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Fotogiornalismo: Napoli ricorda Andrea Rocchelli

Lunedì 20 maggio si inaugura una mostra del reporter ucciso in Ucraina. Occasione per riflettere su una straordinaria professione.

Fotogiornalismo: Napoli ricorda Andrea Rocchelli

Andrea Rocchelli, fotoreporter italiano veniva ucciso cinque anni fa in Ucraina. In questi giorni si celebra a Pavia il processo ai suoi assassini e a Napoli, il Sindacato dei giornalisti Sugc e la Fnsiorganizzano una manifestazione nazionale sul fotogiornalismo. ‘Cinque anni senza Rocchelli. Manifesto per il fotogiornalismo’ è il tema centrale dell’incontro che prende il via lunedì 20 maggio all’Accademia di Belle Arti. Una riflessione sul giornalismo per immagini che negli anni ha dato all’Italia riconoscimenti e prestigio.

Sono tanti i fotoreporter italiani impegnati per il mondo, molti freelance, a rappresentare realtà difficili, ambienti devastati, conflitti. Lavorano per  grandi agenzie e network nonostante l’invasione dei social media e delle libere testimonianzefotografiche di viaggiatori e blogger. I fotoreporter sono una categoria speciale, quelli del “ cogli l’attimo”  per far capire senza parole. Per mettere i lettori ,il pubblico, davanti a cose che altri racconteranno con la parola. E l’evento di Napoli si articola in tre momenti. La mostra ‘Voices of the voiceless’ con le foto di Rocchelli scattate nei territori di guerra e quella ‘Camorra, le voci di dentro’, di Stefano Renna e Marco Salvia. I due autori presentano una Napoli teatro di una guerra infinita. Una città viva ,ma ferita , in preda ad una crisi di valori e forse di umanità. Le due mostre saranno aperte  al pubblico per dieci giorni. Il terzo momento è la visione in anteprima  del documentario realizzato dal giornalista Rai, Loris Mazzetti, dedicato a Rocchelli e che la Rai manderà in onda il 9 giugno su Raitre nel  programma ‘L’ora di legalità’.

Nelle sale dell’Accademia sarà  presentato anche un decalogo per chi fa giornalismo per immagini. Un manifesto – hanno spiegato i vertici del sindacato della stampa che saranno presenti lunedì aNapoli- per una professione che è stata travolta dall’avvento del digitale e dei social network, ma che rappresenta una risorsa primaria e formidabile, indispensabile, per la sopravvivenza del giornalismo stesso. Con i giornalisti hanno collaborato l’associazione ‘Mediterraneo fotografie tra terra e mare’ e l’Agenzia’FotoEma’.

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