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Fondo sovrano norvegese vende quote di società poco trasparenti su fisco e tasse

Il Ceo del più grande fondo di investimenti al mondo ha annunciato di aver venduto le quote di 7 società che non forniscono dati su come e dove pagano le tasse. Un attacco alle Big Tech? Ulteriori cessioni nel prossimo futuro.

Fondo sovrano norvegese vende quote di società poco trasparenti su fisco e tasse

Il fondo sovrano norvegese, il più grande fondo di investimenti al mondo, ha deciso di ritirare tutti gli investimenti effettuati su aziende che portano avanti politiche fiscali “aggressive” e che “non forniscono informazioni su come e dove pagano le tasse”. Lo ha annunciato a Reuters Nicolai Tangen, l’amministratore delegato di Norges Bank, aggiungendo che nel prossimo futuro il fondo potrebbe prendere altre decisioni di questo tipo.

Il fondo sovrano norvegese detiene partecipazioni in circa 9.200 società a livello globale, possedendo l’1,5% di tutte le azioni quotate. Tre anni fa ha deciso porre i criteri ESG (ovvero l’impatto ambientale, sociale e di governance delle imprese) al centro della propria politica di investimento, nonostante nel passato abbia costruito la propria ricchezza sull’estrazione del petrolio. 

Nel 2016 inoltre, i legislatori norvegesi hanno chiesto a Norges Bank di essere più coinvolto negli sforzi globali per combattere i paradisi fiscali. L’anno successivo il fondo ha quindi pubblicato il suo primo documento sulla trasparenza fiscale che contiene consigli rivolti ai cda di tutte le società in cui investe riguardo alle azioni da intraprendere su tasse e fisco. 

È su queste basi che si fonda la decisione annunciata a Reuters di vendere le quote di sette società che hanno messo in atto “una pianificazione fiscale aggressiva”, ha spiegato Tangen. Non si sa quali siano le società interessate né in quali settori operino, l’unica sicurezza è che “ci si può aspettare più attività in quest’area”, ha aggiunto il Ceo, anticipando che in primavera arriverà un ulteriore aggiornamento sulle politiche di trasparenza fiscale richieste alle aziende. 

In generale, ha continuato il manager, le società dovrebbero pagare le tasse nei luoghi in cui avviene la creazione di valore. “Il modo in cui rivelano la loro situazione fiscale e il livello di trasparenza che hanno (è importante)”, ha detto.

Una tesi che, soprattutto in Europa, assume una rilevanza particolare dato il dibattito in corso sulle Big Hi-Tech, accusate di pagare poche tasse in Paesi in cui realizzano enormi entrate e canalizzare i profitti verso Paesi con un livello di tassazione più basso. 

Da tenere in considerazione anche che il 29 gennaio, il fondo sovrano norvegese ha annunciato di aver venduto tutti i titoli investiti in società attive nell’estrazione del petrolio. Trond Grande, direttore esecutivo del fondo, ha spiegato a Bloomberg che tutti gli investimenti nel settore petrolifero erano stati chiusi prima della fine del 2020.

Le prese di posizione di Norges Bank si inseriscono in un contesto in cui le grandi società e i grandi fondi hanno deciso di intraprendere una moral suasion in favore della sostenibilità, della parità di genere e della trasparenza fiscale. Lo scorso anno il ceo di Blackrock ha inviato una lettera agli amministratori delegati delle aziende su cui investe annunciando che la società avrebbe votato “contro i dirigenti e i consiglieri di amministrazione quando le società non svolgeranno progressi sufficienti in materia di informativa sulla sostenibilità e non predisporranno linee guida e piani aziendali ad essa connessi”. A stretto giro Goldman Sachs ha fatto sapere che la banca non si occuperà più di quotazione in borsa di società europee e statunitensi che non abbiano almeno una persona appartenente a una categoria discriminata nel consiglio di amministrazione, con particolare attenzione alle donne. 

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