possiamo favorire: chi la deve attuare sono le parti in conflitto”.

Gli scontri nella notte

Nella notte aerei da combattimento delle Forze di Difesa di Israele hanno colpito le infrastrutture militari dell’esercito siriano, in risposta ai lanci verso Israele di ieri, provocando la morte, secondo quanto riportato da Reuters, di Otto militari siriani. Inoltre sempre stanotte si sono accesi scontri violenti tra palestinesi e le forze israeliane che cercano di penetrare a Jenin, riporta il sito di Al Jazeera Arabic. L’esercito di Israele ha ucciso almeno un palestinese durante un’incursione nel campo profughi di Jenin, nella Cisgiordania occupata. Intanto stamane il Pentagono ha annunciato l’invio di altri F-16 in Medio Oriente portando la presenza americana in Medio Oriente a sei squadroni (tre formati da F-16, due da A-10 e uno squadrone di F-15E) per timori di possibili minacce di gruppi sostenuti dall’Iran.

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