Tiger Woods e Phil Mickelson saranno di nuovo in campo insieme per la prima volta nel 2015. L’occasione è il Waste Management Phoenix Open, a Scottsdale, in Arizona, in programma da giovedì a domenica. Un appuntamento clou del calendario golfistico invernale, soprattutto per il numero di star che vanta in quest’edizione.
Il tour europeo d’altra parte non è da meno questa settimana, grazie all’Omega Dubai Desert Classic, che si svolge sul percorso degli Emirates. Anche in questo caso i giocatori sono il top del top del ranking mondiale, a partire dal numero uno del mondo Rory McIlory, due Henrik Stenson, sei Sergio Garcia, 12 Martin Kaymer, 15 Graeme McDowell. Insomma quello che si prospetta è un weekend da Tigri e Leoni, che potrà tenere incollati i tifosi per quattro giorni: Sky Sport trasmetterà infatti il tour europeo al mattino e quello americano alla sera.
L’Italia figura su entrambi i tavoli con un bel gruppo di giocatori: a Dubai ci saranno Renato Paratore, il migliore degli azzurri nel Desert Swing fino a questo momento; Matteo Manassero, ancora in affanno, ma sempre dotato di un grande talento; Edoardo Molinari (nono lo scorso anno in questa gara) e Marco Crespi.
Negli States torna sul tee, per il terzo torneo consecutivo, lo splendido Francesco Molinari, decimo la settimana scorsa all’Humana Challenge, a La Quinta in California. Un risultato che gli è valso 63 posizioni in classifica Fedex, dove adesso è 111esimo.
La vera notizia della settimana però è Tiger Woods. L’ex dominatore di ogni classifica, ormai numero 47 del mondo, torna finalmente alla competizione, dopo un 2014 inesistente e una modesta apparizione all’Hero World Challenge, in dicembre, torneo di beneficenza da lui stesso sponsorizzato.
Al Tpc Scottsdale invece Tiger fa sul serio e dopo un giro di prova all’alba, con un sorriso a tutti denti (la finestrella vista a Cortina è stata tappata) ammette: “Il drive volava molto più veloce del previsto e sono più lungo di quanto potessi mai sperare di tornare a essere. Penso sarà un anno divertente”.
Chi lo ha visto giocare, un paio di mesi fa, sostiene che è tornato il migliore di sempre, lo swing delle origini sembra funzionare alla grande. In quell’occasione però Tiger ha fatto approcci disastrosi e giocato il putter così-così e questo non è un bel segnale. Il gioco corto infatti è spesso la misura delle concentrazione di un golfista e della sua convinzione interiore di essere vincente. Quest’intima determinazione manca a Tiger da molti mesi e nel 2014, a causa dei problemi fisici, sembrava perduta per sempre.
Il campione però è risorto più volte dalle sue ceneri e potrebbe farlo ancora. Sul suo futuro i commentatori sono divisi: alcuni ritengono che ce la farà, altri credono che la sua era sia tramontata, perché ormai, sul tour, ci sono troppi ragazzi forti e affamati di vittorie. Domani Tiger giocherà proprio con due di questi agguerriti ventenni, Jordan Spieth e Patrick Reed e avrà l’occasione di mettersi subito alla prova.
Anche l’altro grande vecchio, Phil Mickelson, dovrà vedersela con due ossi duri: Hunter Mahan e Rickie Fowler. Un’altra partenza da tenere d’occhio infine è quella del campione Masters Bubba Watson, con Billy Horshel e Hideki Matsuyama.
In questo contesto manca all’appello il campione in carica Kevin Stadler, per un infortunio alla mano sinistra. In palio ci sono 6,3 milioni di dollari, 1,134 milioni per il primo e 500 punti Fedex. Il percorso è un lungo par 71 di 6500 metri, recentemente restaurato con un investimento di 12 milioni di dollari.