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Guardiola beffa Mourinho ai rigori: Supercoppa europea al Bayern

Guardiola beffa un’altra volta Mourinho quando il Chelsea, ridotto in 10, era ormai convinto di avere la Supercoppa europea in tasca – Ma i tedeschi del Bayern non si sono mai arresi e hanno pareggiato 2 a 2 all’ultimissimo istante dei tempi supplementari per poi aggiudicarsi il trofeo nell’ultimo rigore per un imperdonabile errore del giovane Lukaku

Guardiola beffa Mourinho ai rigori: Supercoppa europea al Bayern

Dentro le pieghe di una partita carica di spunti c’è anche il dato storico: miai, in 38 edizioni ufficiali della Supercoppa europea,aveva vinto una squadra tedesca, incluso ovviamente il Bayern Monaco, sconfitto in tre occasioni.

Il percorso che ha portato la squadra di Pep Guardiola ad alzare la coppa, però, è stato certamente tortuoso. A dieci secondi dalla fine dell’unico minuto di recupero del secondo tempo supplementare, infatti, le mani sulla coppa erano quelle di Frankie Lampard, capitano in vece del subentrato John Terry, e, ça va sans dire, quelle di Jose Mourinho.

Il portoghese aveva allungato gli artigli sul trofeo con una partita accorta, tipica delle sue squadre: in dieci, talvolta undici, a battagliare dietro la linea della palla per poi ripartire con le quattro frecce nel suo arco d’attacco: l’imprendibile Hazard, un Torres finalmente letale, il velocissimo Schürrle e il brasiliano Oscar, che ha tutte le stimmate del campione in erba, ma che forse avrà sulla coscienza il pallone calciato addosso a Neuer nel secondo tempo, quello che sembrava un gol già fatto.

Le cose si erano messe subito bene per lo Special One, con il gol di Torres al termine di un contropiede al cianuro. Per pareggiare il Bayern aveva avuto bisogno di un tempo intero di sterile possesso palla, di un’invenzione del magnifico Ribery e della collaborazione di Petr Cech, autore, in seguito, di almeno tre interventi miracolosi, prima di capitolare di fronte al sinistro da due passi di Javi Martinez, entrato all’inizio del secondo tempo quando il Pep, preso per incantamento, aveva deciso di porre rimedio all’insensata formazione iniziale, sostituendo il carneade Rafinha e restituendo Lahm al suo ruolo di terzino.

La partita, dopo il pareggio dei bavaresi, era proseguita secondo copione: palla perennemente tra i piedi dei tedeschi, comodamente parcheggiati nella tre quarti avversaria. Era il Chelsea, però, a rendersi più pericoloso, fino all’84simo, minuto chiave della contesa. David Luiz stacca più in alto di tutti nell’area del Bayern, ma Neuer respinge miracolosamente. Sulla ripartenza dei bavaresi, Ramires, già ammonito, stendeva l’impalpabile Gotze con un entrata da killer, guadagnandosi giustamente la via degli spogliatoi.

Mourinho, di cui è ben nota la propensione a derubricare gli eccessi agonistici dei suoi ad errori arbitrali, dà il cinque al brasiliano che lascia il campo, e si scaglia contro la terna, rea di non si sa bene cosa. Il Chelsea però non molla: sostituisce Schurrle con Obi Mikel e continua a fare la sua partita anche nel primo tempo supplementare, quando Hazard approffita dell’opposizione assai burrosa di Lahm e Boateng e infila Neuer, per la verità assai goffo nell’occasione.

Poi i londinesi, con l’uomo in meno e in vantaggio di un gol, erigono un autentico fortino davanti alla propria porta. Nell’assedio si esalta Cech che, nella sua Praga, riscatta ampiamente l’incertezza sul gol di Ribery, compiendo tre interventi miracolosi nel giro di pochi minuti. Prima dell’ultimo, fatale rimpallo, quando già Mou arringava la folla vestita di blu. Mischione e palla che finisce sui piedi del basco Martinez.

Poi la lotteria dei rigori: l’unico a sbagliare è il giovane centravanti belga Lukaku, che calcia addosso a Neuer, e poi piange lacrime calde, consolato da tutti, mentre Lahm va a sollevare il trofeo e Mou, ancora una volta, deve vedere Guardiola alzargli una coppa in faccia (per riprendere un’espressione molto in voga a Roma, da maggio in poi), la prima per lui sulla panchina del Bayern Monaco.

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