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Golf, Augusta: Francesco Molinari nel gotha del Masters

Prende il via oggi in Georgia, all’Augusta National, il Masters di golf – Tra gli invitati c’è anche l’azzurro, che dovrà vedersela con avversari come Johnson, McIlroy, Spieth e molti altri – Ancora assente Tiger Woods

Golf, Augusta: Francesco Molinari nel gotha del Masters

Tutto è bello e impossibile all’Augusta National, in Georgia, uno dei pochi campi da golf al mondo con il riscaldamento incorporato, dove si disputa, da oggi a domenica, il primo major dell’anno: The Masters. Il tracciato è impareggiabile, i green sono perfetti, le azalee e i rododendri sono rutilanti, il verde è più verde e gli aghi di pino sembrano posati uno per uno intorno a fairway appena pettinati. Potrebbe essere il set di un film o di una soap: il viale d’ingresso si chiama Magnolia Lane, è lungo 300 metri e da Washington Road porta direttamente alla club house del circolo. Il suo nome è dovuto alle magnolie presenti al bordo del viale: 61 su ogni lato, per un totale di 122. Secondo Rory McIlroy giocare u ad Augusta è come stare una settimana a Disneyland

Forse è tutto un po’ kitsch, forse è tutto un po’ troppo americano, eppure il Masters è il major più atteso dell’anno e ha saputo scalzare nel cuore di molti anche il più antico e blasonato Open Championship. Il Masters si disputa sempre la prima decade di aprile e sempre sullo stesso esclusivo percorso, l’unica eccezione stagionale fu nel 2020, quando a causa del Covid la manifestazione venne rinviata a novembre.

Il sipario su questo splendido spettacolo, giunto alla 85esima edizione e pensato in ogni dettaglio, si apre dunque oggi e il palcoscenico è riservato a 88 giocatori (compresi tre dilettanti), tutti rigorosamente invitati. Fra loro c’è il torinese Francesco Molinari (38 anni), alla sua decima apparizione in questa gara. L’azzurro, che in bacheca vanta un major (l’Open Championship) ha passato il taglio ad Augusta sei volte e due anni fa è andato vicinissimo a conquistare il titolo e la giacca verde di membro onorario di questo club super esclusivo. Purtroppo non aveva fatto i conti con la buca 12, un corto e insidioso par tre che vanta più di una vittima nella sua lunga storia. La 12 è il cuore del cosiddetto “amen corner”, un triangolo di buche (11, 12, 13) che ha infranto i sogni di gloria di molti golfisti. A strappargli il trofeo fu Tiger Woods, che vinse con un blitz finale il suo 15esimo major, compiendo una resurrezione sportiva miracolosa dopo una serie di operazioni chirurgiche alla schiena. Purtroppo Tiger questa volta non c’è, perché è ancora convalescente dopo il terribile incidente automobilistico del 23 febbraio scorso nel quale ha riportato gravi ferite alla gamba destra. La dinamica dell’evento, nel quale non furono coinvolte altre persone e mezzi, potrebbe essere resa nota a breve. L’amico McIlroy dice che Tiger si pone l’obiettivo di tornare ad Augusta il prossimo anno e tutti sperano che abbia ragione.

Il campione in carica è il numero uno al mondo Dustin Johnson che, con una doppietta, potrebbe eguagliare l’impresa riuscita per ora solo a tre giocatori: Jack Nicklaus, Nick Faldo e Woods. A mettergli i bastoni fra le ruote c’è il gotha di questo sport: Justin Thomas (vincitore poche settimane fa del cosiddetto quinto major, The Players), Jon Rahm, Collin Morikawa, Bryson DeChambeau, McIlroy. Il nordirlandese è fuori forma, ma il suo grande talento potrebbe mettere a tacere ogni critica se riuscisse finalmente a conquistare il Masters, l’unico major che ancora gli manca per completare il grande slam.

Tra i favori è tornato ad affacciarsi Jordan Spieth (vinse il Masters nel 2015) a segno sul PGA Tour la settimana scorsa nel Texas Open, a distanza di 1.351 giorni dall’ultima vittoria, ottenuta nel luglio 2017 (The Open). Da citare Brooks Koepka, ma non si sa che possa fare, dopo l’operazione al ginocchio destro del 16 marzo scorso. Fra i papabili Xander Schauffele, grandissimo e giovane giocatore che ha però già perso molte occasioni di successo. Del field fanno parte inoltre molti ex vincitori del torneo, che ogni anno possono tornare a disputare quest’ambita sfida. Dopo due giorni c’è il taglio e accederanno alle 36 buche finali solo i 50 score migliori.

La gara viene aperta, come ogni anno, dal colpo di tre immense glorie del passato: Nicklaus, Gary Player e Lee Elder, che prende il posto dello scomparso Arnold Palmer. Elder fu il primo afroamericano a giocare The Masters nel 1975, rompendo una tradizione e una barriera razzista che resisteva dalla fondazione del club.  Si narra che il co-fondatore di Augusta, Clifford Roberts, una volta disse: “Finché sarò vivo io i giocatori di golf saranno bianchi e i caddie neri”.

Roberts morì prima, ma fino al 1983 tutti i giocatori del Masters dovevano affidarsi a un caddie del circolo, che doveva essere afroamericano e in tuta bianca. Fortunatamente di questa “tradizione” oggi resta solo la tuta bianca che i caddie devono indossare, insieme a scarpe da tennis ugualmente candide e un cappellino verde. Si ricorda che oggi i caddie sono professionisti, profumatamente pagati dai giocatori con i quali fanno squadra.

Il tracciato dell’Augusta National, disegnato dal socio fondatore Bobby Jones e da Alister MacKenzie, è un par 72 che attualmente misura 6.835 metri.

Il montepremi è top secret e viene annunciato durante la settimana del torneo. Nel 2020 fu di 11,5 milioni di dollari, con una prima moneta per il vincitore di oltre 2 milioni. In palio ci sono inoltre 600 punti per il ranking mondiale e per la Fedex (campionato Usa), oltre una serie di esenzioni e l’invito perpetuo al Masters.

La gara viene trasmessa in diretta su Sky Sport: si parte oggi dalle 21 fino all‘1,30 su Sky Sport Arena.

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