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Grecia in bilico e mercati ad alta tensione: tutti gli occhi su Tsipras a Bruxelles

Gli occhi dei mercati sono oggi su Bruxelles dove il premier Tsipras, dopo aver sostituito il ministro Varoufakis, presenta al summit europeo le nuove proposte per convincere i creditori a concedere ad Atene gli aiuti indispensabili ad evitare la bancarotta – Finora Piazza Affari è la Borsa che ha pagato il prezzo più alto della crisi – Fca insiste su Gm.

Grecia in bilico e mercati ad alta tensione: tutti gli occhi su Tsipras a Bruxelles

BORSE, ULTIMA CHIAMATA PER EVITARE IL GREXIT. CINA, IL CROLLA CONTINUA. E IL PETROLIO VA GIU’

Si profila una nuova giornata ad alta tensione, in attesa delle nuove proposte che Alexis Tsipras consegnerà stasera ai premier europei. Sale da Washington la pressione per un accordo che consenta la permanenza di Atene nell’area euro. Ma l’atmosfera, dopo il referendum, non è certo delle migliori. “Fate in fretta proposte credibili” è stato l’invito di Angela Merkel e François Hollande alla Grecia. Per ora la vera sorpresa è stata la tenuta dei mercati finanziari, che non hanno ceduto al panic selling.

SHANGHAI, NON TIENE LA DIGA DI STATO. IL GREGGIO PERDE IL 7,7%

Sul fronte dei listini, del resto, non c’è solo l’incognita Grecia. E’ ripresa stamane la frana delle Borse cinesi: Shanghai -3,5%, Shenzhen -6,6%. La diga eretta dall’intervento di Pechino, il primo nella storia, ha retto per una sola giornata, come previsto dagli esperti giapponesi, memori dell’analogo fallimento degli acquisti di Stato negli anni Novanta. In calo anche hong Kong -1,1% ( ieri -3,2%).

Recuperano invece gli altri listini asiatici, dopo lo shock del voto di Atene. A Tokyo l’indice Nikkei avanza dell’1,3%, Wall Street ha limitato le perdite, dopo il -0.9% iniziale: Dow Jones -0,3%, S&P 500 -0,4%, Nasdaq -0,5%. Prende velocità la discesa dei prezzi petroliferi, sotto la pressione della minor domanda cinese: il Brent ha ceduto il 4,2% a 57,79 dollari al barile e il Wti addirittura il 7,7% a 52,53 dollari, tornando sui livelli di metà aprile. Il calo del greggio ha provocato cali intorno al 3% per Eni, Saipem, Tenaris e Snam.

MILANO PERDE IL DOPPO DI PARIGI E MADRID

Il Ftse Mib di Piazza Affari ha chiuso a 21.600 punti in calo del 4,03%, fanalino di coda tra i listini europei. Hanno retto molto meglio le altre Borse del Vecchio Continente: Francoforte -1,5% Il Dax ha ceduto l’1,52%, Parigi -2%, Madrid -2,2%.

“Nell’immediato la reazione dei mercati è stata non così drammatica. I mercati resteranno incerti finché non sarà chiaro che le negoziazioni su un prestito ponte o su un terzo bailout sono cominciate con serietà”, spiega Eric Chaney, capo economista di Axa e direttore ricerca di Axa.

Tiene, grazie agli acquisti ed alla moral suasion di Mario Draghi, la diga dei titoli di Stato della periferia. Lo spread che gli esperti (vedi Goldman Sachs) prevedevano attorno ai 250 punti (rendimento del decennale al 3% ha limitato i danni: il differenziale dei titoli periferici, è rimasto contenuto attestandosi a 162 punti base per il Btp/Bund con un rendimento del 2,39% e a 161,30 punti base per il Bono/Bund con un rendimento del 2,37%. Recupera anche l’euro che ora arretra solo dello 0,4% nei confronti del dollaro a 1,10.

