Condividi

Ferrovie Italiane: via libera al progetto di recupero del trenino storico Rimini-San Marino

Il Ministero del Turismo italiano ha siglato il provvedimento che sblocca l’iter per il recupero della ferrovia chiusa dal 1944. Da allora la Repubblica di San Marino non ha più alcun collegamento ferroviario diretto

Ferrovie Italiane: via libera al progetto di recupero del trenino storico Rimini-San Marino

Dopo l’annuncio nelle scorse delle settimane è arrivato l’atteso provvedimento che finanzia lo studio di fattibilità e la progettazione per la riapertura della ferrovia Rimini–San Marino, chiusa dal 1944. Da allora la Repubblica di San Marino non ha più alcun collegamento ferroviario diretto.

Il Ministero del Turismo, attraverso la propria partecipazione quale Aderente Istituzionale alla Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane, ha definito “il versamento di un apporto in capitale da utilizzare a tale scopo”, ha spiegato in una nota il Gruppo. 

Grazie alla sinergia tra Ministero del Turismo e la Fondazione FS Italiane, prosegue la nota, si potrà procedere concretamente alla redazione del progetto di ricostruzione del dismesso e spettacolare tracciato ferroviario un tempo percorso dall’indimenticato trenino bianco-azzurro.

Ferrovia Rimini-San Marino: origini e storia del tratto

La ferrovia Rimini-San Marino, lunga circa 32 km, dei quali 20 ricadono in territorio italiano e la parte di salita sulle pendici del Titano nella Repubblica Sammarinese, è stata una linea a scartamento ridotto che ha garantito il collegamento diretto tra le due fino al 1944. Inaugurata il 12 giugno del 1932 su impulso e progetto del Governo italiano, diede una forte spinta all’economia della Repubblica, e in particolare al turismo.  

Fu gravemente danneggiata durante il bombardamento di San Marino del 26 giugno 1944. Molte furono le richieste di ripristino da parte della comunità, ma l’indecisione delle amministrazioni competenti negli anni Cinquanta e Sessanta nel riattivare l’opera portò a un nulla di fatto, sebbene i lavori di riattivazione sarebbero stati circoscritti ad alcuni fabbricati e a pochi chilometri di linea, con costi sostanzialmente limitati. Il tratto italiano fu completamente smantellato tra il 1958 e il 1960. Mentre il caratteristico materiale rotabile fu ricoverato all’interno di alcune gallerie arrivando pressoché integro nelle strutture fino ai nostri giorni. 

Commenta