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Fugnoli (Kairos): le Banche centrali fanno felici le Borse

Secondo lo strategist di Kairos, la riconciliazione tra Banche centrali e mercati darà un sostegno alle Borse nel primo trimestre dell’anno e anche più in là – Brexit non è più un grosso problema mentre restano le incognite della guerra commerciale tra Usa e Cina – Dove investire oggi – VIDEO

Fugnoli (Kairos): le Banche centrali fanno felici le Borse

La riconciliazione fra mercati e banche centrali. È questo – secondo Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos – il fattore dominante nel mondo della finanza in questa prima fase del 2019. Nell’ultimo episodio della sua rubrica video “Al 4° piano”, Fugnoli ricorda che nell’ultimo trimestre del 2018 “le banche centrali continuavano a ritenere non pericolosa la situazione del ciclo economico e a pensare a una progressiva normalizzazione delle politiche monetarie”, mentre i mercati avevano previsto la fase di rallentamento in arrivo e quindi giudicavano inadeguata la decisione degli istituti centrali di continuare lungo la strada del rialzo dei tassi. Questa divergenza ha provocato il ribasso molto consistente registrato dalle Borse nel periodo ottobre-dicembre dell’anno scorso.

Ora, invece, “le banche centrali riconoscono un certo indebolimento della crescita – prosegue Fugnoli – e i mercati ammettono che non esistono pericoli di recessione globale. C’è qualche problema in Europa, ma gli Stati Uniti – che sono il perno dell’economia globale – godono ancora di buona salute”.

Cosa produrrà questa riconciliazione nel mondo della finanza? Lo strategist di Kairos prevede che il nuovo equilibrio “darà un grande sostegno ai mercati nel prossimo trimestre e anche più in là”.

Sul piano geopolitico, Fugnoli ritiene che Brexit non costituisca più una grossa incognita, perché si andrà verso una soluzione light. Gli scenari più incerti sono invece la guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina, che però “dovrebbe trovare una soluzione, in positivo o in negativo, nelle prossime settimane”, e il contenzioso fra Usa ed Europa, “in particolare sulle auto tedesche, che però non avrà conseguenze a livello globale”.

Quanto agli indicatori macroeconomici, “l’inflazione dovrebbe rimanere moderata, mentre la crescita dovrebbe rimanere positiva, anche se non ai livelli dell’anno scorso – continua Fugnoli – I margini delle società, invece, vanno incontro ad alcune pressioni negative per un aumento dei costi, ma si mantengono comunque su livelli molto elevati”.

Stando così le cose, verso quale direzione conviene indirizzare gli investimenti? “Finora i mercati più premiati nel 2019 sono stati quelli statunitensi, ma se, com’è probabile, la contesa fra Usa e Cina s risolverà in modo positivo, vedremo un andamento più positivo anche delle Borse e delle valute asiatiche”. Quindi, secondo Fugnoli, “pur essendoci ancora un margine d’incertezza, investire nei Paesi asiatici dovrebbe permettere un apprezzamento in conto capitale e anche di cambio”. Questa “fase asiatica durerà qualche mese” e nel frattempo si aprirà la trattativa vera e propria “sulla controversia fra Usa ed Europa”, con quest’ultima che “resterà sotto pressione. In parte, i mercati scontano già questa prospettiva, ma le difficoltà non mancheranno. Il momento dell’Europa arriverà perciò più in là nell’anno, quando, auspicabilmente, si sarà chiuso anche il contenzioso fra Usa e Ue”.

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