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Fca-Renault piace ai mercati ma lo spread sale e la Borsa teme multe Ue

La fusione nell’auto piace anche in Giappone, ma ci vorrà un anno per il via libera Antitrust – Piazza Affari teme siluri Ue sui conti pubblici mentre lo spread italiano si avvicina a quello greco

Archiviate le elezioni, l’Europa avvia la ricerca di nuovi equilibri in mezzo ai vecchi problemi. Le dichiarazioni di Salvini contro Bruxelles, insieme alle indiscrezioni sull’arrivo di una multa fino a 3,5 miliardi di euro all’Italia, per mancato rispetto dei vincoli sul debito, hanno zavorrato il listino. E fa impressione vedere che lo spread dei Btp con la Grecia si è ridotto a 48 punti. Ma la partita è appena cominciata anche a livelli europeo. Stasera il percorso di selezione del sostituto di Jean Claude Junker inizia con una cena tra capi di stato, dalla quale potrebbero già emergere delle candidature forti. Sembra perdere quota quella di Manfred Weber, il parlamentare della CDU indicato da Angela Merkel. Salgono le quotazioni della liberale Margrethe Vestager. 

Le Borse intanto riprendono l‘attività a pieno regime dopo la giornata di vacanza di Wall Street e del listino inglese.

LISTINI ASIATICI POSITIVI, PETROLIO SOPRA I 70 DOLLARI

In rialzo le Borse asiatiche. Il Nikkei di Tokyo guadagna lo 0,4%, il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen l’1%, in attesa di nuove iniezioni di liquidità, l’Hang Seng di Hong Kong lo 0,5%, il Kospi di Seul lo 0,1%.

Il dollaro si rafforza, sullo yen, sullo yuan e sull’euro.

Donald Trump, dopo la visita al nuovo imperatore giapponese, si è esibito in versione colomba con l’Iran (“non voglio la guerra”) ma ha aggiunto che gli Stati Uniti non sono pronti in questo momento a chiudere l’accordo di pace sui commerci con la Cina.

Il petrolio Brent torna a rivedere quota 70 dollari il barile, per effetto del +2% di ieri, stamattina il future scambia a 70,1 dollari il barile. Il differenziale con il WTI, il greggio pregiato del Texas, si allarga a 11,4 dollari il barile, massimo da quasi un anno. Il mercato petrolifero dovrebbe essere in equilibrio verso la fine del 2019 grazie alla caduta delle scorte globali e a una domanda che rimane forte, ha detto a Reuters il ministro del petrolio del Kuwait. Ma è troppo presto, ha aggiunto, per dire se i produttori di petrolio dovranno estendere i loro attuali obiettivi di produzione pari a 1,2 milioni di barili/giorno.

Venduti i petroliferi a Piazza Affari. Saipem cede lo 0,6%, Tenaris arretra dell’1,75% mentre Eni si è fermata sui livelli di chiusura di venerdì.

PLEBISCITO DEI MERCATI PER FCA -RENAULT

Anche in Asia, però, l’attenzione è stata monopolizzata dall’affare che promette di cambiare la geografia dell’auto: l’annuncio della nascita di Fca-Renault che pare incontrare anche i favori degli operatori di Tokyo. Oggi comincia la missione di Dominique Sénard, numero uno di Renault, in Giappone per ottenere l’adesione di Nissan. Non sarà facile perché, in Usa, la marca nipponica è in aspra concorrenza con Jeep.

Nissan probabile è in rialzo del 2,5%, sulle aspettative di una partecipazione all’affare Renault-Fiat Chrysler. Ancor meglio fa Mitsubishi (+4,7%), l’altro partner dell’alleanza. Nel segmento dell’automotive, avanzano anche Toyota (+1%) e Honda (+1%).

ELKANN: QUESTI DEAL FUNZIONANO, VEDI CHRYSLER

“Abbiamo voluto agire con coraggio sulla base dell’esperienza con Chrysler. Questi deal funzionano”, Così John Elkann ha commentato l’offerta a Renault per dare vita al quarto costruttore al mondo, in attesa di estendere il deal ai partners giapponesi della Régie. Le Borse hanno salutato con entusiasmo l’operazione:

ILTITOLO ALLE STELLE, 800 MILIONI IN ARRIVO PER EXOR

Il titolo Fiat Chrysler ha chiuso con un guadagno del 7,98% dopo volumi sei volte la media. A garantire il favore del mercato è anche la circostanza che ai soci Fca verrà distribuito, prima del completamento dell’operazione, un dividendo di 1,6 euro (totale 2,5 miliardi), più un’altra cedola da 0,16 euro, nel caso non andasse in porto la vendita di Comau.

In rally anche Exor (+6,12%) che incasserà prima della fusione, dividendi aggiuntivi per circa 0,82 miliardi di euro da FCA per poi di diventare il primo azionista del gruppo, post-fusione, con una quota del 13%. Equita ha alzato la raccomandazione a “buy” sul titolo perché ritiene “probabile la finalizzazione dell’operazione che migliora significativamente il profilo di rischio del gruppo”.

In salita le società dell’indice EuroStoxx automotive (+1,8%), il migliore di ieri. Peugeot, rimasta fuori dai giochi dopo essere stata corteggiata, ed aver corteggiato, perde il 2%. Renault +14%.

