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Fondazione in ritiro e subito Mps vola alla Borsa di Milano. Equinox è il candidato forte

La Fondazione ha accettato di cedere massimo il 15% della banca per ridurre il debito: una svolta storica – A Piazza Affari l’azione guadagna oltre l’8% – Non mancano gli acquirenti per condividere il controllo della terza banca italiana – Il candidato forte sembra il fondo Equinox, di Salvatore Mancuso – La discreta attenzione di Passera

Fondazione in ritiro e subito Mps vola alla Borsa di Milano. Equinox è il candidato forte

Prende il volo in Piazza Affari Mps dopo l’annuncio che sarà ceduta una quota, massimo il 15%, a “controparti strategiche” per ridurre il debito. Il titolo oggi sale del 8,61% a 0,3305 euro per azione con forti scambi: oltre 200 milioni di azioni a più di due ore dalla chiusura, per un controvalore di 70 milioni di euro. D’altra parte il mercato aveva già da qualche tempo iniziato a scommettere sui movimenti attorno a un consistente pacchetto azionario della Fondazione spingendo il titolo in rialzo del 38,63% nell’ultimo mese.

Resta il fatto che, con non poca sofferenza, anche a Siena si sono dovuti arrendere alla ferrea legge dei numeri. O meglio dei debiti. E la Fondazione che ha casa a Palazzo Sansedoni ha dovuto prendere la storica, e dolorosa in quel di Siena, decisione di scendere sotto il 50% della banca Mps, centro nevralgico di potere e risorse economiche per tutto il territorio senese che fino a prima della crisi ha garantito ricchi dividendi (con cui la Fondazione finanzia le attività per la comunità).

La notizia positiva è che non mancano gli acquirenti per condividere il controllo della terza banca italiana. Anzi, alla griglia di partenza si sono presentati Clessidra di Claudio Sposito ed altri fondi esteri già in movimento sul mercato. Per non dimenticare il richiamo che la Lex del Financial Times ha dedicato a Bnp Paribas, la banca parigina che controlla Bnl, considerata il partenr ideale per l’internazionalizzazione di Rocca Salimbeni.

Ma il candidato forte sembra il fondo Equinox di Salvatore Mancuso, ex presidente del Banco di Sicilia, partecipato da Intesa Sanpaolo, primo socio con un terzo delle quote. Mancuso, vecchia volpe del mondo bancario, uscito dal Banco di Sicilia dopo epico scontro con l’allora onnipotente Alessandro Profumo, ha espresso disponibilità a valutare un’operazione su una quota del 12% (che oggi vale circa 500 milioni). Con quali obiettivi? Equinox, filtra da ambienti vicini al gruppo, non ha alcuna intenzione di farsi coinvolgere nella gestione o tantomeno di intromettersi nella partita della succesione a Giuseppe Mussari. Ben altre sono le ambizioni del disegno di Mancuso, da un quarto di secolo, assieme al fratello di sangue Gaetano Micciché, partner di fiducia dell’attuale ministro Corrado Passera.

Non è difficile collegare l’interesse di Mancuso al dossier senese con le preoccupazioni di Passera (e di Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acvri oltre che di Fondazione Cariplo) per trovare una soluzione di sistema ad un istituto strategico per l’intero sistema del credito. Qualcosa che, nell’ambito di una partita europea senza esclusione di colpi (basti pensare al diktat dell’Eba sull’aumento di capitale per l’istituto), richiede capacità di visione ed alleanze. Soprattutto a Siena. E’ tutt’altro che scontato, anche dopo la svolta di “San Valentino” che Banca Mps possa sfuggire alla richiesta dell’Eba di rafforzare il capitale, se venisse ritenuto insufficiente il piano elaborato dal nuovo dg Fabrizio Viola. Il peccato originale risale a ben prima della mina chiamata spread e della caduta dei mercati. Si chiama Antonveneta: un’acquisizione da 9 miliardi che ha richiesto uno sforzo economico notevole in un momento in cui si stava per dispiegare la peggiore crisi finanziaria e poi economica dal ’29.

Ma la Fondazione ha fatto i numeri a quattro per non diluirsi sotto la maggioranza e oggi il suo indebitamento con le banche è arrivato a circa 1 miliardo con a garanzia le azioni Mps che sono però scese in cinque anni del 90%. Così oggi per risolvere il nodo dei debiti si trova costretta a liquidare un pacchetto del 15% di Mps. “La Deputazione Amministratrice della Fondazione Monte dei Paschi di Siena – si legge nella nota diramata ieri – nella seduta del 14 febbraio 2012, ha autorizzato la presentazione di un piano di ribilanciamento della posizione finanziaria dell’Ente da proporre alle banche creditrici come previsto dagli accordi di standstill siglati nel mese di dicembre 2011. Nell’ambito di tale piano è stata autorizzata la cessione, a controparti strategiche, di una quota della partecipazione nella Banca Conferitaria fino ad un massimo del 15% del capitale, subordinatamente all’autorizzazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze, quale autorità di vigilanza. L’operazione verrà impostata ed eseguita nei tempi tecnici opportuni per ottimizzarne la valenza economica e strategica”. Le risorse che verranno raccolte serviranno a dimezzare il debito e procedere poi alla ristrutturazione della parte rimanente.

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