Condividi

Gialle&Co: il tempio milanese delle patate si espande all’estero

L’idea innovativa di cinque giovani, di sfidare la baked potato, si è trasformata in un’impresa di successo. E ora con una campagna di crowdfunding punta a esportare il format in tutto il mondo

Gialle&Co: il tempio milanese delle patate si espande all’estero

Patate Uber Alles: l’idea nacque da cinque amici, durante un viaggio a Londra. Cercavano qualcosa di tipico e poco distante dall’albergo, e approdarono in un pub dove la proprietaria dichiarava che le sue erano le migliori baked potatoes della città. Ne ordinano diverse, dalla classica burro panna acida e bacon alla variante con pollo e salse, ma il risultato al palato, al di là degli incensamenti della ristoratrice,  fu tutt’altro che soddisfacente: pesantezza e gusto sciapo. Uno di loro decise quindi di sfidare la proprietaria a cucinare una baked potato all’italiana, in cambio di carpire i segreti della ricetta tradizionale e realizzò la Threecolore con stracciatella, songino e pomodorini. Quella notte nacque l’idea di Gialle&Co il primo format di baked potatoes gourmet aperto a Milano nel 2017 in Via Moscova, che ha riscosso un così elevato successo sia in termini di apprezzamento del pubblico che di visibilità (media, social, ecc.) da arrivare a registrare un fatturato di quasi 300 mila euro nel 2018, previsto in crescita per oltre il doppio nell’anno in corso, e che fino ad ora ha registrato oltre 20 mila clienti.

E, sull’onda di questo successo, ora punta anche all’estero con un piano di espansione che prevede altri 12 ristoranti entro il 2022 con l’assunzione di 125 dipendenti e un fatturato previsto di 10 milioni di euro. Il secondo e terzo locale saranno finanziati da una grande campagna di crowdfunding attraverso Mamacrowd.com, la prima piattaforma italiana per capitale raccolto, al via il 26 marzo, attiva per due mesi, partendo da una stima complessiva del locale valutata 1,9 milioni di euro.

“Puntiamo a raggiungere entro un orizzonte temporale di 4 anni quota 10 milioni di fatturato, per aprire il capitale a un partner che ci supporti nella crescita a livello mondiale” racconta il CEO Davide Minardi. Bak srl, la società che controlla il brand Gialle&Co. è composta da 5 soci con un background di stampo economico-finanziario ma con una grande passione per la cucina italiana.  Le diverse esperienze lavorative in ambito consulenziale, finanziario, commerciale e di marketing hanno reso il team completo per lo sviluppo e il monitoraggio del progetto Gialle&Co.

“Siamo una start up innovativa adatta per una clientela che varia in termini di età (dai 25 ai 55 anni), con ricette stagionali per ogni dieta (vegetariana, vegana) e necessità (celiachia), prezzi contenuti e rapidità di servizio, ideale anche per chi è di fretta (o pausa pranzo).”

L’idea di successo di Gialle&Co è stata quella di trasformare e reinterpretare in chiave italiana la tipica baked potato inglese proponendo per primo la patata cotta al forno declinata in quindici ricette signature e altre stagionali. Ce n’è per tutti: dalle Fishytariane alle Veggytariane, dalle Meatariane alle Vegane. Le proposte di Gialle&Co. hanno nomi divertenti e ironici, come il concept del locale: si dividono in Fishytariane, per gli amanti del pesce, in Meatariane, per chi non può fare a meno della carne, in Veggytariane e Vegane per il popolo green. Dodici proposte classiche e altre tre stagionali che arricchiscono la scelta dei menu. I signature dishes di Gialle&Co. sono senza dubbio la Dr. Salmon & Mr. Butter (con salmone affumicato norvegese, burro alle erbe, crème fraîche, semi di zucca); la Mortacci Yours (con guanciale croccante, salsa carbonara e pecorino); la Mamma’s (con ragout alla bolognese, besciamella, parmigiano) e la Semper Green (gorgonzola dolce, porri, pistacchio).

 “Il primo Gialle&Co. è stato studiato nei minimi dettagli, in base a cardini che lo rendono un format replicabile e scalabile: verticalità di prodotto (sostanzialmente monoprodotto), food cost contenuto, facilità di stoccaggio, alta rotazione di magazzino e quindi basso deperimento delle materie prime, standardizzazione dei processi di lavorazione, ricerca di una materia prima di qualità come le patate del Fucino IGP, massima attenzione alla standardizzazione del prodotto con monitoraggio del food cost per punto vendita attraverso un programma gestionale già progettato per l’apertura di nuovi punti vendita”.

Commenta