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Euro 2020, è Azzurro il cielo di Wembley

L’Italia di Roberto Mancini trionfa ai rigori con super Donnarumma che para due tiri decisivi. Feste nella notte per una vittoria più che meritata che sottolinea la ripartenza del Paese post-Covid. Mancini uomo-copertina di questo successo che riporta la coppa a Roma dopo 53 anni: Football’s coming Rome

Euro 2020, è Azzurro il cielo di Wembley

L’Europa si colora d’azzurro! Un trionfo meritatissimo quello dell’Italia, che torna a vincere un Europeo a 53 anni dall’ultima volta, ma soprattutto rialza la testa dopo un anno e mezzo difficilissimo, nel quale lo sport è passato certamente in secondo piano, per poi ritornare sugli scudi nel momento più importante, ovvero quello della ripartenza. Non si tratta di retorica, bensì di pura e semplice realtà: basta vedere quanti italiani si sono riversati nelle piazze in queste notti europee, per non parlare di quelli che hanno letteralmente monopolizzato i televisori da nord a sud, nessuno escluso.

L’11 luglio era già storia per quanto accaduto nel 1982, quando gli uomini di Bearzot conquistarono il mondo nella mitica notte di Madrid, ora però, dopo quanto successo ieri a Wembley, è semplicemente leggenda. Gli azzurri hanno vinto contro tutto e tutti, perché espugnare il tempio londinese era difficilissimo, tanto più che di fronte c’erano i padroni di casa, convintissimi di trionfare e riprendersi la scena internazionale dopo 55 anni di attesa. Football’s coming home, invece, ha cambiato consonante, diventando un bel più nostrano Football’s coming Rome.

Battute a parte, è chiaro che la soddisfazione di aver vinto in trasferta è ancora più forte, anche perché la missione, se possibile, s’era fatta ancora più impervia dopo appena 2’, quando Shaw aveva portato in vantaggio l’Inghilterra, rifilando all’Italia, Chiellini dixit, un cazzotto in faccia a freddo. “Siamo stati bravi, abbiamo preso gol subito e siamo andati in difficoltà, ma poi abbiamo dominato la partita – le parole di un Mancini con gli occhi lucidi -. I ragazzi sono stati meravigliosi, questa vittoria è importante per tutta la gente, per tutti i tifosi, siamo felici. La squadra è cresciuta tantissimo e può migliorare ancora, sono orgoglioso dei miei ragazzi, non ho parole. Appuntamento al Mondiale? Godiamoci questo. Oggi si è chiuso un cerchio, i nostri ragazzi sono stati incredibili”.

Il CT è indubbiamente l’uomo copertina di questo trionfo, visto che a lui va il merito di aver costruito questa squadra sulle macerie lasciate dal ciclo precedente, quando non eravamo nemmeno riusciti a qualificarci ai Mondiali. Sono passati solo 3 anni, ma sembrano un’eternità dopo aver visto questo Europeo, concluso da imbattuti, come del resto da 34 partite a questa parte. Si diceva che i numeri contassero poco, che di fronte agli ostacoli veri sarebbero crollati, invece l’Italia del Mancio (e di Vialli, Oriali, Evani, Lombardo e De Rossi) s’è fatta più grossa ogniqualvolta s’alzava l’asticella, dimostrando di saper vincere soffrendo, come contro Austria e Spagna, e giocando, come in tutte le altre gare, finale di Wembley compresa.

Già, perché dopo il cazzotto di Shaw gli azzurri hanno sbandato sotto i colpi degli inglesi per 20’, per poi ritrovare tutte le loro certezze, tecniche e caratteriali. Minuto dopo minuto l’Italia ha preso possesso del campo, costringendo la squadra di Southgate ad arretrare il baricentro, fino a pensare solo a difendersi: i dati finali (62% a 38 di possesso palla, 20 tiri complessivi a 6) la dicono lunga su come sia andato il match.

Per rimetterci in piedi però abbiamo dovuto attendere il 67’, quando Bonucci, sugli sviluppi di un corner, ha ribattuto in gol una splendida parata di Pickford su Verratti. La rete era nell’aria da tempo, ma non era ancora arrivata per la bravura del portiere inglese (bellissimo anche il suo intervento su Chiesa qualche minuto prima) e per la solita leggerezza in fase offensiva, impersonificata da un Immobile totalmente avulso dal gioco.

Mancini, che già alla vigilia aveva avuto il dubbio, ha così deciso di affidarsi al “falso nueve”, togliendo il laziale per mettere Berardi e affidarsi così a un trio senza punti di riferimento con Insigne e Chiesa. Mossa vincente, al pari di Cristante per lo stanco Barella, mentre quelle successive (dentro Bernardeschi, Belotti, Locatelli e Florenzi al posto dell’infortunato Chiesa, Insigne, Verratti ed Emerson) hanno pagato a corrente alternata.

I cambi di Southgate però sono andati decisamente peggio, visto che il CT inglese, già sfortunatissimo coi rigori da giocatore (suo l’errore decisivo nella semifinale con la Germania del 1996), se li era tenuti in previsione della lotteria finale, scegliendo Rashford e Sancho soprattutto per quello. Proprio loro lo hanno tradito dal dischetto, assieme al giovanissimo Saka, vanificando così gli errori di Belotti e Jorginho, che avevano fatto tremare l’Italia intera.

Alla fine però, grazie a un grande Donnarumma (e ai gol di Berardi, Bonucci e Bernardeschi), il cielo sopra Wembley s’è colorato di azzurro e, di conseguenza, anche sulle piazze di tutta Italia, dalle grandi città fino ai paesi più piccoli. Ora la Nazionale campione d’Europa, dopo una sacrosanta notte di bagordi, si prepara a tornare a casa, anche se il programma della festa ufficiale, ricevimento al Quirinale a parte, non è ancora del tutto chiaro, per evidenti limitazioni legate al Covid. Qualsiasi cosa accadrà, comunque, non cambierà la sostanza dei fatti: l’Italia ha vinto, anzi ha trionfato, e questo non potrà cancellarlo nemmeno la pandemia. 

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