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Fiat-Chrysler: fusione entro settembre, poi Wall Street

Nel week end si è compiuto un passo decisivo per dar vita a Fiat Chrysler Automobiles e portare la sede legale del gruppo automobilistico in Olanda, dove, grazie alla possibilità offerta dalla legislazione locale, è stato adottato anche un meccanismo di voto speciale.

Fiat-Chrysler: fusione entro settembre, poi Wall Street

Il Cda di Fiat ha approvato il progetto “che disciplina la fusione per incorporazione nella società sua controllata interamente posseduta Fiat Investments N.V. Tale società, costituita in Olanda, al completamento della fusione prenderà il nome di Fiat Chrysler Automobiles N.V. (Fca). Per effetto della fusione, Fca diventerà la società holding del gruppo”.

Nel week end si è così compiuto un passo decisivo per dar vita a Fiat Chrysler Automobiles e portare la sede legale del gruppo automobilistico in Olanda, dove, grazie alla possibilità offerta dalla legislazione locale, è stato adottato anche un meccanismo di voto speciale che consente “agli azionisti che partecipano alla fusione e ai nuovi azionisti che deterranno azioni Fca continuativamente per un periodo di tre anni di poter effettivamente esercitare due voti per ciascuna azione ordinaria di Fca che detengano”.

In questo modo Exor, che oggi detiene il 30,55% del capitale, potrà disporre della maggioranza assoluta anche con il 25,1%. Il Lingotto spiega ancora che “il meccanismo di voto speciale è concepito per favorire una base di azionariato stabile e premiare l’investimento nel lungo periodo”.

Le azioni ordinarie Fca (una ogni Fiat già posseduta) saranno quotate sul New York Stock Exchange (Nyse) e si prevede che siano quotate sul Mercato Telematico Azionario (Mta) a Milano. Un’assemblea straordinaria, convocata nel corso del terzo trimestre 2014, ratificherà la fusione. Per chi non vorrà partecipare è previsto il diritto di recesso, i dettagli restano da precisare.

Il board guidato da Sergio Marchionne ha deciso di deliberare l’emissione di obbligazioni fino a 4 miliardi “da collocarsi presso investitori istituzionali”. Infine, esce dal cda Gian Maria Gros-Pietro, presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo. La mossa è dovuta al limite al numero delle posizioni in organi amministrativi di altre società che possono essere ricoperte da membri di organi di gestione di gruppi bancari. Prenderà il suo posto Glenn Earle, che è stato partner di Goldman Sachs e chief operating officer di Goldman Sachs International.

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