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Grecia: il Pil risale, ma attenzione ai paragoni

Nel terzo trimestre la crescita ellenica è stata la più alta dell’Eurozona (+0,7%), ma il confronto con gli altri Paesi può trarre in inganno – Intanto, il governo Samaras preme per uscire in anticipo dal programma di aiuti del Fmi.

Grecia: il Pil risale, ma attenzione ai paragoni

La Grecia è uscita ufficialmente dalla recessione più lunga della storia moderna. Atene ha fatto sapere questa mattina che il Pil del terzo trimestre è cresciuto dello 0,7% (la variazione migliore fra quelle di tutti i Paesi dell’Eurozona), dopo il +0,8 e il +0,3% registrati rispettivamente nel primo e nel secondo trimestre (dati resi noti soltanto ieri). Su base annua, invece, il Pil greco è salito dell’1,4% fra luglio e settembre. Secondo le previsioni, nell’intero 2014 la Grecia dovrebbe crescere dello 0,6%. 

Alla luce dei dati meno positivi di Francia e Germania, oltre che di quelli addirittura negativi dell’Italia, si può essere tentati di dipingere la performance di Atene come una sorta di rivincita dopo la rigidissima austerità imposta dalla Troika. Occorre però ricordare che fra il 2008 e il 2013 la Grecia ha perso circa un quarto del proprio Pil, di gran lunga la contrazione più grave rispetto a quella accumulata in qualsiasi altro Paese di Eurolandia. 

Per quanto riguarda i valori assoluti, secondo i calcoli della Banca Mondiale, nel 2013 il Pil procapite della Germania ha superato i 45mila dollari, quello della Francia è andato poco oltre la soglia dei 40mila e quello italiano si è fermato poco sotto quota 35mila. Il dato della Grecia, invece, è rimasto sotto i 22mila dollari. 

La situazione ellenica rimane perciò ancora difficile e le condizioni di vita nel Paese restano lontanissime dai livelli pre-crisi. D’altra parte, i conti pubblici sono ora considerati in ordine (anche se il debito pubblico toccherà quest’anno il picco del 177% del Pil) e Atene ha raggiunto il primo surplus primario di bilancio da decenni. In questo scenario, il governo del conservatore Antonis Samaras punta raccogliere 9 miliardi nel 2015 direttamente sul mercato dei capitali, uscendo dal programma di assistenza dell’Fmi entro la fine del 2014, in anticipo rispetto alla tabella di marcia, che prevedeva la conclusione degli aiuti nel 2016 (il programma di aiuti della Ue terminerà invece a fine anno).

L’exit strategy consentirà a Samaras di porre fine alle visite della Troika, ma l’Esm (European Stability Mechanism) accompagnerà il processo con linee di credito precauzionali da attivare nel caso la Grecia “avesse bisogno di maggiori fondi”. 

Il capo del Governo greco dovrà però superare anche uno scoglio politico: a febbraio sarà costretto a trovare la maggioranza di 180 deputati necessaria a eleggere il nuovo presidente della Repubblica e secondo Syriza, partito di sinistra guidato da Alexis Tsipras oggi al primo posto nei sondaggi, saranno inevitabili elezioni anticipate.

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