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Germania alla resa dei conti: Grosse Koalition o nuove elezioni

Lo stallo politico degli ultimi tre mesi in Germania sembra indirizzato ad una conclusione. Dalla giornata di domenica sono iniziati i colloqui esplorativi fra la Cdu di Angela Merkel e l’Spd di Martin Schulz per la ricerca di un accordo sul governo di larghe intese. Nessun impatto negativo sui mercati finanziari, ma rimane lo spettro del ritorno al voto

Germania alla resa dei conti: Grosse Koalition o nuove elezioni

Sono ormai passati più di tre mesi dal 24 settembre, giorno delle elezioni politiche in Germania. Il periodo è stato caratterizzato da dibattiti e scontri ed ha visto protagonista la Cancelliera Angela Merkel, arrivata al quarto mandato, impegnata nella ricerca di un accordo politico per la creazione della cosiddetta Grosse Koalition, soluzione politica al governo ormai dal 2013.

La situazione tedesca è instabile. Si tratta della più lunga crisi politica vissuta dal paese dal secondo dopoguerra ad oggi, e l’attuale situazione di stallo non potrà durare ancora per molto. I leader dei due partiti principali, Angela Merkel ed il socialdemocratico Martin Schulz si incontreranno nei prossimi cinque giorni per cercare di trovare un punto d’accordo. Ai più sembra una resa dei conti: o si troverà una soluzione oppure si spianerà la strada per nuove elezioni, con l’ipotesi di un governo di minoranza che non sembra trovare reali conferme.

Fino ad oggi lo scenario politico tedesco non ha – per fortuna – influito negativamente sull’andamento dei mercati finanziari. Il rischio politico sta diventando sempre meno importante per la Borsa, la forza dell’economia supera le incertezze. A conferma di ciò ecco i dati relativi agli ordine alle industrie tedesche, che a novembre mostrano una crescita dell’8,7% su base annua, a fronte del +7,2% di ottobre (rivisto da +6,9%). Il dato è migliore delle attese degli analisti ferme a +7,8%.

L’obiettivo dichiarato della Cancelleria è ricreare nuovamente un’alleanza con i socialisti dell’Spd. Merkel spera di arrivare, ad inizio aprile, alla firma dei negoziati formali per una coalizione di governo.

Il grande scoglio è rappresentato da Martin Schulz, leader dei socialdemocratici ed ex presidente del Parlamento Europeo. “Non poniamo alcuna linea rossa, ma vogliamo che in Germania vengano applicate quante più politiche rosse possibile” ha dichiarato Schulz. L’Spd vuole ottenere il massimo dalle trattative, consapevole della propria posizione: i socialdemocratici rappresentano l’ultima spiaggia per la formazione del nuovo governo.

Schulz dovrà però vedersela con la base del suo partito, molto scettica sulla Grosse Koalition. Il leader potrebbe chiedere alla Merkel di mettere sul piatto alcune fra le principali cariche politiche del prossimo governo, con quella del ministro delle Finanze. Il crollo dei consensi dell’Spd alle ultime elezioni (20% dei voti, peggior risultato negli ultimi settant’anni) era stato attribuito dal partito proprio all’alleanza con Merkel.

I nodi dell’accordo sono immigrazione, politiche fiscali e politiche per gli investimenti pubblici. Le elezioni di settembre hanno messo in guardia Angela Merkel, che ha vinto ottenendo il peggior risultato del partito dal dopoguerra ad oggi, lasciando terreno alla destra xenofoba di AfD. Proprio per questo alcuni commentatori politici si attendono un’inversione di rotta del Cdu verso una posizione più dura sul tema dell’immigrazione; tra le idee in potenza anche una riduzione dei sussidi economici a chi richiede asilo politico o l’imposizione di verifiche sui migranti che si dichiarano minorenni entrando in Germania.

Il raggiungimento dell’intesa per la coalizione è ostacolato non solamente dai partiti ostili a Spd e Cdu, ma anche al loro interno non mancano i problemi.

In autunno la Baviera andrà alle urne per il rinnovo del governo regionale e la Csu, alleati principali della Cdu, intende proseguire nella sua linea dura sulle politiche di immigrazione. Il leader del Partito Horst Seehofer nelle ultime settimane ha più volte incontrato il tanto discusso premier ungherese Viktor Orban, da tempo nemico politico di Angela Merkel.

Fino ad oggi la situazione è tenuta in piedi dal presidente della Repubblica, Frank-Walter Steinmeier,  che ha assunto il ruolo di mediatore dopo il fallito accordo fra Spd, Verdi e liberali della Fdp, la cosiddetta Coalizione Giamaica. Era il 20 novembre, e quel giorno Angela Merkel dichiarò di voler chiudere le porte a qualsiasi nuova consultazione. Il ritorno alle urne però è una soluzione che il capo di Stato tedesco non vuole prendere in considerazione.

Le parti in gioco sembrano remare verso la stessa direzione: che sia un accordo necessario per la stabilità ed il futuro della Germania, come la Merkel sostiene, o semplicemente una scelta “accettabile” per frenare l’avvento degli estremisti o di figure nuove nell’ambiente politico tedesco, questo non è dato saperlo. Un cambio alla guida della Germania dopo questi tre mesi e mezzo di stallo sarebbe un duro colpo per gli equilibri economici e politici europei.

Tutti, a parole, sembrano certi che alla fine un accordo di coalizione tra Cdu-Csu e Spd verrà trovato. Per conoscere i prossimi scenari basterà attendere una settimana.

PASSI IN AVANTI

Al termine del primo giorno di colloqui, iniziati domenica, filtra ottimismo dalle parti. Sembra infatti che Cdu ed Spd abbiano raggiunto un’intesa per alleggerire le imposte sui redditi più alti. Ricordiamo che il tema di una fiscalità meno pressante era una delle promesse elettorali di Merkel e di tutto il partito conservatore nei mesi precedenti le elezioni

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