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Fmi: “Covid brucerà 28mila miliardi di Pil globale”

Questo l’effetto previsto nell’arco di cinque anni – Il Fondo migliora le stime sul Pil italiano del 2020, ma peggiora quelle per il 2021 – Governi esortati a investire in “sanità, istruzione e decarbonizzazione”

Fmi: “Covid brucerà 28mila miliardi di Pil globale”

Fra il 2020 e il 2025, la pandemia di Covid-10 causerà al Pil globale una perdita da 28mila miliardi di dollari. Di questi, 11mila andranno in fumo entro il biennio 2020-2021. È quanto si legge in un articolo pubblicato sul blog del Fondo monetario internazionale, che accompagna la pubblicazione del World Economic Outlook.

Proprio nel Weo, il Fondo prevede per l’Italia un Pil in calo del 10,6% nel 2020 e in rialzo del 5,2% nel 2021. Rispetto alle stime rilasciate a giugno, il Pil dell’anno in corso è stato rivisto in positivo di 2,2 punti percentuali, mentre quello del 2021 è stato abbassato di 1,1 punti. I due dati sono molto lontani da quelli del governo, che nella Nota di aggiornamento al Def parla di un Pil 2020 in calo del 9,5%, seguito da un rimbalzo del 6% nel 2021.

A livello globale, il Fondo sottolinea che le politiche a sostegno dell’economia, nel breve periodo, “dovrebbero puntare a una crescita più forte, giusta e resiliente. Le misure fiscali e di spesa dovrebbero privilegiare iniziative che possano aiutare ad aumentare la produzione e che assicurino una crescita partecipativa di cui beneficino tutti e che proteggano i vulnerabili. Il debito aggiuntivo creato per questi obiettivi sarà più facile da ripagare con l’aumento del Pil e della base imponibile, piuttosto che con un debito fatto per finanziare i settori e le spese sbagliate”.

Secondo l’Fmi, “investimenti in sanità, istruzione e infrastrutture per diminuire la dipendenza dal carbone possono promuovere questi obiettivi. Le spese nella ricerca possono facilitare l’innovazione e l’adozione di nuove tecnologie, che sono la principale spinta per la crescita della produttività nel lungo periodo”.

Inoltre, “salvaguardare la spesa sociale potrà assicurare che i più vulnerabili siano protetti. Oltre all’assistenza sanitaria, diversi mercati emergenti ed economie in via di sviluppo necessitano aiuto dalla comunità internazionale attraverso finanziamenti e riduzione del debito. Quando necessario, i creditori e i Paesi a basso reddito dovrebbero velocemente trovare un accordo accettabile per entrambe le parti sulla ristrutturazione del debito. La rete di sicurezza finanziaria globale può ulteriormente aiutare i Paesi; dall’inizio della crisi, l’Fmi ha fornito a una velocità senza precedenti prestiti a circa 80 Paesi”.

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