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Governo verso un primo decreto su appalti e lavoro

Il provvedimento conterrà semplificazioni sul Codice degli appalti e le prime novità sui centri per l’impiego: due misure a costo zero – Per gli interventi davvero importanti (condono, Iva, flat tax, reddito di cittadinanza) bisognerà aspettare con ogni probabilità l’autunno – Nomine e deleghe al Cdm

Governo verso un primo decreto su appalti e lavoro

Semplificazione del Codice degli appalti per favorire la ripresa degli investimenti e prime mosse sulla riforma dei centri per l’impiego, indispensabile per il futuro reddito di cittadinanza. Questi i due interventi che rientreranno nel primo decreto legge in materia economica del nuovo governo Conte.

Per definire il quadro delle misure da mettere in campo e la tabella di marcia dei prossimi mesi, martedì mattina a Palazzo Chigi si è tenuto un vertice fra il premier e i ministri economici del nuovo governo gialloverde. Erano presenti il ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, il titolare dell’Economia, Giovanni Tria, e quello dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio. Stasera invece il Consiglio dei ministri provvederà a distribuire le deleghe (I servizi segreti resteranno al premier Conte mentre le tlc saranno in mano grillina) e a nominare viceministri e sottosegretari.

Le prime novità su appalti e centri per l’impiego hanno il pregio di essere a costo zero: il Governo punta infatti a rimandare all’autunno le questioni più impegnative, a cominciare dalla flat tax e dal reddito di cittadinanza, che richiedono un lungo lavoro di preparazione.

Un ruolo fondamentale è svolto dal condono (chiamato “pace fiscale” nel contratto di governo). Da questa misura i legastellati prevedono di ottenere un gettito di ben 35 miliardi di euro, che sarà utilizzato per finanziare (in parte) il primo anno di flat tax, il cui costo potrebbe arrivare a quota 50 miliardi.

Il problema è che per varare il condono bisogna per forza aspettare il primo ottobre, data di scadenza dell’ultima rata della prima rottamazione delle cartelle esattoriali. Partire prima con la “pace fiscale” significherebbe rischiare di ridurre gli incassi dell’operazione in corso.

C’è però un’altra questione da affrontare subito: quella del Def, che attende ora le risoluzioni al voto dell’Aula il 19 giugno. È probabile che la maggioranza si limiterà a una risoluzione leggera per ribadire il “no” agli aumenti Iva, senza addentrarsi sulle coperture. A quelle, come a tutto il resto, si penserà in autunno.

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