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Guardiola e Mourinho aprono lo tsunami degli allenatori che investirà anche l’Italia

In Italia e in Europa comincia il tourbillon degli allenatori – In Italia, tranne la Juve di Conte, potrebbero cambiare le panchine di tutte le big: dal Milan (Guardiola o Capello al posto di Allegri) all’Inter (Stramaccioni o Prandelli), al Napoli, alla Lazio e alla Roma – All’estero Mancini, Di Matteo e Ancelotti a rischio

Guardiola e Mourinho aprono lo tsunami degli allenatori che investirà anche l’Italia

Guardiola è stato solo il primo. A breve saranno molti gli allenatori che lasceranno l’attuale squadra e poco importa se per scelta propria o di qualcun altro. Il valzer delle panchine è un appuntamento fisso di tutte le estati, ma questa volta la sensazione è che sarà più animato del solito, in Italia e in Europa. Da Allegri a Mazzarri, da Stramaccioni a Reja, passando per Luis Enrique e Delio Rossi, nella nostra Serie A gli allenatori a rischio esonero sono tantissimi. Non va meglio in Inghilterra, dove i nostri connazionali Mancini e Di Matteo non sono ancora sicuri della conferma. E, a proposito di paisà, anche Ancelotti non se la passa benissimo in quel di Parigi. Insomma, più che un giro di panchine quello in arrivo tra qualche settimana sarà un vero e proprio tsunami, che potrebbe sconvolgere il calcio italiano e non.

Conte a parte (e comunque anche per lui balla un rinnovo contrattuale), non c’è una big della Serie A che non stia pensando a cambiare il proprio allenatore. Partendo dall’Inter, la classifica finale potrebbe rivelarsi decisiva per Stramaccioni, ma anche no. Moratti infatti ha ammesso che nel computo finale verranno valutate tante cose, il che mette l’attuale tecnico interista in una posizione di forza, ma non per questo gli garantisce la riconferma. Stesso discorso per Massimiliano Allegri, che nonostante un contratto fino al 2014, sembra sempre più legato ai risultati. Galliani spinge per riconfermarlo, ma Berlusconi storce il naso. E il patron si sa, ha sempre ragione.

Il rapporto tra la Lazio e Reja è stato un saliscendi fin dal primo giorno. Al momento il termometro è basso e la mancata qualificazione alla Champions League potrebbe costare cara al tecnico biancoceleste. Sempre che poi lui voglia restare tale, visto che, nella stagione in corso, ha già dato le dimissioni due volte, segno di un rapporto con Lotito tutt’altro che solido. Situazione simile, anche se in maniera minore, tra De Laurentiis e Mazzarri, che già l’anno scorso fu ad un passo dall’esonero. Il tecnico azzurro è in piena lotta Champions, ma forse le critiche ricevute quando le cose andavano meno bene potrebbero anche spingerlo a cambiare aria. C’è poi il caso Luis Enrique, vera anomalia del calcio italiano. I risultati porterebbero al licenziamento immediato, ma la società giallorossa continua a difenderlo e a confermarlo. Ma Luis sembra essersi stufato della centrifuga Roma, anche perché i tifosi non lo sopportano più.

L’Italia resta il Paese mangia allenatori per eccellenza, ma anche all’estero stanno imparando bene. Nonostante gli ottimi risultati, Di Matteo non è ancora certo della conferma al Chelsea; Abramovich ha un debole per Mourinho e spera ancora di convincerlo a lasciare Madrid. Certo, se una finale di Champions e una di F.A. Cup non bastano per la riconferma, allora c’è da riflettere. Il futuro di Mancini invece sembra legato a doppio filo ai risultati: se il Manchester City vincerà la Premier allora resterà al 100%, viceversa lo sceicco Mansour potrebbe anche spazientirsi. Situazione simile a quella di Ancelotti, in piena bagarre titolo nella Ligue 1 francese. Il PSG si aspettava di più da Carlò, ma al momento la sua posizione è abbastanza solida. Certo, se Leonardo dovesse lasciare la Francia, allora Ancelotti resterebbe davvero solo.

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