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Guardiola a due facce: “Non criticate gli arbitri”, ma lui l’ha fatto spesso

L’allenatore del Bayern non gradisce le critiche della Juve allo scandaloso arbitraggio di ieri sera in Champions e prova a dare una lezione di fair play a Marotta ma i fatti lo smentiscono: ecco tutte le volte in cui è stato lui a prendersela con gli arbitri.

Guardiola a due facce: “Non criticate gli arbitri”, ma lui l’ha fatto spesso

Josep Guardiola e gli arbitri, un rapporto a doppia faccia. Se ieri sera l’allenatore del Bayern si è erto a moralizzatore commentando le proteste dell’ad della Juventus Beppe Marotta (e in passato ne aveva bacchettati altri, vedi Mourinho), nella sua storia da mister, tra Spagna e Germania, non è però mancata qualche caduta di stile anche da parte sua.

Molte delle quali, ironia del caso, proprio in questo periodo dell’anno, tra marzo e aprile, nella fase calda dei campionati e delle coppe europee, quando anche a un uomo di classe come lui può capitare di perdere la testa. Correva il 28 aprile 2009 quando, alla prima stagione di Pep alla guida del Barcellona, i blaugrana impattano per 0-0 al Camp Nou contro il Chelsea di Hiddink. Gli inglesi giocano duro, ma l’arbitro tedesco Stark ammonisce con il contagocce. A fine gara, Pep non lesina critiche sul fischietto teutonico: “Incredibile che una gara come questa sia finita con lo stesso numero di ammoniti per squadra, in particolare Ballack andava espulso: Iniesta era in area, lui meritava il secondo giallo. Tutti sanno che in Champions ogni dettaglio è decisivo, ma ieri gli episodi non ci hanno aiutato, quando una squadra attacca dovrebbe essere favorita”. Per la cronaca a passare fu poi il Barcellona, vincendo a Londra grazie a diversi episodi a favore (indimenticabile fu la scena di rabbia dell’attaccante dei Blues Didier Drogba, che aggredì l’arbitro a fine gara).

Due anni dopo, il 24 aprile 2011, la polemica di Guardiola arriva nel momento più teso della rivalità con l’allora allenatore del Real Madrid Josè Mourinho. Per l’occasione la recriminazione è addirittura doppia: a tre giorni dalla semifinale d’andata di Champions League contro le merengues, il vate catalano si lascia sfuggire alcune dichiarazioni non esattamente sportive riguardo alla possibile designazione del portoghese Proença per la direzione del match (poi assegnato al tedesco Stark). “Se verrà designato Proença il Real Madrid sarà felicissimo – dice Guardiola – lo è stato lo scorso anno, lo sarà anche stavolta“. Il riferimento è alla semifinale Inter-Barcellona della stagione precedente, arbitrata dal portoghese Benquerença, che ai tempi penalizzò il Barça convalidando un gol dell’Inter in fuorigioco e non assegnando un penalty per fallo in area su Dani Alves. Non contento, Pep raddoppia facendo riferimento alla recente eliminazione in Copa del Rey per mano proprio del Real: “La coppa ci è sfuggita per colpa di un assistente di linea con la vista molto buona: ha segnalato una rete di Pedro che era in fuorigioco di due centimetri. E proprio per colpa di questi due centimetri ora non abbiamo vinto”.

L’anno prima invece, nella Liga, Guardiola viene espulso per aver vibratamente protestato con un guardalinee durante una partita contro l’Osasuna del 6 marzo 2010: l’allenatore intervenne dopo aver rivisto l’episodio di fuorigioco avvalendosi di un monitor a bordocampo (operazione oltretutto vietata dal regolamento). “Fischi tutto al contrario, non capisci niente!”, urlò all’assistente dell’arbitro. In quel caso il quotidiano sportivo spagnolo Marca ricordò che si trattava della quinta espulsione da allenatore del Barcellona e la 13esima in totale da tesserato del club catalano: gli 8 cartellini rossi da giocatore sono tuttora un record per il club. Guardiola fu espulso in un’altra occasione sempre contro l’Osasuna e come prima volta in assoluto da mister proprio contro il Bayern Monaco, in una precedente sfida di Champions League.

Anche in Germania Pep ha continuato a segnalarsi per qualche recriminazione di troppo. La più recente è datata un anno fa: il 29 aprile del 2015 ha violentemente protestato contro l’arbitro per la mancata concessione di un rigore sull’attaccante Robert Lewandowsky durante la semifinale di Coppa di Germania contro il Dortmund. Due settimane prima l’allenatore dei bavaresi ha fatto 50 metri di corsa dalla sua panchina fino ad arrivare a contatto con il guardalinee posizionato all’altezza della bandierina del corner: la protesta era per un fuorigioco fischiato sempre a Lewandowsky, nella partita contro lo Schalke04 finita 1-1. Al termine Guardiola, soddisfatto per il risultato, uscì dal campo abbracciato al quarto uomo. Qualche mese prima, il 27 ottobre 2014, il Bayern gioca contro il Borussia Mönchengladbach e il risultato è bloccato sullo 0-0: l’allenatore catalano, visibilmente innervosito dalle perdite di tempo dei giocatori avversari, protesta energicamente con il quarto uomo, l’arbitro donna Bibiana Steinhaus, aggredendola verbalmente e arrivando più volte a contatto con lei, seppur non in modo violento. “Questa scena mostra molto bene il personaggio di Guardiola”, sentenzia polemicamente il quotidiano Die Welt, che si chiede: “Avrebbe avuto il coraggio anche con i funzionari di sesso maschile?”. L’episodio fu molto criticato da stampa e addetti ai lavori, bollato come sessista oltre che antisportivo.

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