EFFETTO GREXIT: I BIENNALI DI ATENE TRATTANO AL 50% DEL VALORE 

La situazione greca, se possibile, è più confusa ed incerta che mai. Ad Atene, in barba alle promesse temerarie dell’ormai ex ministro Varoufakis, le banche resteranno chiuse oggi e domani. Il limite dei prelievi al Bancomat è congelato a 60 euro. La Bce ha intanto deciso ieri sera di mantenere invariato il tetto a 89 miliardi dei fondi Ela ma sono stati alzati gli scarti di garanzia applicati sui titoli che le banche greche presentano come collaterale per ottenere i finanziamenti.

Sul fronte politico, alla vigilia delle nuove proposte di Atene, si segnalano la dichiarazione congiunta di Angela Merkel e François Hollande che hanno detto che “la porta è aperta a colloqui’ con la Grecia. Ancor più rilevante la sortita dell’amministrazione Usa: “Atene e i suoi creditori dovrebbero continuare a lavorare su un piano di emergenza” ha detto il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest. Secondo l’amministrazione Obama, quel piano “deve mantenere la nazione (ellenica) nell’Eurozona”.

Fin qui la politica. Al contrario società di rating e case di investimento danno, a larga maggioranza, per probabile il Grexit. E i mercati hanno un’opinione simile, a giudicare dall’andamento dei valori greci trattati alla Borsa di New York: le azioni di National Bank of Greece hanno registrato una caduta del 20% a 0,90 dollari. Sugli schermi di Bloomberg il rendimento del decennale governativo ellenico è indicato al 17%, mentre quello del governativo a 2 anni è passato di mano al 50%.

In sostanza la situazione può evolvere in più direzioni: a) un accordo non troppo dissimile da quello affossato dal “no” ma accompagnato dall’alleggerimento del debito; b) la creazione di un governo di unità nazionale per riaprire i negoziati; c) i primi passi verso un ritorno alla dracma.

BANCHE, LA MAGLIA NERA TOCCA A MPS: -11,5%

L’indice Eurostoxx delle banche perde quasi il 4%. Ma al netto della performances degli istituti di casa nostra la discesa è solo del 2,1%: lo stoxx italiano del settore ha ceduto oltre il 6%.

Il titolo più colpito è stato Monte Paschi sotto dell’11,51% a 1,524 euro, peggior blue chip di oggi e ai minimi di sempre. Pesa il timore che le turbolenze legate alla questione greca possano rendere più difficile il processo di M&A come richiesto dalla Bce.

Il Cda della banca ha intanto confermato agli advisor Ubs e Citigroup l’incarico per individuare un partner con cui realizzare l’integrazione richiesta dalla Bce: all’orizzonte però non si vede ancora un possibile partner e in assenza di alleanze non può essere esclusa l’ipotesi del break up. L’ad Fabrizio Viola presenterà a Francoforte il 26 luglio lo stato di avanzamento del piano di messa in sicurezza richiesto dall’autorità di vigilanza.

Il bilancio di giornata è negativo anche per tutte le altre con ribassi intorno al 6% per le big Intesa e Unicredit ma anche le popolari: Ubi, Bper, Banco Popolare e Bpm. Giornata pesante per i titoli del risparmio gestito. In caduta libera Azimut Holding -5,55%, ma anche Mediolanum -6,5%, Banca Generali -4%, Anima -4,4% e FinecoBank -5,4%.

STM SFUGGE AL DISASTRO. FCA RECUPERA NEL FINALE

E’ andata meglio al settore industriale. Fiat Chrysler ha recuperato nel finale chiudendo con una perdita dell’1% a 12,68 euro. Ha segnato un minimo a 12,33 euro. Il titolo ha perso il 17% dai massimi storici segnati lo scorso 18 maggio a 29,58 euro. Balza agli occhi il rialzo di Stm +1,72% in linea con segnali incoraggianti dal mercato dei chips. Tengono bene i titoli interessati da movimenti di M&A: Pirelli, Ansaldo Sts e World Duty Free.

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