CI VORRÀ UN ANNO PER L’OK DELL’ANTITRUST

La macchina dell’operazione, intanto, va avanti. Il consiglio della casa francese, riunito ieri mattina, ha detto che “studierà con interesse la proposta amichevole. Una comunicazione sarà fornita al momento opportuno”. Ovvero entro una settimana il board darà la sua adesione al progetto che ha già raccolto l’adesione ufficiosa del governo francese, grande azionista di Renault, e non dispiace nemmeno a Matteo Salvini. “Se Fiat cresce è una buona notizia per l’Italia e per gli italiani – ha detto Salvini -. Conto che l’operazione sia brillante”. La strada è ancora lunga (ci vorrà un anno per ottenere le autorizzazioni necessarie, specie da parte delle varie autorità Antitrust), ma l’avvio è promettente. John Elkann, futuro presidente del colosso (ceo l’attuale pdg di Renault Dominique Sénard, direttore generale Mike Manley) ha mosso le pedine con prudenza ma determinazione, senza dimenticare la governance (alla pari, maggioranza di indipendenti, probabile esclusione del rappresentante del governo di Parigi) o la garanzia che nessun impianto sarà chiuso. Restano da convincere i rappresentanti di Nissan, comunque soddisfatti di non subire la temuta fusione con la sola Renault.

MILANO IN ROSSO PER IL TIMORE DELLE MULTE UE

Il mercato italiano ha vissuto ieri una seduta a due volti. All’apertura positiva, favorita dal risultato elettorale ed ancor di più dalla fusione tra Fca e Renault, ha fatto seguito una brusca battuta d’arresto quando Bloomberg ha rivelato che la Commissione Europea sta considerando di proporre una procedura di infrazione sul debito che aprirebbe la strada alla sanzione per il nostro Paese fino a 3,5 miliardi motivata dall’alto debito. Più o meno alla stessa ora Matteo Salvini sosteneva di voler cambiare, forte del successo elettorale, le regole di bilancio imposte dall’Europa, “vecchie e sbagliate”. La decisione della commissione potrebbe scattare il prossimo 5 giugno. Salvini ha già anticipato che Il 5 giugno che se la richiesta sarà solo di fare tagli “allora diremo no”.

La Borsa italiana -0,06% a quota 20.363 fino a quel momento positiva, ha fatto dietrofront, per noi chiudere, unica tra i listini del Vecchio Continente, in ribasso.

Positive invece le altre borse dopo l’esito delle elezioni europee: è stata contenuta la temuta ondata populista.

Tiene Parigi (+0,37%), fanno meglio Francoforte e Madrid, su di mezzo punto percentuale.

Da segnalare il +6% della Borsa di Atene dopoil trionfo di Nea Dimokratia e l’annuncio di elezioni anticipate che apriranno la strada ad un governo più gradito agli investitori: il rendimento dei decennali è sceso al 3,1%, 80 punti base in meno rispetto alla chiusura di venerdì scorso.

LO SPREAD SCHIZZA A 281 PUNTI, IN ARRIVO 6 MILIARDI DI BTP

Soffrono sul finire della seduta, peraltro dai volumi molto bassi per la chiusura di Londra e Wall Street, i governativi italiani, sotto la minaccia della multa Ue.

Lo spread tra Btp e Bund sul tratto a 10 anni si attesta a 281 punti base dai 267 di venerdì. In parallelo, il tasso del decennale sale a 2,66% dal 2,55%. 

Prendono il via oggi le aste del Tesoro con l’offerta di Btpei e Ctz che ieri sera è stato trattato allo 0,745% in rialzo rispetto allo 0,697% del collocamento di marzo.

Il 30 maggio il ministero dell’Economia metterà a disposizione degli investitori tra 4,75 e 6 miliardi di euro su quattro titoli nell’asta a medio-lungo termine. Nel dettaglio, saranno offerti 500-750 milioni del Ccteu gennaio 2025, 2,25-2,75 miliardi del Btp 10 anni agosto 2029 e 2-2,5 miliardi in forchetta congiunta per il Btp 5 anni luglio 2024 e il Btp off-the-run dicembre 2025.

DEBOLI LE BANCHE, VOLANO ATLANTIA E FINCANTIERI

Solo la cavalcata nei titoli della scuderia Agnelli ha permesso a Piazza Affari di limitare i danni dopo il siluro lanciato dalla Commissione Ue che ha colpito il sistema bancario. Unicredit cede il 2,3%, Banca Bpm -2,4%, peggio ancora Bper (-2,66%). Intesa Sanpaolo limita i danni a -0,55%.

In flessione Azimut (-2%) e UnipolSai (-1%).

Da segnalare invece il rialzo di Atlantia (+3,14%); il mercato spera che un governo in cui la Lega avrà maggiore peso specifico allenti la pressione sull’ipotesi di revoca della concessione della controllata Autostrade per l’Italia.

L’avvicinamento tra Italia e Francia giova anche a Fincantieri +8,2% nella speranza che la fusione nell’auto spiani la strada all’acquisizione della francese Chantiers de l’Atlantique da parte della società italiana.

Tim -0,5%. Cdp sta studiando un piano che prevede il conferimento alla società della propria quota del 50% in Open Fiber a fronte della sottoscrizione da parte della Cassa di un aumento di capitale riservato dell’operatore telefonico. L’operazione permetterebbe a Cdp di salire tra il 20 e il 25% di Tim e a quest’ultima di integrare in un secondo tempo la propria rete con Open Fiber, creando un operatore unico nazionale dell’infrastruttura della banda larga.

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