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Fotografia: mostra antologica di Bohnchang Koo.

La Galleria Carla Sozzani presenta per la prima volta in Italia un’antologica del fotografo coreano Bohnchang Koo, immagini selezionate dalle serie: “Vessels”, “White”, “Masks”, “Portraits of Time”, “Ocean” e “Everyday Treasures”.

Fotografia: mostra antologica di Bohnchang Koo.

La sua ricerca è incentrata sulla provvisorietà, sul passaggio del tempo, sulla scomparsa e sul patrimonio culturale.
Per la serie “Vessel” (Veliero) ha fotografato rare porcellane della dinastia Joseon (1392-1910), visitando musei in varie parti del mondo per riportare alla memoria questo squisito vasellame bianco, ripreso su uno sfondo bianco con luce morbida.
“Ho cercato di catturare il punto di vista in cui il vaso è di più che un antico oggetto prezioso, ma un veliero che trasporta un’anima con infinite capacità di accogliere il cuore dell’osservatore e del vasaio.” dice l’artista.
È il recupero dell’eredità culturale coreana e, nel contempo, la possibilità di trascendenza dell’oggetto. Mentre in “White” il soggetto è la natura, o meglio quei fragili segni che la natura lascia quando oramai lo splendore è scomparso: esili rami di edera ancora abbarbicati sul muro e punteggiate forme di rampicanti, aghi di pino sulla neve, creano
una nuova insospettata “calligrafia”!che ci obbligano ad osservare la bellezza racchiusa in semplici ed effimeri scenari quotidiani, sui quali non ci soffermiamo per superficialità.!!
E non dissimile è l’indagine “Portraits of the Time”: protagonista è una parete, rigorosamente bianca, che quasi tutto il lavoro di Koo si svolge sul più elementare dei cromatismi, il bianco e nero. La parete porta le tracce del tempo trascorso.
Rugosità e pieghe, fenditure, autentica “pelle” di un vissuto.
Ed anche “Ocean” è leggermente increspato o liscio e morbido come il velluto di seta, metafora di un’altra età dell’uomo.
Invece, in “Masks”, della rappresentazione tradizionale coreana, la curiosità di Koo si appunta sul “visto” – “non visto”. La maschera nasconde le autentiche emozioni, ma, i goffi gesti e le maschere, riflettono la profonda tristezza che si esprime nel folklore del suo Paese.
Nell’ultimo lavoro (2014), “Everyday Treasures” Bohnchang Koo ha radicalizzato ancora di più la sua ricerca. “Everyday Treasures” raccoglie immagini di saponette. Tesori di ognigiorno che utilizziamo senza la minima consapevolezza. Il sapone si consuma come le nostre vite, giorno per giorno. Le immagini sono di una semplicità disarmante e potrebbero
apparire persino banali, però una volta ancora l’autore sottolinea la fragilità, la fugacità del nostro mondo.
Immagini di elegante estetica, non aggressive e dai toni sommessi, ben rappresentano la
sensibilità coreana e la capacità di osservare le più sottili espressioni della reale.

Nato a Seul, Corea del Sud, nel 1953, è stato educato nella tradizione culturale buddista. Si è laureato in Business Administration presso l’Università Yonsei della stessa città. Dopo aver lavorato alcuni anni in una multinazionale, nel 1980, decise di seguire il suo interesse per l’arte e di trasferirsi in Germania per studiare fotografia alla Fach Hoch Schule diAmburgo. Nel 1985 rientrò in Corea iniziando ad insegnare alla Kaywon School of Art and Design. Attualmente è docente presso l’Università Kyungil nella città coreana di Gyeongsan.

Le sue opere sono state esposte in numerose mostre personali e fanno parte di diverse collezioni museali e private negli Stati Uniti e Asia, tra cui: San Francisco Museum of Modern Art; Museum of Fine Arts, Houston; Kahitsukan Kyoto Museum of Contemporary Art; National Museum of Contemporary Art, Leeum, Seul; Leeum Samsung Museum of
Art, Seul.
Nel 2008 è stato direttore artistico di Deagu Foto Biennale, Corea del Sud, e nel 2013 è stato uno dei curatori di Photoquai, Parigi. È presidente della fondazione Parkgeonhi in Corea. Tra le sue pubblicazioni: Deep Breath in Silence, Revealed Personas, Vessels for the Heart in Korea and Hysteric Nine, Vessel, Everyday Treasures in Japan.
Bohnchang Koo è considerato uno dei fotografi più influenti della Corea del Sud, non solo per la sua ricerca fotografica, ma anche per il suo lavoro di docente e curatore che ha notevolmente contribuito a formare e promuovere la fotografia coreana contemporanea.

Milano/Galleria Carla Sozzani: dal 9 novembre 2014 al 11 gennaio 2015

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