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Facebook condannata: risarcimento di 20 milioni ai “testimonial involontari”

Il social network fondato da Mark Zuckerberg è stato condannato a pagare 600 mila iscritti usati come testimonial involontari da un programma di sponsorizzazioni – Il risarcimento complessivo è di 20 milioni di dollari – Per gli utenti un’importante vittoria sul tema caldo della difesa della privacy su Facebook.

Facebook condannata: risarcimento di 20 milioni ai “testimonial involontari”

Facebook apre il portafogli e chiude il caso delle Sponsored Stories, il programma che prendeva le informazioni su un prodotto volontariamente condiviso da un utente con i propri contatti e poi lo faceva visualizzare su annunci presenti su altre pagine, con tanto di dati e foto profilo degli utenti ignari.

Per porre fine alla class action sugli annunci pubblicitari il social network da 1 miliardo di amici è stato condannato a sborsare 20 milioni di dollari. Ai testimonial involontari coinvolti, circa 600mila, andrà, però, una cifra poco più che simbolica, ovvero 15 dollari a testa. L’importo contenuto, stando al giudice che l’ha fissato, si spiega con la difficoltà di documentare e quantificare un eventuale danno economico.

Quello che più conta, a questo punto, è la vittoria su un tema sempre più scottante, quello della difesa della privacy degli iscritti a Facebook. Il social fondato da Mark Zuckerberg ha, infatti, dovuto sottoscrivere un impegno formale a varare controlli più capillari nella gestione delle informazioni condivise all’interno del suo programma di inserzioni promozionali oltre ad avere, negli ultimi, incrementato il livello di riservatezza nell’accesso alle applicazioni per dispositivi mobili, abilitando gli utenti a valutare quali informazioni vogliono che siano condivise mediante le applicazioni. 

 

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