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Espresso: Gaggia riporta la produzione in Italia dalla Cina

La decisione riguarda le macchine espresso entry level – Intanto, la proprietà del marchio sta compiendo un tragitto speculare, ma i problemi in Cina non mancano

Espresso: Gaggia riporta la produzione in Italia dalla Cina

La produzione delle macchine espresso entry level di Gaggia sta per essere riportata in Italia dalla Cina. La notizia, confermata da alcune indiscrezioni di settore, arriva mentre la proprietà del marchio sta compiendo un tragitto speculare. Dopo l’estate, infatti, è stata completata la vendita al gigante finanziario cinese Hillhouse Capital Management della divisione Domestic Appliances della Philips, che comprende le macchine espresso domestiche Gaggia e Saeco, con i relativi siti produttivi. 

In ogni caso anche nel lungo interregno per il passaggio ai cinesi Gaggia ha collezionato numeri record. Le esportazioni sono aumentate del 20-30% ogni anno negli ultimi quattro anni, mentre il fatturato è cresciuto del 25% nel 2020 e del 25% nel 2021, al punto che l’ultimo esercizio si dovrebbe chiudere con vendite ben oltre i 40 milioni di euro.

Intanto, nelle ultime settimane è emerso un problema che riguarda Hillhouse e un altro gigante cinese, la Gree Electric Appliance. Le due società sono collegate attraverso il Xianying Zhuhai Mingjun Investment Partnership, fondo gestito da Hillhouse e maggior azionista della Gree Electric con una partecipazione del 15%. Si configura quindi un caso di concorrenza orizzontale che non è consentito dalle normative per la trasparenza del mercato stabilite dalla China Securities Regulatory Commission.

Ora, visto che non le è permesso competere con Gree Electric nello stesso settore, Hillhouse trasferirà il business Domestic Appliances a Gree Electric? Sembra che l’intenzione sia questa, ma la faccenda è estremamente complicata, anche perché a settembre la Zhuhai Mingjun ha venduto alla Agricultural Bank of China 90,236 milioni di azioni della Gree Electric. Quest’ultima ha spiegato che l’operazione è stata eseguita separatamente da Hillhouse, ma non ha negato la possibilità di integrare la divisione Domestic Appliances.

Il commento di molta stampa asiatica è stato malizioso: i marchi e le quote di mercato dell’ex divisione della Philips farebbero molto comodo a Gree, che negli ultimi anni ha visto calare ricavi, quote di mercato e profitti. I guai sono arrivati soprattutto nel settore della climatizzazione, core business del gigante cinese, che è stato particolarmente colpito dai rincari del rame, la materia prima più usata nel settore. Non è un caso, infatti, che la giapponese Daikin abbia deciso di ridurre drasticamente l’uso del rame entro il 2024, sostituendolo progressivamente con l’alluminio. La scelta sarà imitata anche da altri giganti della climatizzazione e avrà quindi ripercussioni importanti sul mercato mondiale delle materie prime.

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