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Enel: “L’auto elettrica diventerà un mercato da 300 miliardi”

CERNOBBIO, FORUM AMBROSETTI – Il gruppo energetico, insieme al think tank Ambrosetti – The European House, ha presentato a Villa d’Este l’anteprima di uno studio sulla mobilità elettrica, per la quale Enel investirà fino a 300 milioni nei prossimi anni – Ecco le strategie e il confronto con gli altri Paesi.

Enel: “L’auto elettrica diventerà un mercato da 300 miliardi”

Un business quello della mobilità elettrica, che considerando tutta la filiera può arrivare a un fatturato di 100 miliardi al 2025 e al triplo entro il 2030, coinvolgendo 160mila imprese e oltre 800mila occupati, con un risparmio sulla spesa pubblica stimabile nel tempo in 35-50 miliardi. Secondo le stime di Enel, presentate al workshop Ambrosetti di Cernobbio dall’ad Francesco Starace e da Francesco Venturini, la rivoluzione elettrica non è più rimandabile.

“Il rischio – ha aggiunto l’ex ministro della Ricerca e ora deputata nella commissione Affari europei, Maria Chiara Carrozza – è di diventare il Paese dove si guideranno auto elettriche prodotte altrove. Il che significa che si perderanno posti di lavoro e non se ne creeranno altri”.

L’Italia al momento è ancora indietro, come evidenziano i dati di uno studio realizzato da Enel in collaborazione con Ambrosetti – The European House: nel mondo ci sono oggi 2 milioni di veicoli elettrici, con una crescita anno per anno di quasi il 100% dal 2005, mentre in Italia il trend di crescita annuo è del 41% e i veicoli circolanti a tutto il 2016 sono meno di 10mila, buona parte dei quali grazie al car sharing elettrico. A far la parte del leone a livello globale è ovviamente la Cina che ne ha già 650mila in circolazione e conta di venderne 2 milioni entro il 2020 e di arrivare al 20% della quota di mercato auto entro il 2025.

La Norvegia è invece al primo posto in proporzione, avendo già oltre il 5% di market share, mentre la sola California conta di averne 1,5 milioni entro il 2025 e più o meno tra quella data e il 2040 altri Paesi come Francia, Regno Unito e Olanda, vieteranno l’immatricolazione di automobili a benzina o gasolio. Il Giappone, infine, prevede che entro il 2030 il 50-70% dei veicoli in circolazione sia di nuova generazione (di cui buona parte elettrici).

In molti di questi Paesi vigono forti incentivi, ma questa non è la politica che intende suggerire Enel: “Il sistema degli incentivi – ha detto Starace – nasce vecchio. Non è quella la strada da seguire, almeno in un primo momento”. “In realtà – ha aggiunto Venturini, che di Enel è direttore global di e-Solutions – il costo di utilizzo delle due tipologie di auto, quella a combustione e quella elettrica, andrà a parità in meno di dieci anni, nel 2025. Questo perché il prezzo delle batterie sta costantemente scendendo”.

Ma il problema, oltre che di costi, è infrastrutturale: “A di là di quanto costa l’auto elettrica, affinché penetri nel mercato serve che ci sia un sistema di infrastrutture adeguato. Per questo Enel – ha detto Venturini – investirà dai 100 ai 300 milioni di euro nel prossimo piano che presenteremo a breve: una cifra variabile a seconda di quante colonnine di ricarica serviranno e dunque a seconda di quanti veicoli saranno in circolazione”.

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