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Fca sprofonda per Dieselgate (-16,1%) e travolge la Borsa, ma Ubi fa boom (+9,1%)

L’accusa delle autorità americane di aver manipolato i dati sulle emissioni di 104 mila auto affonda Fca ed Exor e trascina giù Piazza Affari (-1,7%) – Immediata replica di Marchionne – In netto ribasso anche Mediaset e Leonardo – Sprint di Ubi dopo l’acquisto per un solo euro di tre Good Banks – Via libera all’aumento di capitale di Unicredit

Tonfo di Piazza Affari, che chiude a -1,69%, ultima in Europa, in scia al grande crollo di Fca -16,14%. All’origine del cataclisma l’indiscrezione, poi confermata, secondo cui l’Epa (Environmental Protection Agency) avrebbe notificato a Fiat Chrysler Automobiles l’accusa di aver utilizzato un software per emissioni diesel superiori ai limiti legali su 100mila camion e suv prodotti nel 2014, 2015, 2016. Titoli sospesi a Wall Street, per un’emorragia inarrestabile, anche se l’azienda promette di collaborare con le autorità e contesta con decisione le accuse mosse. Con la casa automobilistica, alla Borsa di Milano, precipita tutta la scuderia: Exor -9,36%, Ferrari -2,22%.

La svolta arriva come una bomba a metà pomeriggio, in un clima sonnacchioso, con il Ftse Mib in calo frazionale, più o meno come gli altri listini europei, che poi chiudono in ordine sparso: Madrid -0,01%; Londra +0,03%; Francoforte -1,07%, Parigi  -0,51%. New York si posiziona subito in territorio negativo, orientata al malumore dalla deludente conferenza stampa di Donald Trump di ieri, in attesa di quella di oggi di Janet Yellen. 

A Milano oggi sono pochi i titoli che brindano, ma uno su tutti c’è e si chiama Ubi Banca, +9,12%, dopo la formulazione dell’offerta vincolante per l’acquisto di tre delle quattro Good Bank (Banca Marche, Etruria e CariChieti), che prevede la cessione di crediti deteriorati per 2,2 miliardi dagli istituti e un aumento di capitale di 400 milioni. Con l’integrazione Ubi stima un utile netto al 2020 di 1,2 miliardi di euro da 0,9 miliardi precedentemente previsti nel piano 2019/2020 e promette un dividendo sul 2016 allo stesso livello anno precedente. In calo gli altri bancari. Fra questi segnaliamo Unicredit, -1,75%, nel giorno dell’approvazione dell’aumento di capitale da 13 miliardi da parte degli azionisti. L’operazione potrebbe realizzarsi entro il primo trimestre 2017, previo ottenimento delle autorizzazioni necessarie.

Ben intonate invece quasi tutte le utilities, A2a a +1,35%, Terna a +0,42%, Italgas +0,32%.

Male Mediaset -3,99%, dopo che Fininvest ha smentito le indiscrezioni circolate ieri secondo le quali il presidente di Vivendi, Vincent Bolloré, starebbe valutando di proporre alla famiglia Berlusconi l’ingresso nell’azionariato del colosso media francese. Vendite massicce anche su Leonardo, -3,32%.

Dollaro ai minimi da 5 settimane sullo yen. L’euro guadagna terreno contro il biglietto verde, +0,73%, scambiato a 1,066. Si rafforzano l’oro, +0,91%, 1202,374 dollari l’oncia e l’oro nero, con le rassicurazioni sui tagli, a partire dall’Arabia Saudita, Brent +1,76%; 56,07 dollari al barile.

Spread del decennale italiano in calo rispetto al collega tedesco: -2,43%, a 156,80 punti base, 1,89% il rendimento. Sull’obbligazionario tricolore c’è inoltre stato un pieno di richieste nella riapertura del Bot annuale collocato ieri in asta. Il Tesoro ha collocato i 700 milioni di euro messi a disposizione a fronte di richieste da parte degli specialist per 800 milioni di euro.

Ieri Via XX Settembre ha assegnato 7 miliardi di euro del Buono annuale con un rendimento in calo al nuovo minimo storico di -0,250% da -0,196% del precedente collocamento.

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