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Golf: torna Molinari, ma riparte da numero 73 del mondo

Dopo sette mesi di inattività Francesco Molinari torna finalmente a giocare a golf nell’ambito dello Shriners Hospitals for Children Open in programma domenica a Las Vegas

Golf: torna Molinari, ma riparte da numero 73 del mondo

La buona notizia è che Francesco Molinari ha finalmente deciso di ricominciare a giocare a golf, la cattiva notizia è che sette mesi di inattività peseranno sul suo stato di forma, mentre la sua posizione nell’ordine di merito mondiale è precipitata al numero 73.

In ogni caso si riparte da qui: dallo Shriners Hospitals for Children Open, in programma da domani a domenica sul tracciato del TPC Summerlin, a Las Vegas in Nevada negli Stati Uniti. Non sappiamo se ci siano ragioni fisiche che hanno tenuto Molinari lontano dai green tanto tempo, sicuramente di mezzo ci sono stati due traslochi e lo stop del tour americano per parecchie settimane dopo l’interruzione di una delle gare più prestigiose, The Players Championship, il 12 marzo scorso a causa dell’emergenza coronavirus.

Per essere più presente sul prestigioso circuito il fuoriclasse italiano ha deciso di trasferirsi insieme alla famiglia da Londra agli Stati Uniti, prima a San Francisco e poi a Los Angeles. Compiuto questo passo però il torinese ha saltato gare su gare e anche i due major che si sono disputati nel frattempo. È probabile che Molinari avesse bisogno di una fase di recupero psicologico.

Dopo i fasti del 2018, con la vittoria di un torneo del grande Slam (l’Open Championship) e il ruolo di leader nella trionfale Ryder Cup di Parigi, c’è stata la vittoria nell’Arnold Palmer Invitational all’inizio del 2019 e poi la cocente delusione al Masters vinto da Tiger Woods. Sembrava che Molinari avesse in mano la gara, ma le sue ambizioni finirono in acqua al corto par tre della buca 12 insieme alla pallina.

Sono eventi che lasciano un segno nei giocatori di golf, purtroppo però mentre il 38enne campione italiano si prendeva il tempo necessario al suo recupero, il golf correva verso nuove mete e incoronava nuovi e agguerritissimi giovani campioni. Primo, fra gli altri Bryson DeChambeau, 27enne di Modesto (California), indicato come l’uomo che sta rivoluzionando il golf con un mix di tecnica e potenza, vincitore dell’ultimo major, lo US Open. Bryson nel 2018 vinse anche il titolo in palio a Las Vegas e quindi parte favorito, ma a sua volta dovrà fare i conti con golfisti ancora più giovani e determinati. È il caso di Matthew Wolff, 21enne di Simi Valley che gli ha conteso fino all’ultimo il successo nello Us Open, e Collin Morikawa, 23enne di Los Angeles, che si era imposto ad agosto nel precedente major (PGA Championship).

Nel field, che comprende dodici dei primi 30 nel World ranking, anche Webb Simpson, Patrick Cantlay, Rickie Fowler, Sungjae Im e Kevin Na. C’è grande attesa inoltre per lo spagnolo Sergio Garcia, tornato al successo domenica scorsa nel Sanderson Farms. Da non trascurare l’australiano Jason Day, il giapponese Hideki Matsuyana e il cileno Joaquin Niemann. Non potrà giocare invece Tony Finau, perché positivo al coronavirus. Il montepremi è di sette milioni di dollari.

La settimana è ricca anche sul tour europeo, perché si gioca uno dei tornei più prestigiosi nel calendario, il Bmw Pga Championship, terzo evento stagionale delle Rolex Series, che avrà luogo al Wentworth Golf Club di Virginia Water in Inghilterra, e al quale prendono parte sei giocatori italiani: Renato Paratore, Edoardo Molinari, Guido Migliozzi, Nino Bertasio, Lorenzo Gagli e Andrea Pavan.

Nell’ottimo field spiccano inoltre i nomi dello statunitense Patrick Reed e degli inglesi Justin Rose, Tommy Fleetwood e Ian Poulter, i più accreditati nelle previsioni della vigilia tra i candidati al titolo insieme a Danny Willett, Lee Westwood (Abu Dhabi Championship), Aaron Rai, a segno domenica scorsa nello Scottish Open dove ha sconfitto Fleetwood nello spareggio, Graeme McDowell, Shane Lowry e Padraig Harrington, quest’ultimo capitano del Team Europe alla prossima Ryder Cup nel 2021 in Wisconsin.E ancora il tedesco Martin Kaymer, il giovane danese Rasmus Hojgaard, due titoli in stagione, l’austriaco Bernd Wiesberger, gli spagnoli Jorge Campillo, Adrian Otaegui e Miguel Angel Jimenez, a segno nel 2008, che porterà a 710 le presenze sul circuito dopo aver battuto il record di 706 dello scozzese Sam Torrance, i sudafricani Erik Van Rooyen, Dean Burmester e George Coetzee, il cinese Haotong Li e il thailandese Kiradech Aphibarnrat, tornato a impegnarsi in Europa, dove non giocava da gennaio, dopo un periodo senza guizzi sul PGA Tour.

Fra gli azzurri il più quotata è Renato Paratore, reduce dal suo secondo successo in carriera (British Masters) e da una buona prova nello US Open. Tre i giocatori italiani che si sono imposti nell’evento: Costantino Rocca nel 1996, Matteo Manassero nel 2013 e Francesco Molinari nel 2018. Anche qui il montepremi è di 7 milioni di dollari. 

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