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Giro d’Italia: tappe inutili, cadute certe: Goss vince nel groviglio

Troppi rischi nelle volate: una manovra sciagurata di Ferrari scaraventa a terra Cavendish e la maglia rosa Phinney – Tutti malconci con danni da valutare.

Giro d’Italia: tappe inutili, cadute certe: Goss vince nel groviglio

Mette disagio e brividi vedere due volte all’anno i cavalli schiantarsi nella folle corsa del Palio ma Piazza del Campo non può essere ridisegnata per smussare le curve e le pareti dei monumenti. Così è finchè il palio esisterà. Ma nel ciclismo insistere a disegnare tappe piatte, come quelle danesi del Giro, dove le maggiori insidie sono per lo più concentrate nelle curve anche a gomito negli ultimi due-tre chilometri è del tutto insensato. A meno che non si provi gusto al rischio dell’ecatombe. Che puntualmente è avvenuta. A Herning sono ruzzolati una ventina di corridori con conseguenze per fortuna limitate. A Horsens, dove si iniziava e si concludeva la terza frazione, si è rischiato il dramma proprio nella giornata dedicata alla memoria di Wouters Weylandt, il corridore belga morto l’anno scorso nella discesa del Passo del Bocco.

A farne le spese nella volatona, vinta dall’australiano Matthew Goss sull’argentino Haedo e sull’americano Tyler Farrar, sono stati i due maggiori protagonisti di questo avvio Giro nel vento dello Jutland: la maglia rosa Taylor Phinney e il campione del mondo Mark Cavendish, scaraventati a terra da una piratesca manovra del bresciano Matteo Ferrari (retrocesso all’ultimo posto ma la giuria avrebbe dovuto espellere un personaggio simile!). Il britannico, piuttosto malconcio, tagliava il traguardo con la bici in spalla. Phinney veniva caricato in autoambulanza per le prime medicazioni. Pur dolorante a un piede l’americano della Bmc, stazza da corazziere, ha voluto presentarsi alla premiazione, sempre maglia rosa con un vantaggio di 9” sul secondo, Thomas (Sky) e di 13” sul terzo, il danese Rasmussen (Garmin).

A Verona, dove il Giro si trasferirà nelle prossime ventiquattr’ore, Phinney spera di non patire le conseguenze del terribile groviglio di Horsens nella crono a squadre di mercoledì. “Non so spiegarmi – ha detto l’americano passati i primi momenti di spavento – perchè allo sprint si prendano certi rischi! E’ stato un inferno. Per adesso mi sento ok. Vediamo cosa dicono i medici ma credo di poter continuare”.

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