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Fincantieri, scontri nelle piazze. Il 3 vertice dal Governo

Verso la chiusura tre stabilimenti. L’annuncio dopo l’incontro a Roma fra l’ad della società e i sindacati. La Uilm: “Inaccettabile, bisogna riprendere il confornto col ministero”.

Fincantieri, scontri nelle piazze. Il 3 vertice dal Governo

E’ molto più pesante del previsto il piano anticrisi di Fincantieri, società italiana fra le più importanti a livello internazionale nel settore della cantieristica navale. Su un totale di circa 8.500 lavoratori, gli esuberi previsti sono 2.551. Tre degli otto stabilimenti chiuderanno i battenti. Si tratta degli impianti di Castellammare di Stabia, Sestri Ponente e Riva Trigoso.
Lo ha comunicato l’amministratore delegato della società, Giuseppe Bono, nel corso dell’incontro di questo pomeriggio con Fiom, Fim e Uilm presso la sede romana di Confindustria. A riferirlo è una nota della Uilm diffusa al termine del vertice. Davanti alla sede dell’incontro erano presenti circa un centinaio di lavoratori provenienti dal sito di Castellamare di Stabia e da alcune aziende dell’indotto.

Nei giorni scorsi l’azionista Fintecna aveva trasmesso un documento in cui l’obiettivo di Fincantieri appariva diverso. Si parlava di una trattativa con i sindacati per 1.500 esuberi e la chiusura per tre anni dello stabilimento di Sestri Ponente.
“Come Uilm abbiamo sostenuto che non possiamo accettare un piano in cui la soluzione del rilancio di Fincantieri passi attraverso la riduzione dei siti del gruppo e la sua conseguente riduzione occupazionale”. Lo afferma in una nota Mario Ghini, segretario nazionale Uilm e responsabile del settore della cantieristica.

Secondo il sindacalista “è necessario salvaguardare un gruppo industriale che ha sempre tratto la sua forza dall’integrazione produttiva e dall’unicita’ dell’azienda, per questo siamo disponibili ad un percorso che renda Fincantieri piu’ competitiva sui mercati, piu’ efficiente sul prodotto ma nello stesso tempo dovranno essere salvaguardati gli assetti occupazionali e tutti gli insediamenti industriali del Gruppo”.

Ghini conclude sostenendo che bisogna “riprendere il confronto al ministero dello Sviluppo economico, perche’ anche il Governo deve fare la sua parte per salvaguardare il piu’ grande gruppo navalmeccanico nazionale”.
Il piano di Fincantieri è motivato dalla crisi che ha colpito il settore a livello globale. L’azienda spiega che dopo il picco del 2007 (85,9 milioni di tonnellate), nel 2009 la produzione è scesa a quota 38,9 milioni di tonnellate, in seguito a una contrazione della domanda mondiale del 55%.

Tensione alle stelle nella manifestazione a Genova, dove 500 operai stanno protestando davanti alla prefettura. Secondo quanto riporta la Reuters sarebbero tre i feriti tra i manifestanti.

Intanto il Governo, sollecitato dai sindacati, ha convocato le parti per il prossimo 3 giugno. All’ordine del giorno il piano di riorganizzazione industriale annunicato dalla società.

Pubblicato in: News

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