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Golf, niente US Open per Tiger Woods

La speranza di rivedere il campione in gara si allontana così ogni giorno di più – “Continuo a lavorare duro per tornare in buona salute, ma non sono fisicamente pronto per giocare”

Golf, niente US Open per Tiger Woods

Tiger Woods rinuncia anche al secondo major dell’anno, lo US Open, in programma la prossima settimana (16-19 giugno) a Oakmont, in Pennsylvania. La speranza di rivedere il campione in gara si allontana così ogni giorno di più. “Continuo a lavorare duro per tornare in buona salute – scrive Tiger sul suo sito – ma non sono fisicamente pronto per giocare, sto facendo progressi, ma non sono abbastanza in forma per competere in un torneo”. Lo sarà mai, di nuovo?

A 40 anni, dopo 14 major vinti, fra cui tre US Open, dopo vari interventi chirurgici, fra cui tre operazioni alla schiena, è difficile pensare che Eldrick Tont Woods sarà mai, di nuovo, Tiger. Un’epoca si sta chiudendo per sempre, anzi, si è già chiusa da qualche anno, anche se la parola fine non è ancora stata pronunciata. Ammettere che il golf deve fare a meno di Tiger fa paura, perché per quanto bravi siano i campioni di oggi, nessuno ha il suo carisma, quella forza magnetica in grado di calamitare il pubblico, dal vivo e in tv.

Il golf senza TIger è molto più povero e, bisogna ammetterlo, è anche più noioso. Per questo ogni gesto del campione fa notizia, per questo ci si attacca a ogni piccola speranza, come il fatto che in aprile si fosse iscritto Oakmont. “È stata solo una scelta formale” ammette il suo agente Mark Steinberg. In sostanza Tiger si era iscritto allo US Open, per avere la possibilità di giocare nel caso fosse avvenuto un miracolo.

Il miracolo non c’è stato, non sarà in campo la prossima settimana e nemmeno quella successiva, per il Quicken Loans National, torneo organizzato dalla sua Fondazione al quale parteciperà solo in qualità di sponsor. Le speranze si riaccenderanno puntualmente per l’Open Championship (14-17 luglio), ma altrettanto puntualmente saranno deluse. Peccato, perché una stagione golfistica così ricca di eventi come quest’anno non si era mai vista.

La seconda tappa del grande slam sarà comunque piena di bei nomi, i migliori che il golf di oggi possa offrire. Fra loro anche Matteo Manassero, che un paio di settimane fa ha conquistato la qualifica in un torneo ad hoc. Non è ancora nella lista dei giocatori invece Francesco Molinari, il torinese che milita stabilmente sul Pga Tour e che, quest’anno, fatica a tenere una buona posizione nel ranking mondiale.

Oggi è 81esimo, lontano dai primi 50 giocatori del mondo, posizione che gli consentirebbe di accedere di diritto a quasi tutti i tornei più importanti. Molinari però ha talento e buona volontà e ce la sta mettendo tutta per ottenere un invito. Ha giocato la settimana scorsa, al Memorial, dove non ha passato il taglio e giocherà anche questa settimana in un torneo disertato da quasi tutti i big, ma con  una prima moneta importante e le giuste esenzioni. 

Si tratta del FedEx St. Jude Classic, in programma da oggi a domenica al TPC Southwind di Memphis nel Tennessee. Nel field spiccano i nomi di Phil Mickelson e Dustin Johnson, ma anche Brooks Koepka, Steve Stricker, Stewart Cink, Harris English, Ernie Els, Retief Goosen,  Padraig Harrington, Graeme McDowell, Camilo Villegas. Difende il titolo l’argentino Fabian Gomez, 37enne di Resistencia). Il montepremi è di 6,2 milioni di dollari; oltre un milioni di dollari per il primo. Il torneo viene trasmesso in diretta su SKY Sport.

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