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Energia elettrica: l’85% arriva ancora da fonti fossili

Il rapporto del Centro Studi Intesa Sanpaolo e dell’Energy Security Lab del Politecnico di Torino analizza il settore dell’energia in Italia e nel Mediterraneo

Energia elettrica: l’85% arriva ancora da fonti fossili

Il percorso verso una maggiore sostenibilità è stato imboccato, ma la strada è ancora lunga. Lo dimostra il primo “MED & Italian Energy Report”, rapporto annuale sul settore dell’energia in Italia e nel Mediterraneo presentato al parlamento Europeo. Un’analisi nata dalla collaborazione tra SRM (centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) e l’Energy Security Lab@Energy Center del Politecnico di Torino secondo cui la domanda mondiale di energia elettrica è ancora in prevalenza soddisfatta dalle fonti fossili: petrolio 34,2%, carbone 27,6% e gas 23,4%. Complessivamente si supera l’85%.

Il report spiega come i consumi siano concentrati prevalentemente su 3 aree – Usa, Cina e Unione Europea – che insieme valgono la metà del totale. Nel dettaglio l’area del Mediterraneo e della regione MENA (Middle East & North Africa) incide per il 20% sulla produzione mondiale di fonti fossili, detiene quasi la metà delle riserve mondiali di petrolio ed oltre il 42% di quelle di gas naturale e rappresenta, in termini di produzione, il 37% del petrolio mondiale e il 22% di gas naturale.

Per quanto riguarda il nostro Paese lo studio mostra come l’Italia sia ancora dipendente dall’estero per le importazioni di combustibili fossili: in termini percentuali si arriva al 78,6%. Il nostro Paese sta lavorando per sviluppare efficienza e risparmio energetico e fonti rinnovabili, la cui quota sulla produzione lorda elettrica è passata dal 17% del 2007 al 34%.

Ad oggi, la filiera dell’energia elettrica italiana, dalla produzione alla manifattura conta 30 miliardi di euro di valore aggiunto, produce 177 miliardi di fatturato, vanta 23.500 imprese attive per circa 215.000 addetti ai lavori.

Massimo Deandreis, Direttore Generale di SRM, spiega che “L’Europa ha obiettivi molto ambiziosi e il nostro Paese può essere protagonista nel Mediterraneo. Cambiamenti climatici, riduzione dell’utilizzo delle fonti fossili, introduzione di nuove tecnologie come l’idrogeno ed il GNL, forte sviluppo delle rinnovabili, sono solo alcuni degli argomenti che affrontiamo”.

Ettore Bompard, Direttore scientifico dell’Energy Security Lab dell’Enegy Center del Politecnico di Torino ha affermato che “il dialogo energetico tra la sponda nord e la sponda sud del Mediterraneo è, in una visione prospettica, in evoluzione; da una situazione in cui i paesi del Nord Africa esportano risorse fossili verso la sponda nord, con consumi energetici pro-capite dell’ordine della metà, a una situazione in cui questi paesi producono energia elettrica da fonti rinnovabili, la utilizzano per incrementare i loro consumi e la esportano verso la sponda nord, nel contesto della transizione energetica”.

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