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Formazione digitale e cybersecurity: ecco cosa vuol fare Cisco in Italia

“Dobbiamo educare le persone ai lavori del futuro. La tecnologia crea gap: l’impegno di Cisco è far sì che tutti beneficino dell’innovazione” ha detto il Ceo di Cisco Chuck Robbins a Milano

Formazione digitale e cybersecurity: ecco cosa vuol fare Cisco in Italia

“Dobbiamo educare le persone ai lavori del futuro. La tecnologia crea dei gap: l’obiettivo di Cisco è quello di contribuire a creare una società in cui tutti beneficino dell’innovazione”. Inizia con queste parole, davanti alla platea del Politecnico di Milano, ultima tappa di una densa tournée italiana, l’intervento di Chuck Robbins, CEO & Chairman di Cisco, la società informatica presente da 25 anni in Italia, dove occupa oltre 350 persone e che nel 2018 si è classificata terza nell’ambita classifica Best Place to Work, tra le imprese “con l’ambiente di lavoro che favorisce maggiormente l’innovazione”. E’ proprio questa la missione che ha portato Cisco a lanciare, tre anni fa, il piano Digitaliani: un impegno, sostenuto da un investimento di 100 milioni di dollari, che l’azienda prese in collaborazione col precedente Governo per accelerare la digitalizzazione nel nostro Paese. L’accordo è stato rinnovato con questo esecutivo: Robbins, che in questi giorni ha anche firmato un accordo con Snam su tecnologie IoT e formazione digitale, ha incontrato informalmente il premier Giuseppe Conte e dopo aver collaborato in questi tre anni col fondo Invitalia (controllato al 100% dal Mef) è probabile che ora Cisco abbia un ruolo importante anche nel nuovo fondo per l’intelligenza artificiale annunciato dal vicepremier Luigi Di Maio.

Ma non c’è stata solo la collaborazione con Invitalia. Il fine ultimo è quello di fare (finalmente) dell’Italia un Paese infrastrutturalmente pronto ad accogliere investimenti: “Cisco – ha raccontato il CEO – ha stretto collaborazioni con tutti i principali attori del settore, lanciando acceleratori e altre iniziative che hanno permesso finora di venire a contatto con oltre 120 startup, 25 delle quali hanno lavorato o stanno lavorando attivamente con noi  su progetti di digitalizzazione rivolti ai suoi clienti. Collaboriamo con un network di oltre 10 operatori di venture capital”. Tra le opportunità offerte, c’è anche la piattaforma Cisco DevNet, che oggi conta mezzo milione di sviluppatori nel mondo e che verrà agganciata all’Italia attraverso l’apertura a Milano (prevista nel 2020) di un Centro di Eccellenza e Co-Innovazione dedicato alla Cybersecurity e alla Privacy che sarà inserito nella rete mondiale degli Innovation Center di Cisco: “Il nostro obiettivo è formare nei prossimi tre anni 200.000 persone in tutto il mondo in aree quali la cybersecurity, i big data, l’IoT, la programmazione, la trasformazione digitale”.

“I nostri tre cardini – ha spiegato Robbins a studenti e stakeholder del Polimi – sono le skills, cioè le competenze digitali; la sicurezza, con i grandi temi della cybersecurity e della privacy; senza dimenticare l’impatto sociale. La tecnologia ha lasciato indietro molte persone e noi dobbiamo occuparci anche di loro”. In questa nuova fase del programma Digitaliani è prevista anche una donazione di 1 milione di dollari alla Comunità di Sant’Egidio, a supporto di iniziative per rafforzare le attività di aiuto alle persone senza dimora nella città di Roma. Proprio con Roma Capitale oltretutto Cisco Italia ha annunciato una collaborazione per attivare iniziative di formazione sulle competenze digitali rivolte ai cittadini e ai dipendenti comunali. Per quanto riguarda le skills invece, già da aprile è attiva una piattaforma online per il reskilling rivolta in particolare a PMI e professionisti, “ma l’impegno su questi temi si estende anche alla relazione con i clienti con cui Cisco lavora quotidianamente”, ricorda Robbins.

E come detto, un’importante focus sarà destinato alla cybersicurezza, un tema particolarmente approfondito nell’intervento al Politecnico: “Internet è stata una novità incredibile, ha aperto un nuovo modo di comunicare, ha diffuso la conoscenza, ha portato ad esempio l’healthcare in tutto il mondo, nelle aree rurali. Oggi la rete non è più un’opzione, ma è al centro di ogni strategia, che sia aziendale, urbana, pubblica. Ma questo comporta grandi rischi e non dobbiamo sottovalutarli e farci ingolosire dalle opportunità di business. Oggi nel mondo ci sono 50 miliardi di device connessi, il 71% della popolazione mondiale è user mobile e gira in rete 1 zettabyte di dati (pari a 1.000.000.000.000 gigabyte). Dall’altro lato però ogni giorno vengono bloccati 20 miliardi di accessi, più di 3 miliardi di email vengono respinte e oltre 2,6 miliardi di url di siti pericolosi vengono bloccate”, ha detto Robbins, che ha chiuso la sua lectio snocciolando alcuni consigli da guru del tech: “Siate curiosi. Abbracciate l’ignoto. Fate ciò che nessuno vuole fare. Mantenete gli obiettivi. Lasciate il segno. E siate positivi”.

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