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Generali, il nuovo ceo Mario Greco illustra la strategia alla sua prima assemblea

Il ceo Mario Greco, alla prima assise della sua gestione, ha illustrato agli azionisti riuniti a Trieste la propria strategia: “Abbiamo 12 miliardi di debito che ci costano troppo: siamo a rischio con il rating, dobbiamo vendere asset” – “Non esercitiamo il diritto all’aumento di capitale in Rcs” – “Più dividendi e Trieste ancora sede centrale”.

Generali, il nuovo ceo Mario Greco illustra la strategia alla sua prima assemblea

Auto aziendali, immobili locati, operazioni con parti correlate e compensi. Mario Greco ha risposto punto per punto alle numerose e minuziose domande degli azionisti accorsi a Trieste per la prima assemblea della sua nuova gestione, dopo l’uscita in corsa di mandato di Giovanni Perissinotto. Senza giri di parole il manager ha fin da subito voluto segnare il passo di un’assemblea che non voleva e doveva lasciare nessuna area grigia sulla direzione che seguirà il Leone nei prossimi anni: più redditività, focalizzazione sul core business nelle zone stabili e in quelle ad alta crescita in Europa dell’Est e Asia, nessun’altra nuova acquisizione (dopo le minoranze della joint venture Gph), riduzione del debito tramite la cessione di asset e  nessun aumento di capitale. Per Greco il 2013 è partito con la stessa spinta positiva di fine 2012 e le azioni messe in campo  “stanno cominciando a dare risultati e sicuramente ci aiuteranno nel corso dell’anno”. Dal presidente Gabriele Galateri di Genola è poi arrivato l’endorsment al nuovo governo “Voglio sottolineare l’eccellente lavoro svolto dal Presidente della Repubblica per la formazione del nuovo governo, e fare gli auguri al presidente del Consiglio e ai suoi ministri. Ne conosco molti sono capaci e competenti, in grado sicuramente di affrontare i problemi del nostro Paese”.

All’assemblea, che tra i punti più importanti ha approvato il bilancio 2012 e i nominato il nuovo cda (sceso a 11 membri e senza comitato esecutivo), era presente circa il 47% del capitale sociale. Tra gli assenti Effeti e Ferak. Debutta il Fondo strategico italiano (Cdp) con la quota del 4,48%. Presenti oltre i grandi soci, (da Mediobanca 13,24% a Del Vecchio 3,01% a Caltagirone 2,23% e De Agostini 2,43%), anche Inv. A.G. (1,35%), Cassa nazionale di previdenza e assistenza forense (1,01%) e il gruppo Benetton (0,96%). Il governo della Norvegia era presente con lo 0,96% contro l’1,79% di un anno fa.

NECESSARIO RIDURRE IL DEBITO E RAFFORZARE IL CAPITALE. AVANTI CON LE CESSIONI MA NESSUN AUMENTO

Non abbiamo intenzione di ricorrere agli azionisti per migliorare il patrimonio e il solvency ratio, ma abbiamo una chiara strategia per migliorare la posizione patrimoniale cedendo asset”, ha ribadito Greco. Porta chiusa a ogni ipotesi aumento di capitale quindi, neanche in ottica di acquisizioni, che non rientrano (dopo l’acquisto delle minoranze della joint venture Gph) nella strategia del prossimo futuro. La strada del gruppo è chiara: prima bisogna rimettere a posto il debito e rafforzare il capitale necessario per portare avanti il business assicurativo e solo in futuro si potrà tornare a ragionare su altre ipotesi. “Abbiamo 12 miliardi di debito che ci costano troppo e ci portano a un punto rischiosissimo con le agenzie di rating. Per ridurre questo debito dobbiamo vendere asset – ha detto Greco – Io vendo fino a quando la situazione del capitale della società non sarà tornata dove deve tornare, e cioè avere il capitale per garantire ai clienti il servizio. Oggi dobbiamo ricostituire il capitale, e siccome è stato usato per comprare asset che non hanno dato una redditività adeguata, ora rinforziamo la società per riportarla dove era in passato, e poi studieremo dove portarla”. Il manager ha confermato che la cessione delle attività di riassicurazione  Usa e di Bsi procede nei programmi ma ha precisato che Generali non è obbligata “a vendere in fretta e male”.

NIENTE AUMENTO DI CAPITALE RCS

E si conferma anche la linea sulle partecipazioni che porta le Generali ad allentare sempre più i legami con le partecipazioni che non sono funzionali al business assicurativo. ”Non esercitiamo il diritto all’aumento di capitale in Rcs”, ha infatti confermato Greco dopo le anticipazioni al riguardo. Con la defezione delle Generali, cresce il partito anti aumento e l’incertezza sul buon esito della ricapitalizzazione del gruppo editoriale. In un’intervista al Piccolo, pubblicata come da tradizione la mattina dell’assemblea,  Galateri, ha ribadito che non esistono più partecipazioni strategiche e ha suggerito che  Telecom si comporti come Fiat. “Non voglio giudicare gli altri – ha detto rispondendo a una domanda su come le grandi imprese del Paese stiano superando la crisi – La Fiat di Marchionne ha fissato da tempo obiettivi chiari e li persegue con determinazione. Mi auguro che anche Telecom segua la stessa strada trasformazione culturale di un gruppo globale”.

GRECO, NESSUN VANTAGGIO OCCULTO DA PARTI CORRELATE

Numerose le domande dei piccoli soci che hanno voluto sapere di più sulle operazioni con parti correlate, sui compensi, sugli immobili locati. Greco ha risposto punto per punto. In particolare, sulle operazioni con parti correlate ha rilevato che “allo stato non c’è evidenza” di vantaggi occulti e responsabilità nelle operazioni di Generali con parti correlate. Abbiamo valutato  tutto il portafoglio e tutti gli investimenti. Questo ha portato a una revisione sostanziale dei valori. Tutte queste operazioni sono state portate al comitato controllo e rischi e al cda, con spiegazioni sulla loro ricostruzione. Non abbiamo messo da parte nulla, non ci sono pressioni, continueremo le verifiche e se troveremo qualcosa prenderemo le azioni necessarie”.

Tra i piccoli azionisti c’è anche chi ha richiamato alla memora l’ex presidente Cesare Geronzi che oggi presiede ancora la Fondazione Generali. La presidenza della Fondazione ”non è retribuita ed è stata attribuita al momento dell’uscita al dott. Geronzi per cinque anni. Ne sono passati due e siccome ‘pacta sunt servanda’, pazientemente il gruppo Generali attende che passi il tempo”, ha spiegato il presidente del Leone  Gabriele Galateri di Genola.

Ma mentre le Generali di Greco guardano all’Est Europa e alla Cina, a Trieste i malumori sono tutti rivolti all’eliminazione, approvata oggi in sede straordinaria, della denominazione “Trieste sede della direzione centrale”. Il timore è che Trieste perda presa e importanza nel futuro del gruppo. “Abbiamo cancellato una dizione organizzativa che non è più adatta ai tempi e a un gruppo internazionale – ha risposto Greco – Non spostiamo nulla a Milano e non abbiamo alcuna intenzione di farlo. Lo vedrete nei fatti. Questa città è casa nostra e ci fa piacere tornare qui dopo essere stati in giro per il mondo”.

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