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“Farete”: le imprese bolognesi fanno rete e business

Unindustria e Legacoop promuovono la terza edizione di “Farete”, che si terrà l’8 e il 9 settembre negli spazi della Fiera di Bologna – Per le imprese, un modo di conoscersi e fare rete, oltre che affari – Un’iniziativa in crescita, che può contare, quest’anno, su 600 espositori.

“Farete”: le imprese bolognesi fanno rete e business
Le imprese bolognesi fanno sempre più rete e riescono così a fronteggiare meglio la crisi. Per questo, per il terzo anno consecutivo, Unindustria e Legacoop promuovono per l’8 e il 9 settembre, “Farete” una due giorni di incontri e dibattiti, che registra un successo crescente e che, per il numero di adesioni, quest’anno approda per la prima volta negli spazi della Fiera. Sono 600 espositori, fra società e coop, vale a dire il 50% in più rispetto al 2013, con 32 interlocutori importanti, buyers internazionali interessati a rapportarsi non solo con un’azienda singola, ma con più imprese, con un territorio che, almeno in questo senso, sa competere compatto.
“Il manifatturiero è il fulcro di ogni rinascita  – dice il presidente di Unindustria Bologna Alberto Vacchi – e dobbiamo lavorare tutti in questa direzione. C’è una domanda crescente di iniziative come questa, tanto che oggi riceviamo adesioni non solo da Bologna, ma da tutta l’Emilia-Romagna”. Farete serve alle imprese per conoscersi fra di loro, ma anche per fare business. “I buyers che hanno aderito – aggiunge Vacchi –  rappresentano tutti grandi realtà straniere. C’è un cambio di passo nel loro modo di venire qui. Nel 2012 dovevamo pagare loro le spese di viaggio, oggi si accollano gli oneri perché hanno capito il valore del progetto e l’opportunità che questo contiene”.
L’iniziativa è per ora unica nel panorama nazionale e nasce, non a caso, in un territorio particolarmente forte economicamente. “Noi stiamo fronteggiando la crisi meglio di altri – sostiene Vacchi, che è anche amministratore delegato di Ima, uno dei gioielli della packaging valley – perché siamo grandi esportatori. Bologna accusa il colpo, ma sicuramente regge bene la situazione e la saldatura fra export e una speranza di ripresa del mercato interno fa guardare al futuro con minor pessimismo. Le aziende che più soffrono questa lunga congiuntura negativa sono quelle meno attrezzate per l’estero, ecco il valore di fare rete. Questi due giorni servono alle aziende per concludere affari, ma anche per definire strategie e programmi. E’ un modello di cui si stanno accorgendo alcuni giornali stranieri, visto che hanno chiesto l’accredito due testate cinesi e il Financial Times”.
Società di capitali e cooperative in Emilia da tempo non si sentono più antagoniste. “Nel nostro dna – dice Gianpiero Calzolari, presidente di Legacoop Bologna – c’è la solidarietà fra cooperative, la nostra è già una rete diffusa di imprese. Ma non ci sentiamo opposti alle spa. Ci distinguiamo da loro sul fronte della proprietà, ma quando si tratta di affrontare il mercato abbiamo gli stessi problemi. Oggi sappiamo che la competitività si gioca fra territori, perciò preferiamo condividere risorse e competenze e puntare sulle eccellenze insieme, anche in vista dello sviluppo di nuovi business. Il prossimo anno, quello dell’Expò, penseremo a sviluppare il progetto della città del cibo e tutte le possibili opportunità che questo potrà creare”.
Per dare corpo alle idee intanto Farete mette in campo 600 aziende, 800 espositori su 20 mila metriquadri, 42 workshop, 200 incontri con buyers da Cina, Russia, Sudafrica, Kenya, Indonesia, Nigeria, Singapore, Danimarca, Polonia, Svezia e Turchia.
Il programma di lavori verrà aperto lunedì mattina dall’Assemblea Generale di Unindustria Bologna, sul tema “L’Italia nella sua luce migliore”, un appuntamento al quale parteciperà anche il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. Nel primo pomeriggio appuntamento con le Start Up innovative promosso da AlmaCube (università) con le otto finaliste di un concorso regionale. Alle 16 Farete Talk, un incontro con cinque ospiti per scoprire nuove idee dal mondo. Martedì mattina incontro con le scuole: “E’ un paradosso – osserva Vacchi – che mentre la disoccupazione giovanile aumenta le aziende facciano ancora fatica e trovare le competenze tecniche necessarie. In questi anni siamo riusci a portare 15mila ragazzi verso le imprese, dobbiamo continuare a stare loro vicino perché comprendano e apprezzino il percorso tecnico di studi”. L’incontro ha per titolo “Industriamoci” e nell’occasione verrà premiato la frase vincitrice del concorso “il valore della cultura tecnica e d’impresa – crea il tuo slogan”, scelta fra quelle proposte da sette scuole in gara.
Nel primo pomeriggio terrà banco il tema della responsabilità sociale dell’impresa, con il ministro dello sviluppo economico Federica Guidi e il presidente della Fondazione per la collaborazione fra i popoli Romano Prodi.
I giovani imprenditori di Unindustria chiudono la due giorni riflettendo sul passaggio generazionale: “Padroni o custodi. Un cambio di passo”, un appuntamento al quale parteciperà anche il responsabile economia del Pd Filippo Taddei.

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