L’euro si porta oltre 1,14 sul dollaro, al massimo di 14 mesi, in un mercato che sembra ignorare i tentativi della Bce di attutire l’interpretazione fatta dai mercati del messaggio del presidente Mario Draghi.
Il discorso di Draghi di martedì a Sintra — giunto tra segnali restrittivi da parte di altre banche centrali — ha spinto i mercati a credere che la Bce stia preprarando una exit strategy dal suo programma di acquisto titoli.
D’altra parte, osserva Mps Capital services, “l’atteggiamento delle banche centrali su scala globale sta diventando progressivamente più orientato alla limatura delle forti politiche accomodanti. Colpisce come tali dichiarazioni stiano arrivando in modo pressoché sincronizzato: dopo le parole di Draghi, mercoledì il governatore della BoE Carney ha fatto riferimento alla possibilità di discutere di un rialzo dei tassi
nei prossimi mesi. Sulla stessa linea anche il governatore della banca centrale canadese. La coralità e la contestualità di tali dichiarazioni sembrano finalizzate soprattutto al rialzo dei tassi a lungo termine della curva, in particolare il comparto decennale. Tale andamento si sta effettivamente verificando con conseguente aumento della pendenza della curva, un fattore molto importante per la redditività delle banche. Per tale comparto negli USA è anche arrivata la notizia positiva del via libera ai piani di distribuzione di dividendi e acquisto di azioni proprie, che nei prossimi trimestri potrebbero arrivare a sfiorare i 100Mld$. Nel frattempo continua il recupero del petrolio, dopo i dati su produzione e scorte USA. Non si arresta invece il deprezzamento del dollaro con l’euro che questa mattina ha superato la soglia di 1,14″.
Attorno alle 10,20, l’euro scambia in rialzo dello 0,4% a 1,1416 sul dollaro, dopo essersi spinto brevemente sopra quota 1,1428, massimo dallo scorso giugno. La divisa unica sale dello 0,6% nei confronti dello yen a 128,52 yen.
La sterlina guadagna un altro mezzo punto negli scambi del mattino a Londra, fermandosi poco sotto 1,30.
