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Gas: resterà risorsa fondamentale

STUDIO DI BANCA MPS ALLEGATO – Nonostante la crisi e la forte concorrenza delle rinnovabili, il combustibile rimane centrale per soddisfare il fabbisogno energetico. Soprattutto in Italia. Le prospettive nel prossimo futuro

Il gas e resterà centrale, nonostante la crisi, le tensioni geopolitiche ela forte concorrenza delle rinnovabili, per soddifare il bisogno di energia. Questo è quanto emerge dal rapporto dell’area research di Banca Monte dei Paschi di Siena in cui si sottolinea come la produzione e il trasporto del gas naturale dai paesi di origine ai paesi consumatori siano cresciuti nel corso dell’ultimo decennio di oltre il 28%.

Nel rapporto di Banca Monte dei Paschi di Siena si pone l’accento sulla facilità di trasporto del gas naturale mediante gasdotti e trasporto via mare dopo un processo di liquefazione a bassa temperatura. La rete complessiva dei gasdotti mondiali si estende ormai per quasi 900 mila chilometri ed il commercio di GNL a livello mondiale è ormai pari a 250 milioni di tonnellate, circa raddoppiato rispetto a 10 anni fa.

Nell’ultimo decennio il mercato del gas è cambiato radicalmente con l’arrivo impetuoso degli Stati Uniti che con la scoperta dello ‘shale gas’ e il suo sfruttamento attraverso la tecnologia del fracking è diventato il primo produttore mondiale con 687 miliardi di metri cubi di gas nel 2013. Una modalità estrattiva che, come si sottolinea nel rapporto, può causare una diminuzione della pressione interna della crosta terrestre con pericoli per gli edifici che risentirebbero dell’abbassamento della superficie.

L’altissima produzione americana ha generato un aumento della concorrenza tra i paesi produttori e pressioni ribassiste sul prezzo del gas soprattutto negli USA mentre a livello mondiale l’indice MPS-WGI (World Gas Index) denota prezzi stabili durante gli ultimi 3 anni dopo il picco del 2008 ed il crollo successivo.

Per quanto riguarda l’Italia, l’importanza relativa del consumo di gas naturale rispetto alle altre fonti di energia è ancora più rilevante perché ammonta al 34 per cento del totale  ovvero a circa 70 miliardi di metri cubi. Tuttavia, dal 2008 ad oggi, la crisi ha influito pesantemente determinando un deciso calo dei consumi di energia e quindi anche del gas naturale che ha subito una diminuzione  di circa il 20% rispetto al picco di 86 miliardi di metri cubi del 2005. Le previsioni di sfondamento del fatidico tetto dei 100 miliardi di metri cubi a fine decennio formulate da importanti operatori del settore molto difficilmente dunque potranno realizzarsi. Il Gas ha subito anche un’accanita concorrenza da parte delle energie alternative nella produzione di elettricità; in questo particolare settore i consumi  di gas naturale sono calati addirittura del 37% rispetto al picco del 2008.

Il rapporto di Banca Monte dei Paschi di Siena illustra anche la struttura di approvvigionamento dell’Italia dall’estero mediante i quattro importanti gasdotti Transmed, Greenstream, Trans Austria Gasleitung e Transitgas. A questi dovrebbero aggiungersi anche il nuovo progetto TAP.

Ma da dove arriva il gas che importiamo? Il gas russo riveste un ruolo estremamente importante nelle nostre forniture con il 30,5% del quantitativo complessivamente importato, ma dalla sola Algeria arriva in Italia un quantitativo assai maggiore, pari al 33,8%.

Dato l’attuale quadro geopolitico, viste le crescenti tensioni tra Russia e Ucraina, se si considera che le direttrici di approvvigionamento mediante “pipeline” sono molteplici e che le importazioni di GNL sono ancora molto basse, (3 per cento del totale), il nostro paese – conclude il rapporto – sembra in un’ottima posizione dalla quale potrebbe forse sopportare con minore difficoltà un’eventuale situazione di contingentamento delle forniture russe.


Allegati: GAS NATURALE dicembre 2014 .pdf

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