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Fca: previsioni in calo per il 2019 e titolo sbanda in Borsa

I conti del 2018 sono in linea con le attese, ma le note dolenti riguardano i numeri di quest’anno: cash flow in calo, Ebit adjusted inferiore del 10% rispetto al consensus – Pioggia di vendite sulle azioni Fiat Chrysler a Piazza Affari

L’ultimo allarme per il mondo dell’auto è scoccato già in mattinata, quando Hakan Samuelsson, Ceo di Volvo, ha lanciato l’allarme utili per il calo dei profitti sulle auto destinate al mercato Usa. Un segnale previsto, in linea con la decisione della casa madre cinese, Geely, di sospendere la quotazione, così come con i risultati, deludenti, annunciati ieri da Daimler, Gm e Toyota. Non ha fatto meglio a Land Rover che ha accusato 3,1 miliardi di sterline di perdite. Ad ogni latitudine, insomma, l’auto è in frenata sotto la pressione di costi per investimenti crescenti, domanda debole e l’attesa della prossima, temuta stretta Usa.

In questa cornice ad alto rischio, il calo forte dei titoli Fiat Chrysler in mattinata (-4%) ancor prima della conclusione del consiglio stava ad indicare il rischio che il gruppo fosse il vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro arrugginiti.

Puntuali, le vendite si sono scatenate dopo la pubblicazione dei conti, che pure, a dire il vero, non forniscono un quadro drammatico. Anzi, i risultati sono in linea con le attese (o anche meglio). Ma le previsioni per il 2019 sono fosche, anzi drammatiche, riflettendo in parte la sfiducia su quel che resta della componente italiana del gruppo.

Il titolo, trattato a 14,83 euro alle 12,45, al momento dell’uscita dei risultati, è precipitato ad un minimo di 13,52 euro con un calo dell’11,5%.

IL QUARTO TRIMESTRE 2018

In sintesi, il trimestre si è chiuso con un Ebit adjusted a 2,023 miliardi, ricavi netti a 30,619 miliardi e liquidità netta industriale a 1,872 miliardi, tutto sommato in linea con le stime degli analisti e con le previsioni indicate dal gruppo a fine del terzo trimestre.

Lo scorso anno Fiat Chrysler ha realizzato un utile netto adjusted di 5 miliardi di euro, in progresso del 38% rispetto al 2017 e oltre le stime del consenso (4,594 miliardi). Meglio del previsto, grazie all’area Nafta, anche l’ebit adjusted, pari a 7,3 miliardi.

I TARGET 2019

Le note dolenti riguardano i target 2019. L’Ebit adjusted rallenta a oltre 6,7 miliardi di euro (contro 9,2-10,4 miliardi, al netto di Magneti Marelli, del piano industriale presentati a giugno), ovvero il 10% in meno delle stime del consenso.

Il free cash flow industriale netto sarà di 1,5 miliardi contro i 4,4 miliardi (sempre esclusa Magneti Marelli) del 2018 a causa di “maggiori investimenti ed esborsi per penali e altri costi in relazione alla definizione delle pendenze in materia di emissioni sul diesel negli Usa”.

L’utile netto per azione è visto dalla società sopra 2,70 euro, in calo da 3,0 euro del 2018, a causa delle maggiori tasse da pagare negli Stati Uniti.

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